Benzinai sotto accusa per i «coupons» falsi

Benzinai sotto accusa per i «coupons» falsi Un traffico che risale al '77 Benzinai sotto accusa per i «coupons» falsi TORINO — Trenta gestori di pompe di benzina del Piemonte (Novara, Vercelli, Cuneo, Torino e Valle di Susa) e della Valle d'Aosta sono sotto inchiesta da parte del giudice istruttore De Scimone, del tribunale di Belluno, per un traffico di buoni benzina, i «coupons» che negli anni addietro venivano consegnati ai turisti stranieri. L'indagine, iniziata dalla Guardia di Finanza, coinvolge anche benzinai della Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Alto Adige. Toscana e Abruzzo, in totale sessantadue; i reati sarebbero stati commessi nel 1977. I benzinai avrebbero violato la legge 474 del 2 luglio 1957 che regola il commercio sugli oli minerali e prevede pene severe. Il magistrato sta ora lavorando in collaborazione con 1 colleghi delle altre regioni per individuare la consistenza di questo traffico e delinearne i precisi contorni e i metodi seguiti. In proposito il vice pretore di Susa, dottor Bianco Dolino, nei giorni scorsi ha interrogato cinque gestori della Valle di Susa coinvolti nell'inchiesta. Sono Sergio Enrico, corso Stati Uniti 18. Susa: Franco Cappelli, Oulx: Edmondo Jannon, frazione S. Giuliano di Susa; Augusto Loqui, Chiomonte; Mario Bunino, Venaus. Dalle indagini della Finanza e del magistrato è emerso che nel 1977, nelle località indicate, sarebbero stati messi in commercio duemila buoni-benzina per migliala e migliaia di litri di carburante. Li avrebbe diffusi un olandese residente in Francia, a Cannes, che venne arrestato e poi rimesso in libertà provvisoria. L'uomo aveva piazzato i «coupons» ai distributori che lui aveva ottenuto con false carte carburante. I gestori, in buona fede o no, ne erano venuti in possesso e successivamente li avrebbero ripresentati alle compagnie petrolifere — compilati regolarmente — per ottenere il rimborso. Le indagini tendono ad accertare a quanto ammonta il danno subito dallo Stato, che dovrebbe comunque aggirarsi su una cifra di vari milioni. Il meccanismo della frode si basava sulle differenze di prezzo del carburante venduto agli stranieri o agli automobilisti italiani. Nel 1977 la benzina costava 500 lire il litro; ai turisti veniva fatta pagare appena 270: bastava che su ogni «coupon» fosse indicata la targa di un'auto straniera perché la benzina erogata venisse rimborsata a prezzo di mercato dallo Stato alle compagnie petrolifere e di conseguenza ai distributori. g.d.

Persone citate: Bianco Dolino, De Scimone, Edmondo Jannon, Franco Cappelli, Mario Bunino, Sergio Enrico