«Saremo i primi in Europa»

«Saremo i primi in Europa» Parla il presidente della Occidental Petroleum «Saremo i primi in Europa» Zoltan Merzsei è entusiasta dell'accordo con l'Eni - «Ci completiamo a vicenda, la società che nascerà sarà un modello di efficienza» - Il campo di attività sarà il carbone in America e la chimica in Italia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — -E' un matrimonio d'amore* mi dice Zoltan Merszei. «Ci siamo piaciuti subito a vicenda*. Parla — è naturale — dell'accordo siglato la scorsa settimana a Los Angeles tra l'Eni e la Occidental Petroleum. «Ci complementiamo», prosegue. -L'Eni eccelle nelle tecnologie, la Occidental Petroleum nel management. L'Eni aveva bisogno di diversificare l'approvvigionamento energetico, l'Occidental Petroleum di entrare nella petrolchimica europea». Riflette un istante: «Sarà un matrimonio molto felice, molto riuscito. Le garantisco che tra cinque anni, non di più, la nostra joim venture, la società mista che costituiremo, figurerà al primo posto in Europa*. Al primo posto in base a quale misura? -L'unica che conta: quella del profitto, e dunque dell'efficienza». Al telefono da Washington, dove deve incontrare alcuni membri del governo, Zoltan Merszei sembra entusiasta dell'intesa italo-americana. Merszei è uno dei delfini, forse il delfino, di Armand Hammer, l'eccentrico ottuagenario «padrone» della Occidental Petroleum. Vicepresidente della compagnia, ne dirige in particolare il settore petrolchimico, raccolto nella Hooker. In tale campo, Merszei è considerato un mago, meglio, una sorta di re Mida, che trasforma in oro tutto ciò che tocca. Si è fatto le ossa per trent'anni alla Dow Chemical, in Europa innanzitutto. Vecchio amico di Grandi, è stato il «motore» da questa parte dell'Atlantico dell'accordo con l'Eni, il primo nel suo genere della Occidental Petroleum. -Gli italiani e noi ci siamo cercati reciprocamente* riprende Merszei. -L'Eni aveva due problemi: espandersi al di fuori del settore petrolifero, e garantirsi attivi crescenti per il futuro. Noi potevamo risolverglieli tutti e due: la compagnia infatti possiede il 10 per cento circa delle immense riserve americane di carbone, più di 4 miliardi di tonnellate, e ha un'esperienza gestionale sema pari*. -Da parte nostra* aggiunge Merszei «esistevano due problemi diversi: allargare le attività successive all'estrazione dell'energia, e superare i confini nazionali. L'intesa con gli italiani significava cogliere due piccioni con una fava*. Mi fa notare le dimensioni della joint venture: 1 miliardo 100 milioni di dollari di capitale. Nel comunicato successivo alla sigla a Los Angeles, Ar- mand Hammer ha espresso la propria soddifazione per essersi assicurato «uno sviluppo più differenziato e di carattere internazionale* e al tempo stesso «per aver potuto aiutare l'Italia*. Hammer è un gigante della mitologia industriale americana: in un ventennio, ha trasformato la Occidental Petroleum da una società con otto pozzi asfittici nel dodicesimo complesso del settore, con un fatturato di oltre 10 miliardi di dollari nel '79 (l'anno scorso, il fatturato dell'Eni è stato di 30 miliardi di dollari). Commenta Merszei: -L'aiuto è reciproco. Regioni da voi in difficoltà, come la Sardegna, trarranno vantaggio dall'accordo: ma esso gioverà anche alla nostra affiliata per il carbone, la Iron Creek Coal Company*. Zoltan Merszei sottolinea che la firma del contratto vero e proprio avverrà solo tra sei mesi, e rifiuta perciò di identificare gli impianti chimici ubicati in Italia, -già operanti o in costruzione* nonché le miniere di carbone ubicate negli Stati Uniti, che comunque sono 4, con riserve, precisa, di 350 milioni di tonnellate. A suo parere, il prossimo semestre porterà alla messa a punto dei progetti della joint venture «in uno spirito di assoluto rispetto reciproco e calorosa collaborazione*. .In un futuro più lontano* osserva -l'intesa potrebbe farsi più stretta e investire altri campi: potremmo lavorare insieme alla soluzione dei grandi problemi energetici che si prospettano per tutti*. Merszei, 57 anni, sposato e con tre figli -che fortunatamente* esclama-hanno scelto di lavorare in banca», passa per un dirigente tanto severo quanto franco. -L'investimento nel carbone americano* dichiara «non solo è politicamente più sicuro dell'Eni: presto sarà anche più economico. Il presidente Reagan sta modificando le leggi antinquinamento e con le esenzioni fiscali ciò consentirà un notevole recupero di produttività. Siamo già competitivi col Sud Africa per via dei trasporti, e ci avvicineremo alla Polonia*. -Inoltre» prosegue -sperimentiamo la gassificazione del carbone, che potrebbe segnare una svolta decisiva. Sono considerazioni importanti, nell'attuale congiuntura petrolifera». Il vicepresidente della Occidental Petroleum conclude la telefonata ridendo. -Gli unici che devono preoccuparsi del nostro accordo con l'Eni sono i concorrenti europei. Nella petrolchimica, tedeschi, inglesi, francesi si sono sempre lamentati che gli italiani destabilizzavano il mercato. Adesso si accorgeranno che invece lo metteremo in ordine. Ma nel nostro interesse, ovviamente possediamo i capitali, le attrezzature e il know-how necessari». Ritorna sulla prò messa di imporre la joint ven ture all'attenzione del mondo in un quinquennio: - Vedrete^ dice -questa specie di scambio tra impianti chimici e miniere di carbone che abbiamo fatto per creare la nuova società porterà lavoro e profitto reciproci». Ennio Carello

Persone citate: Armand Hammer, Ennio Carello, Hammer, Hooker, Iron, Mida, Zoltan Merszei