Cresce la rabbia a Bacioni «Nulla cambiato dal 76» di Bernard Guetta
Cresce la rabbia a Bacioni «Nulla cambiato dal 76» Nuovi timori in Polonia dopo le speranze di tregua Cresce la rabbia a Bacioni «Nulla cambiato dal 76» «Solidarietà» chiede che i responsabili della repressione di quell'anno sianosostituft^^ NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE VARSAVIA — Sono bastate poche ore per verificare la fragilità dei risultati dei colloqui tra Walesa e il generale Jaruzelski. Su due problemi soprattutto il gentlemen agreement da loro stretto martedì sì è dissolto. La tensione sta aumentando in modo preoccupante. Prima di tutto a Radom, la città a cento chilometri da Varsavia dove nel giugno del '76 esplosero violente manifestazioni operaie che costrinsero Gierek ad annullare i forti aumenti dei prezzi. I disordini provocarono una brutale repressione: fu allora che una ventina di intellettuali di Varsavia, tra cui Kuron e Michnik, fondarono il Comitato di difesa operaia, da cui nacque poi il Comitato di autodifesa sociale. Contro ogni previsione, questo piccolo gruppo riuscì, dopo una lunga battaglia d'opinione, e dopo aver organizzato aiuti per gli operai arrestati, ad ottenere da Gierek, nel luglio del '77, una amnistia generale. Dopo tre anni e mezzo, la vicenda ritorna d'attualità. I responsabili della repressione del '76. il primo segretario del partito Prokopiar, il prefetto Mackowski e il capo della polizia Mozgawe sono ancora ai loro posti e continuano a prendere misure intimidatorie nei confronti degli operai Gli operai, esasperati, sono passati alla controffensiva. E non solo vogliono che i tre responsabili della repressione del '76 siano sostituiti, ma vogliono anche onorare il loro debito di riconoscenza con il Kor, prendendo la difesa dei suoi militanti. Giovedì 5 marzo, subito dopo l'incriminazione di Jacek Kuron, il leader di quel movimento, hanno protestato con il primo ministro. Due giorni dopo, alla riunione della Commissione nazionale di «Solidarietà», hanno chiesto una dura presa di posizione. Dopo una discussione serrata, la commissione ha accettato che il trasferimento dei tre dirigenti di Radom fosse tra gli argomenti principali in discussione nell'incontro tra Walesa e Jaruzelski. Lunedi scorso, il vice premier Rakowski aveva assicurato il presidente di «Solidarietà» che il primo segretario e il prefetto sarebbero stati sostituiti, ma aveva chiesto che finisse la campagna contro di loro. Manifesti di critica sono apparsi invece in tutta la città. Martedì sera il generale Jaruzelski ha confermato a Walesa le assicurazioni di Rakowski. Tuttavia, mentre a Lodz è stato raggiunto un accordo, a Radom la tensione cresce. Mercoledì i contadini di un villaggio vicino hanno minacciato di occupare la prefettura se non fossero stati sbloccati immediatamente i crediti per la costruzione di una scuola. Le autorità hanno ceduto, ma ormai il meccanismo si era innescato. Giovedì, infine, duecento delegati delle fabbriche di Radom hanno preparato una piattaforma con diciotto rivendicazioni e hanno deciso di organizzare per mercoledì prossimo uno sciopero di due ore seguito, se necessario, da uno sciopero generale in tutta la regione, se non si inizieranno i negoziati. Oltre alla sostituzione dei tre dirigenti, gli operai chiedono che siano adottate sanzioni contro gli organizzatori della -strada della salute» (i manifestanti venivano fatti passare tra i poliziotti, che li bastonavano) e contro i magistrati colpevoli di aver truccato i processi. Inoltre si chiede una nuova inchiesta sulla morte di un sacerdote, Roman Kotlarz, che subì una misteriosa ag¬ gressione dopo aver appoggiato le rivendicazioni operaie. La provincia di Radom dovrà ricevere un 'Compenso» per le 'repressioni economiche» di cui fu vittima dopo il 1976. Gli operai chiedono inoltre che alcuni edifici in costruzione e destinati alla polizia siano utilizzati per «scopi sociali»; la fine delle persecuzioni contro i militanti sindacali e la reintegrazione nell'incarico di coloro che sono stati licenziati dal tribunale e dalle imprese dipendenti dal ministero dell'Interno; la partecipazione di «Solidarietà rurale» alle decisioni che riguardano l'economia agricola. Il sindacato vuole infine che sia eretta una lapide commemorativa degli avvenimenti del giugno 1976. Bernard Guetta Copyright 1 Ah Monde e per l'Italia 1 .a Stampa
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