Rapine, attentati, omicidi in Toscana secondo l'accusa i terroristi sono 75 di Vincenzo Tessandori

Rapine, attentati, omicidi in Toscana secondo l'accusa i terroristi sono 75 Chiesto il rinvio a giudizio degli appartenenti a Prima linea Rapine, attentati, omicidi in Toscana secondo l'accusa i terroristi sono 75 Fra gli imputati: Susanna Ronconi, Maurice Bignami, Marco Donat-Cattin, Sergio Segio (latitante) - La requisitoria tiene conto anche delle dichiarazioni di alcuni «pentiti» - Il fallito assalto al carcere delle Murate a Firenze nel dicembre '78: un poliziotto fu ucciso DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE FIRENZE — La prima è Gabriella Argentiero, l'ultimo Claudio Waccher, milanese: suo cugino. William, fu ammazzato in mezzo alla strada perché -aveva collaborato con la controguerriglia». L'elenco è composto da altri 98 nomi, terroristi presunti; per 75 la procura di Firenze chiede ora il rinvio a giudizio: trentacìnque sono detenuti, dieci latitanti. E' una nuova pagina intrisa di sangue della storia di Prima linea e di altri sei gruppi clandestini. La Toscana, ma soprattutto Firenze, come crocevia del terrorismo: dal, 26 febbraio '77, quando venne fatta irruzione in una ditta di calzature, al 31 maggio 1980, ad Arezzo, dove si tentò di organizzare dall'esterno un'evasione. Tre anni di irruzioni, attentati con la pistola e il tritolo, rapine o «espropri proletari», saccheggi e sequestri di persona, insomma lo sviluppo di un delirio rivoluzionario che prevedeva il passaggio dal terrorismo diffuso alla propaganda armata fino a vere azioni di guerra come furono la distruzione della sede dell'Istituto Immobiliare Italiano, fatto saltare col tritolo, e l'assalto al carcere delle Murate. Lo spaccato di quegli anni tormentati è tracciato dai sostituti procuratori Piero Luigi Vigna e Gabriele Chelazzi. Nel gruppo ci sono i gregari e ci sono i «capi» come Susanna Ronconi, Marco DonatCattin, Maurice Bignami. Marco Fagiano, Barbara Graglia, Florinda Petrella, Nicola Solimano, Sergio Segio, l'unico tra i responsabili politici e militari dell'organizzazione ancora libero, secondo gli inquirenti. Molti di costoro, dice l'accusa, divisi in tre gruppi si ritrovarono il 20 dicembre 1978 davanti al carcere delle Murate: volevano far evadere Renato Bandoli, delle Unità combat¬ tenti comuniste, e dare una dimostrazione di efficienza militare della organizzazione. C'erano, dicono i magistrati. Susanna Ronconi. Segio. Solimano. Sergio D'Elia indicato come il responsabile del «gruppo di fuoco» toscano, e Marco Donat-Cattin che nell'interrogatorio alla caserma «Valfré» di Torino ha detto ai giudici fiorentini di aver saputo dell'assalto ma di non avervi partecipato. Fini in una tragedia, un poliziotto fu ammazzato in via delle Casine, il piano falli. Si sparò con le pistole e con i mitra e si gettò una bomba a mano: ora le accuse sono pesanti, fra le altre omicidio e strage. Scrivono i magistrati: «E'da rilevare che per una se¬ rie di imputati dichiarazioni accusatorie sono state rese da persone di rilievo nell'organizzazione Prima linea». Dunque i pentiti. Si ricordano le dichiarazioni di Roberto Sandalo, quelle di Fabrizio Giai, quelle di Marco Barbone. Hanno collaborato in tredici e ognuno, si sottolinea, ha dato un apporto concreto. Ila raccontato cosi, Rocco Damone. il suo ingresso nel gruppo: 'La Gianna e il Lucio mi chiesero se ero disponibile ad entrare in una struttura politico-militare. Si qualificarono come appartenenti a Prima linea, spiegarono le strutture dell'organizzazione esponendo le differenze tra Br e PI dando informazioni sui vari livelli organizzativi di Prima linea, dicendo che necessitava la creazione di squadre per colmare il distacco tra le organizzazioni centrali e la massa, cioè il proletariato, fornendo inoltre chiarimenti e delucidazioni sui compiti delle squadre, che dapprima dovevano acquisire "notizie" su persone della zona che potevano costituire possibili obiettivi nella prospettiva di una "evoluzione in senso militare"». Poi la parabola si conclude. I primi arresti nella notte tra il 16 e il 17 maggio '79, gli ultimi nella notte del 3 dicembre '80. quando cadde nelle mani degli uomini dell'Antiguerriglia Susanna Ronconi, Vincenzo Tessandori

Luoghi citati: Arezzo, Firenze, Torino, Toscana