Alla scuola delle «teste d'uovo» di Paolo Patruno

Alla scuola delle «teste d'uovo» I PRIMI ITALIANI AI CORSI CHE SEGUI' GISCARD Alla scuola delle «teste d'uovo» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Nella scuola che seleziona e forma le «teste d'uovo» dell'amministrazione e poi spesso anche i leader della politica francese hanno fatto finalmente il loro ingresso anche allievi italiani. In tre hanno partecipato con profitto ai corsi dell'anno accademico appena concluso, altri due hanno iniziato la nuova annata di studi, insieme con un drappello di inglesi, americani, tedeschi, giapponesi, africani, che ricercano nella celebre «Ena» il passaporto di efficienza e di formazione professionale da mettere a profitto al rientro in patria nelle rispettive amministrazioni. L'..Ecole normale d'amministration» è infatti una delle scuole post-universitarie più quotate al mondo. Fondata da De Gaulle alla fine della guerra dietro suggerimento di Michel Debré. l'.Ena» ha formato in poco più di tren t'anni una generazione di abilissimi gran commis dello Sta to francese. -Qui, attraverso il tirocinio di due anni e mezzo di studi severi, pesanti, noi diamo allo Stato servitori di qualità, dice con orgoglio il direttore della scuola, Blanc senza costituire una casta». Bisogna aggiungere che se non si tratta di una casta, cer to chi ha frequentato l'.Ena» ha la consapevolezza di far parte di un club riservato do¬ ve l'intelletto si abbina a una ferrea volontà, due qualità che formano i «capi» per eccellenza. Qualche esempio di allievi illustri della scuola? Naturalmente di qui è passato Valéry Giscard d'Estaing, come anche Jacques Chirac, Francois-Poncet e Rocard, Peyrefitte e Poniatowski, tutti nomi che figurano nel Gotha della politica francese e che hanno fatto il loro tirocinio, terminata l'.Ena». nell'amministrazione statale. In questo «tempio» della funzionalità, ed efficienza amministrativa, sono entrati nei mesi scorsi per interessamento del nostro governo e la fattiva opera dell'ambasciata italiana a Parigi, Antonio Zanardi Landi. Ludovico Gavotti e Gianni Giorgi, che hanno seguito con profitto i corsi generali riservati agli allievi stranieri e per gli stages pratici presso gli uffici dell'amministrazione francese che completano e arricchiscono di esperienza concreta il ciclo di formazione. Al termine dei corsi, il direttore della scuola. Blanc. ha tenuto a esprimere con una lettera all'ambasciata di Parigi l'apprezzamento dell'«Ena» per il rendimento dei tre giovani funzionari italiani, che hanno permesso -il successo dell'esperimento' incitando al proseguimento di questa fruttuosa esperienza. Che cosa pensano di questa loro partecipazione all'Ena i tre allievi italiani? Antonio Zanardi Landi, 30 anni, funzionario del ministero degli Esteri dice: «Quello che mi ha colpito di più in questa scuola, che è di selezione più che di formazione, è il materiale umano di altissimo livello, con una capacità di studio e di lettura eccezionale*. Un'annotazione curiosa: all'«Ena» si imparano a leggere fino a mille parole al minuto, invece delle 300 normali. «Afa non si deve credere che i partecipanti vengano allevati uniformemente, come in una serra, aggiunge il giovane funzionario italiano, qui, attraverso gli stages organizzati regolarmente presso le prefetture, i ministeri come anche le grandi banche o le maggiori industrie, si tende a diversificare le esperienze di ciascun allievo'. Per Gianni Giorgi, 31 anni, funzionario della Regione Lombardia: *L"'Ena" è un biglietto da insita, e tutto sommato un "mito" non usurpato. Abbiamo avuto qui un'esperienza positiva, sprovincializzante. Però, non basta certo copiare semplicemente V'Ena" per formare quadri amministrativi efficienti. In Italia si dovrebbe puntare piuttosto sull'organizzazione della formazione dei funzionari addetti all'amministrazione*. Infine. Ludovico Gavotti. trentenne consigliere del ministero delle Finanze, è entu¬ siasta sia dei corsi scolastici che dei numerosi stages pratici effettuati presso l'amministrazione francese: «Qui ci troviamo di fronte a un'amministrazione che funziona veramente, dice Gavotti, rispetto a'no> italiani, sono molto più uvunti. Per me, funzionario delle Finanze, quello che .impressiona di più è la formazione dei funzionari e ispettori delle imposte. Infine ancora un rilievo importante: in questi corsi presso le prefetture, gli allievi stranieri dell' "Ena" non stanno semplicemente a guardare, ma vengono considerati e trattati come funzionari francesi, gli si affidano compiti rilevanti, li si fanno partecipare a decisioni ». Da queste dichiarazioni dei primi tre italiani allievi dell' "Ena", traspare quindi chiaramente la giustezza di questa iniziativa, che viene ora proseguita: Giorgi e Zanardi Landi sono già ripartiti per l'Italia, ma Gavotti è rimasto a Parigi per un ulteriore corso di approfondimento e a lui si è già aggiunto un altro funzionario degli Esteri. Colasanti. E altri ne seguiranno l'anno prossimo, per il nuovo corso nella più celebre scuola dei «cervelli» dell'amministrazione francese. Visto che la scuola non si può trasportare, almeno mandiamo qui i funzionari per apprendere i segreti del mestiere. Paolo Patruno

Luoghi citati: Italia, Lombardia, Parigi