La Stet e la Flm verso l'accordo Una «cassa conguaglio» per la Sip? di Marco Borsa

La Stet e la Flm verso l'accordo Una «cassa conguaglio» per la Sip? Mentre nel settore si profila la cassa integrazione per 30 mila dipendenti La Stet e la Flm verso l'accordo Una «cassa conguaglio» per la Sip? La società telefonica riprenderà gli investimenti dall'82 - Previsto un piano di ricapitalizzazione MILANO — Un accordo di massima si sta delineando fra il gruppo Stet e i sindacati sulle linee strategiche di un piano di risanamento e sviluppo del settore delle telecomunicazioni. Questo in sintesi è quanto è emerso nel primo degli incontri fra la Firn e la Flt (federazioni dei meccanici e dei telefonici) da una parte e la Stet, la Sip e la I taltei dall'altra. Primo punto di intesa fra le due parti la creazione di una cassa conguaglio fra l'azienda che gestisce i telefoni di Stato con il controllo di gran parte delle comunicazioni interurbane che rendono molto e la Sip, a cui fa capo la rete urbana, la meno redditizia. Una riunificazione permetterebbe di compensare i 400 miliardi di perdite Sip con i 400 miliardi di utili dall'altra parte dando alla telefonia i mezzi finanziari necessari a non rincorrere costantemente gli aumenti nei costi con aumenti delle tariffe telefoniche. Senza contare che, come ha spiegato l'amministratore delegato della Stet Michele Principe, se potranno essere inglobati gli utili dei telefoni di Stato -le banche sarebbero più disponibili a finanziare la telefonia e in particolare la Stet*. Il secondo nodo affrontato nella discussione, collegato al primo, è stato quello della drastica riduzione degli investimenti Sip quest'anno (da 2700 a 2000 miliardi) che coin¬ volgerà 30 mila occupati (su un totale di 60 mila) nelle aziende manifatturiere e di appalti (di cui 8000 nella sola Italtel) che dovranno essere messi in cassa integrazione. La Sip si è impegnata a riprendere l'anno prossimo gli investimenti presentando un piano che prevede la spesa di 2950 miliardi nel 1982 e di 3330 miliardi nel 1983 mentre i sindacati hanno chiesto e ottenuto un impegno esplicito ad evitare i licenziamenti in cambio dell'aiuto a superare le momentanee difficolta. L'amministratore della Stet ha infine illustrato altri due punti importanti del risanamento del gruppo e cioè la ricapitalizzazione di Stet, Sip e manifatturiere Iri (Italtel) attraverso la richiesta di un aumento dei fondi di dotazione a valere sui 1780 miliardi previsti per l'Ir! nel triennio 1981-'83. e la richiesta di fondi per la ricerca da attingere dai 1600 miliardi stanziati dalla 675 per l'auto, la chimica e l'elettronica. Con queste premesse dovrebbero essere garantiti tre punti che rappresentano la base di una possibile intesa aziende, governo, sindacati: risanamento e sviluppo del settore delle telecomunicazioni, nessun licenziamento, aumenti futuri delle tariffe telefoniche a tassi inferiori all'inflazione. Su quest'ultimo punto c'è un impegno esplicito della Stet accolto molto favorevolmente dai sindacati. Per rasserenare l'atmosfera la Stet ha infine invitato il sindacato a chiudere la vertenza Italtel entro il mese ('Sono pronto a discutere qualsiasi problema giorno e notte', ha detto Principe), invito che è stato accolto dai rappresentanti dei lavoratori. 'Aderiamo all'invito Stet per una trattativa stringente sulla vertema Italtel allo scopo di accelerare il risanamento e 10 sviluppo dell'azienda che è la parte portante della nostra piattaforma', ha dichiarato Umberto Pedrone, segretario lombardo della Firn che ha partecipato all'incontro. L'Italtel ha chiuso il 1980 con una perdita di 180 miliardi su un fatturato di circa 700. Due sono i punti di debolezza della società illustrati dai dirigenti: un grosso magazzino e un eccesso di addetti che si manifesterà soprattutto con 11 passaggio dalle centrali meccaniche a quelle elettroniche (prossimi 3-4 anni). Per risolvere questi problemi occorrerà, perciò, è stato convenuto, ricorrere sia alla cassa integrazione, già a partire da quest'anno, che alla mobilità all'interno del gruppo con passaggi eventuali di dipendenti dalla Italtel alla Sip e alla Selenia. A dare alla strategia nuova per le telecomunicazioni un avvio deciso manca l'assenso del governo su cui sono destinate a convergere le pressioni sia delle aziende che del sindacato.' Marco Borsa

Persone citate: Michele Principe, Umberto Pedrone

Luoghi citati: Milano