Mosca accenna con prudenza alle possibilità di dialogo di Fabio Galvano
Mosca accenna con prudenza alle possibilità di dialogo Mosca accenna con prudenza alle possibilità di dialogo La propaganda sovietica ha sospeso gli attacchi a Bonn - Sottolineata l'eventualità di negoziati sugli euromissili già in giugno Riferite le frasi distensive dell'ex presidente Ford a Parigi DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — L'Urss non si abbandona a facili entusiasmi, neppure nel momento in cui — per la prima volta da due anni — si profila la possibilità di una ripresa del dialogo con gli Usa. Sui colloqui americani del ministro tedesco degli esteri Genscher, dai quali è emersa la disponibilità della Casa Bianca a raccogliere l'invito per un vertice con Breznev, i mass media continuano a tacere. Ma ieri, per la prima volta dopo le graffiami polemiche delle ultime settimane con la nuova amministrazione Usa, la tv sovietica ha riferito con un certo compiacimento le dichiarazioni parigine dell'ex presidente Ford, secondo il quale «gli Stati Uniti sono pronti ad appoggiare la distensione». Non è molto, soprattutto di fronte alle continue accuse che Mosca rivolge agli americani su una miriade di argomenti; ma è già qualcosa di fronte al silenzio che qui perdura sulla stessa mossa sovietica che ha dato il via al nuovo fermento diplomatico, e cioè le lettere inviate da Breznev ai governi occidentali. La tv sovietica, in quello che rimarrà forse ancora per un giorno o due l'unico accenno ai colloqui di Genscher con Reagan e Haig, ha sottolineato la possibilità di un negoziato sugli euromissili già a giugno, osservando tuttavia che •gli Usa vogliono affrontarlo da posizioni di forza- e lasciando intendere che questo è inaccettabile. Se il Cremlino nutre concrete speranze nel messaggio «globale» di cui Genscher sarà latore, certamente non lo dà a vedere. Della sua imminente visita (dal 25 al 27 marzo) non si è finora fatta parola, come non si è accennato al viaggio che il ministro degli Esteri tedesco intraprenderà in Polonia il 19 e 20. Soltanto a livello ufficioso i sovietici ammettono che l'iniziativa diplomatica di Bonn potrebbe rappresentare lo sbocco di quella «offensiva di pace» lanciata da Breznev al recente congresso del pcus. In attesa di eventi, di sviluppi concreti, Mosca non interrompe il suo fuoco polemico contro gli Stati Uniti e la Nato. Ieri, per esempio, la Tass denunciava per l'ennesima volta le •pressioni- di Washington sugli alleati europei, ai quali si richiederebbe «una maggiore obbedienza- e soprattutto un impegno oltre i confini dell'Europa; in un altro intervento l'agenzia ufficiale sovietica denunciava il nuovo «codice di condottadelia. Cia che, secondo i russi, equivale a dare ai servizi segreti Usa carta bianca nel campo -del sabotaggio e dell'attività terroristica contro altri Paesi-; e ancora la Tass se la prendeva con le intenzioni americane di •legalizzare l'assistenza diretta alle bande terroristiche che combattono il governo dell'Angola-. Da questo ventaglio polemico si salva, per la prima volta da alcuni giorni, la Germania di Bonn, che non era stata risparmiata neppure il giorno in cui Genscher annunciò l'imminente viaggio a Mosca. Ma la Polonia, la cui sicurezza interna è uno dei punti intangibili — si potrebbe dire una condizione — della disponibilità americana a riprendere il dialogo con l'Urss, è nuovamente nel mirino sovietico. In un attacco alla «Confederazione per la Polonia indipendente», definita 'Controrivoluzionaria- e accusata di svolgere attività 'Contro lo Stato e antisovietica-, si rivela l'esistenza di fotografie e altri documenti che proverebbero «i legami di membri e dirigenti della Confederazione con Paesi stranieri, fra i quali i revanscisti tedesco-occidentali, ex agenti della Gestapo come per esempio Ganff-. Della Polonia, che rappresenterà più dell'Afghanistan il punto cruciale del nuovo auspicato dialogo fra le superpotenze, non si dice però di quella che agli americani appare oggi come una precisa minaccia, e cioè le prossime esercitazioni militari «Sojuz 81». Quando le esercitazioni furono annunciate, alcune settimane fa, il quotidiano dell'esercito Stella Rossa le definì 'di routine-. Di fatto tutti gli anni si svolgono, nei Paesi dell'Europa orientale, manovre primaverili con la partecipazione di reparti sovietici, per 'perfezionare l'intesa e la cooperazione degli Stati Maggiori delle Forze armate fraterne nelle loro azioni congiunte-. Fabio Galvano
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