Reagan accetta a metà la proposta di Breznev di Ennio Caretto

Reagan accetta a metà la proposta di Breznev Messaggio affidato alla Germania di Bonn Reagan accetta a metà la proposta di Breznev Alla fine del mese il ministro Genscher porterà a Mosca la risposta del presidente americano - Condizioni per il vertice (possibile il prossimo autunno): nessun intervento in H'espansione nelle «aree calde», «disponibilità» per l'Afghanistan ricano Polonia, arresto dell'espansione DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — A Varsavia la prossima settimana e a Mosca alla fine del mese, il ministro degli Esteri tedesco Genscher consegnerà ai leaders polacchi e sovietici un importante messaggio del presidente Reagan e del cancelliere Schmidt. Il messaggio dice che i negoziati sulla limitazione degli euromissili e il vertice tra lo stesso Reagan e Breznev potranno svolgersi rispettivamente la prossima estate e il prossimo autunno, ma solo se l'Urss abbandonerà ogni tentativo di intervento in Polonia. Perché il dialogo tra le superpotenze si riallacci, aggiunge anche il messaggio, il Cremlino dovrà soddisfare altre due condizioni: arrestare l'espansione nelle aree calde del mondo, dall'America Centrale all'Africa, e farla cessare a Cuba: dare -segni concreti» di disponibilità al ritiro delle truppe dall'Afghanistan e a una soluzione politica del problema. Né Genscher, che ha lasciato ieri Washington dopo due giorni di fitte consultazioni coi leaders americani, né gli ospiti hanno parlato espressamente del messaggio. Ma in un comunicato sottoscritto anche dal segretario di Stato Haig, il ministro degli Esteri tedesco ha dichiarato che dai colloqui è emersa «una valutazione positiva di un vertice tra Breznev e Reagan, adeguatamente preparato... Sempreché non accada nulla prima di esso che lo vanifichi». Il comunicato ha precisato che deve essere permesso alla Polonia 'di risolvere pacificamente e da sola i suoi problemi». 'Qualsiasi intervento esterno — afferma il documento — cambierebbe l'intera situazione internazionale». Haig e Genscher avevano dedicato alla Polonia l'ultima parte delle loro consultazioni, soffermandosi in particolare sull'annuncio delle imminenti manovre militari del Patto di Varsavia. Nel messaggio di cui Genscher è latore non si parla né delle contromisure che gli Stati Uniti prenderebbero se l'Urss non accettasse queste condizioni, né delle altre, ancora più gravi, che scaturirebbero da un'invasione della Polonia. Ma almeno le prime sono state indicate dal governo americano. In un'intervista alla tv, il presidente Reagan ha apertamente accennato al riarmo dei guerriglieri afghani, esaltandoli come combattenti per la libertà, e facendo capire che li appoggerebbe in un confronto più vasto con l'Urss. Ieri inoltre il dipartimento di Stato ha anticipato una richiesta al Congresso, la settimana prossima, per la revoca del bando alle forniture militari per i guerriglieri dell'Angola. Il bando, stabilito cinque anni fa, impedisce aiuti segreti o scoperti alle forze dell'aurata» di Sawimbi che lottano contro il regime comunista angolano. Con la controfferta per i negoziati e il vertice da un lato e con la minaccia di impegnare l'Urss e i suoi alleati su tutti i fronti possibili dall'altro, Reagan e Haig mettono cosi in pratica il principio del linkage, cioè del collegamento tra i massimi problemi internazionali, e quindi tra le loro soluzioni. Washington riafferma che la pace è indivisibile, e la sua preservazione dipende dall'osservanza di un rigido codice di condotta da parte del Cremlino. Impegnando l'Urss in Afghanistan, i leaders americani segnalerebbero il loro rifiuto all'estensione della dottrina di Breznev fuori dei confini del Patto di Varsavia. Impegnando Cuba nell'Angola, segnalerebbero la loro volontà di tagliare i bracci armati del Cremlino stesso nel Terzo Mondo. Reagan e Haig sono qui sorretti dalla logica che li ha fatti intervenire nel Salvador, e che li spinge a imporre una presenza militare Usa in Medio Oriente e nel Golfo Persico. Nella sostanza, con la missione di Genscher a Varsavia e a Mosca, d'accordo con la Germania Federale, la superpotenza risponde alla lettera di Breznev della settimana passata. Offre due alternative opposte: la prima è la ripresa della distensione nei termini enunciati dopo il ritiro del governo Carter, la seconda è l'escalation del riarmo e del confronto globale. Con cura, Washington ha finora evitato di precisare come reagirebbe a un colpo di forza a Varsavia del tipo di quello In Cecoslovacchia del '68. Ma non c'è dubbio che tornerebbe alla guerra fredda, e chiederebbe agli alleati europei di troncare certi rapporti con l'Urss, in particolare le importazioni di energia e le esportazioni delle alte tecnologie. Genscher ha avuto nettissima la sensazione dei pericoli a cui va incontro l'Occidente. Per questo, nonostante le esitazioni degli ultimi giorni, ha concordato una visita di Schmidt in America dal 20 al 23 maggio prossimi, con buon anticipo sulla conferenza di Ottawa. Ennio Caretto Il presidente Reagan