Mitterrand e Marchais arrabbiati con Mosca

Mitterrand e Marchais arrabbiati con Mosca Per l'elogio di Giscard Mitterrand e Marchais arrabbiati con Mosca DAL NOSTRO CORRI8PONDENTE PARIGI — L'-investitura» di Giscard da parte sovietica, con il positivo bilancio della sua presidenza pubblicata sulla Pravda, ha scatenato aspre polemiche in Francia. L'Eliseo tace di fronte all'imbarazzante attestato di buona condotta concessogli dal Cremlino; protestano furibondi comunisti e socialisti, e con velenosa ironia reagiscono i neogollisti. Marchais, al quale la Pravda rende gli -onori delle armi» ancor prima dell'apertura delle urne, ha affermato ieri durante una tournée elettorale a Limoges che «la politica francese non si fa né a Mosca, né a Washington, né a Bonn, né a Londra, ma in Francia». E, toccando la corda nazionalistica, ha concluso perentoriamente respingendo ogni «ingerenza esterna» nella politica francese. Ma questa violenza verbale non intacca l'allineamento della direzione del pcf sulle posizioni russe, né toglie le ambiguità della campagna elettorale del partito comunista, violentemente antiMitlerrand e di conseguenza obiettivamente alleata di Giscard. Attraverso uno dei suoi dirigenti, Pierre Beregovoy, il partito socialista denuncia «l'inammissibile ingerenza della Pravda negli affari interni francesi», ricordando che già nel 74, quando erano rimasti in lizza Giscard e Mitterrand, l'ambasciatore sovietico a Parigi, Shervonenko, aveva reso ostentatamente visita all'alloro ministro delle Finanze, provocando dure reazioni della sinistra allora unita. Un altro dirigente socialista, Georges Sarre, approfitta perciò di questo incidente per chiedere al pcf di chiarire ogni equivoco sulla sua condotta, dicendo subito quale sarà la consegna data agli elettori comunisti al secondo turno se Mitterrand resterà in lizza contro Giscard. Infine, con perfida soddisfazione, i sostenitori di Chirac sottlineano, con il capo gruppo parlamentare Labbé, che «L'Urss preferisce un presidente debole». E il segretario generale del movimento neogollista, Pons, aggiunge che «certi elogi sono più ingombranti delle critiche, e rischiano di avere l'effetto opposto a quello sperato dai loro autori». In realtà, andando indietro nella storia della Quinta Repubblica ci si accorge che l'Urss ha sempre tradizionalmente mostrato il suo favore al generale De Gaulle (che aveva ritirato la Francia dalla Nato, avviando una politica di indipendenza dai due blocchi e di dialogo -privilegiato» con l'Urss) e ai suoi successori che si richiamavano a questa dottrina, assicurandone la continuità. Cosi era avvenuto con lo stesso De Gaulle nel '65, quando il generale era stato costretto al ballottaggio da Mitterrand, e nel '69, quando Mosca aveva indicato la sua preferenza per Pompidou contro il centrista Poher. p. pat.