In Regione si riconosce necessario il nucleare
In Regione si riconosce necessario il nucleare Cinque ore di dibattito a Palazzo Lascaris In Regione si riconosce necessario il nucleare Ma giunta e consiglio devono prendersi tutta la responsabili» tà della scelta? - Su questo punto pei e psi sono ancora divisi La crisi energetica è arrivata in consiglio regionale e poiché energia è, nella cosiderazione comune, sinonimo di elettricità, la domanda è: la Regione vuole o no la nuova centrale che si rivela sempre più necessaria? La risposta, come in un romanzo d'appendice, alla prossima puntata. Perché dopo cinque ore di discussione si è rinviato tutto a mercoledì prossimo. In questo clima di suspense vediamo le posizioni. Viglione: «Non c'è iniziativa di produzione energetica che non trovi forti opposizioni: così per l'idroelettrica (centrali del Gesso, diga del Moiola), il carbone a Chivasso, il nucleare a Trino o Filippona. Bisogna uscire da questa logica di opposizione per andare a scelte precise nelle quali debbono trovare spazio tutte le energie, specie rinnovabili, ma non dilazionare oltre la scelta dei siti per l'impianto nucleare e attivare un processo concreto di costruzione garantendo la sicurezza dell'ambiente, un adeguato livello occupazionale, un salto decisivo nella ricerca e nel terziario superiore, come previsto dal programma regionale». Ma il comunista Ferro prende subito le distanze: riconferma che il suo partito non è ^pregiudizialmente contrario» al nucleare, parla di necessarie garanzie e precisa: » Queste garanzie non possiamo darle noi, Regione Piemonte». E' compito dello Stato. Solo successivamente «se si ritiene che una delle due aree individuate in Piemonte tenendo conto dei problemi di garanzia e di sicurezza è tra le più sicure del Nord Italia, solo a questo punto, come Regione, dovremo fare fino in fondo il nostro dovere, dovremo esserci anche noi e non solo noi a sostenere il confronto con le popolazioni dell'area interessata». Quindi, non iniziativa immediata. Mignone, capogruppo psdi, ribadisce che « il nucleare è indispensabile» e che questa è stata 'la condizione per l'ingresso del psdi nella maggioranza regionale e poi in giunta». Del resto il programma sostiene questa tesi. A proposito della rsponsàbilita diretta della Regione, l'assessore Salerno (psi) nella sua relazione che ha dato avvio al dibattito afferma: «71 Piemonte rifiuta di percorrere la strada dei silenzi e dei rinvìi e vuole assumersi direttamente la responsabilità che tale scelta comporta, chiamando il governo e, in prima persona, il ministro dell'Industria a partecipare anche in sede di consultazione ai dibattiti che su questo tema saranno organizzati». Viglione, che il 27 gennaio aveva presentato una mozione chiedendo 'l'inizio della procedura per l'individuazione dei siti di impianti nucleari», ha visto le proprie idee accolte dall'assessore e quindi ha ritirato il documento. Ma questa mozione aveva provocato martedì scorso nella riunione «politica» della maggioranza (giunta più i tre capigruppo) un violento contrasto tra Viglione e Sanlorenzo il quale minacciava, regolamento alla mano, di farla decadere perché non firmata da cinque persone. Nettamente contrario al nucleare Montefalchesi (pdup) perché 'Scelta autoritaria e non controllabile democraticamente», favorevole invece la repubblicana Vetrino che ha ricordato al pei: mAnche voi un mese fa avete optato a Roma per questa scelta». La de per bocca di Petrini e Carletto constata che «sto prendendo sempre più corpo la convinzione della necessità della scelta nucleare» e chiede che vengano affrontati subito i problemi della sicurezza e dell'ambiente. Ma vuole che il ruolo regionale sia definito, cosi come i supporti finanziari per le iniziative sulle fonti rinnovabili. 'Il risparmio va fatto — dice Carletto — non è austerity, è buonsenso». E questo è un altro dei temi affrontati dalla relazione e dal dibattito (e vi hanno insi stito tra l'altro anche i missini Carazzoni e Majorino). Il liberale Marchini. che con i due colleghi aveva chiesto subito una decisione nucleare, illustra il suo documento, ma indugia anche in numerose critiche alla giunta per i ritardi, per la convenzione con l'Enel •fatta scavalcando il Consiglio», per la commissione ancora con Enel e Cnen per la scelta del sito nucleare, che ritiene ancora una volta al di fuori del Consiglio. Mettere d'accordo tutte queste tesi in un solo ordine del giorno è stato impossibile, cosi si è rinviato a mercoledì. Ma ormai le posizioni appaiono nette: la maggioranza non dirà di no alla centrale nucleare.
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