Per la Francia è urgente una risposta al Cremlino di Paolo Patruno

Per la Francia è urgente una risposta al Cremlino Per la Francia è urgente una risposta al Cremlino Sulla vicenda della lettera di Breznev si innestano anche motivi elettorali: Giscard non vuole che si appanni l'immagine di Parigi «interlocutore privilegiato» di Mosca - Preoccupazioni per Bonn DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI — Dall'Eliseo finora non sono filtrate indicazioni precise sul contenuto del messaggio inviato alla fine della scorsa settimana da Breznev a Giscard d'Estaing come agli altri leaders occidentali. Ma secondo numerosi commentatori è probabile che il presidente francese chiarisca al più presto la portata delle proposte sovietiche e della lettera giuntagli da Mosca per accreditare l'impressione (utile in periodo elettorale) che Parigi resta uno dei punti-chiave del dialogo Est-Ovest, anche dopo la ripresa dei contatti diretti fra il Cremlino e la Casa Bianca. Mosca continua in realtà a considerare la Francia giscardiana un suo «interlocutore privilegiato», come la Germania di Schmidt. Ed è significativo che nella sua offensiva diplomatica. l'Urss abbia messo al primo posto fra i destinatari occidentali dei suoi messaggi proprio Bonn e Parigi. Vi sono diversi fatti precisi che sorreggono la linea preferenziale di dialogo tra la Francia e l'Urss. Un tema concreto, e forse il più importante, è l'interesse di Parigi, e anche di Mosca, per il progetto di conferenza sul disarmo in Europa. Proposta dalla Francia, quest'iniziativa è stata approvata dall'amministrazione Reagan e ha trovato ultimamente qualche eco d'interesse anche al Cremlino. Nell'ultimo scambio di messaggi fra Giscard e Breznev, prima ancora che nell'intervento del leader sovietico, l'Unione Sovietica aveva infatti detto di essere disposta a estendere le cosiddette -misure di fiducia reciproca» al di là dei limiti fissati a Helsinki, cioè al territorio europeo dell'Urss (come richiesto da Parigi) in un cambio di analogo «ampliamento» da parte occidentale. Negli ambienti diplomatici della capitale francese si ritiene quindi che uno dei punti-chiave del messaggio di Breznev a Giscard d'Estaing riguardi proprio il tema del disarmo in Europa, con qualche chiarimento sulla posizione sovietica. Questo tema sarebbe poi collegato al problema dell'installazione degli euro-missili. L'argomento tocca solo marginalmente Parigi, che non fa parte del comando militare integrato dell'Alleanza Atlantica e non deve quindi ospitare le basi dei Cruise e dei Pershing. Ma la Francia è invece interessata direttamente, e anche preoccupata, dal progetto di «moratoria» nell'installazione dei missili a medio raggio che il messaggio di Breznev agli occidentali sembra contenere. E il motivo è semplice: la Francia intende continuare a sviluppare la sua force de frappe indipendentemente dalle trattative e dagli accordi Usa-Urss, e te- me che una «moratoria» finisca soprattutto per giovare all'Urss. che ha già una netta superiorità. Tutto questo rende indispensabile, secondo Parigi, una stretta sintonia nell'atteggiamento dei paesi europei fra di loro e poi di coordinazione con l'America di Reagan. La Francia appare quindi soddisfatta della volontà di dialogo con i partners occidentali che anima attualmente la diplomazia americana, ma esprime velate preoccupazioni per l'usura della leadership di Schmidt in Germania e per la ventilata disponibilità di Bonn ad assecondare le trattative con il Cremlino. A Parigi si ritiene comunque, ed è soprattutto l'interpretazione del Figaro a sostenerlo più chiaramente, che l'offensiva diplomatica sovietica abbia ormai sospinto -la palla nel campo occidentale», e che tardare troppo a rispondere alle pretese aperture di Mosca potrebbe significare un ulteriore peggioramento della situazione. Ma prima di muoversi per rispondere a Breznev è necessario coordinare una risposta articolata da parte degli alleati occidentali, ed è a questa fase che Parigi sta lavorando. Paolo Patruno