Senza assistenza 1500 ospedali di Gian Carlo Fossi

Senza assistenza 1500 ospedali Per lo sciopero dei medici Senza assistenza 1500 ospedali La de chiede al Parlamento norme sulle agitazioni nei pubblici servizi ROMA — Dopo quasi un mese di agitazioni, il nuovo sciopero dei medici ospedalieri — cominciato ieri per concludersi venerdì sera — ha determinato una situazione di caos e di allarme nei 1500 istituti pubblici di cura disseminati sull'intero territorio nazionale. Ai disagi per oltre 500.000 malati si aggiunge una perdita di circa 50 miliardi per ogni giorno di artificioso prolungamento della durata delle degenze. Le corsie e i reparti hanno raggiunto livelli di sovraffollamento mai toccati e, di conseguenza, è estremamente difficile ottenere nuovi ricoveri. L'assistenza ospedaliera normale è praticamente bloccata. Chiusi gli ambulatori interni, sospesi i controlli e le visite in corsia, rinviati gli interventi chirurgici non urgenti, differiti a dopo la conclusione dello sciopero analisi, accertamenti diagnostici, radiografie, i medici ospedalieri hanno assicurato soltanto il funziona.nento a pieno ritmo del pronto soccorso, della rianimazione, delle anestesie, dei servizi speciali, come ad esempio quelli a favore dei tossicodipendenti. Ovunque, le percentuali di astensione sono elevate: a Roma hanno oscillato fra il 70 e il 90 per cento. Oggi si fermano anche gli anestesisti aderenti al sindacato di categoria (Aaroi) e. per quattro ore, i medici psichiatri. Ma caos e disagi non finiranno con l'ultimo giorno dì sciopero, venerdì. A partire da lunedì prossimo, le tre organizzazioni dei medici ospedalieri (Anaao. Anpo, Cimo) hanno deciso un programma di astensioni a rotazione che prevede, a tempo indeterminato, un blocco articolato delle diverse attività assistenziali. In particoiare. lunedi i servizi di radiologia, martedì i reparti di analisi, mercoledì le divisioni e servizi medici e le specialità collaterali, giovedì i servizi di chirurgia, venerdì i servizi di anestesia. Primari, aiuti ed assistenti non intendono cedere. In attesa di un incontro con Forlani. previsto per oggi, ribadiscono la loro ferma protesta contro .la discriminazione attuata dal governo nei confronti della categoria rispetto alle nuove retribuzioni concesse ai medici generici». Il segretario del comitato di lotta dei tre sindacati, prof. Favelli, precisa: «Vociamo maggiori stipendi, non vogliamo essere presi in giro da nessuno e tanto meno essere considerati medici di serie B». La nuova «raffica» di scioperi nei servizi pubblici essenziali (agli ospedali si aggiungono gli aerei, i tram e gli autobus, il trasporto marittimo, ecc.) ha provocato drastiche reazioni a livello politico. Il presidente dei senatori de. De Giuseppe, non ha esitato a dichiarare: .Di fronte all'incapacità e alla impossibilità dei sindacati ad autoregolamentare gli scioperi nei pubblici servizi, governo e Parlamento devono riappriopriarsi delle loro competenze istituzionali e adottare adeguate iniziative». De Giuseppe ha aggiunto: .L'esperienza fascista in Italia e in Cile ammonisce come su questi problemi, che esasperano i cittadini, compromettono l'economia, indeboliscono le istituzioni, il Paese giochi il suo futuro democratico». Anche il gruppo de della Camera ritiene che sia giunto il momento di prendere decisioni in questo campo. Il presidente del gruppo, on. Bianco, ha costituito un apposito gruppo di lavoro per realizzare rapidamente una serie di indagini conoscitive e valutare varie proposte di legge Gian Carlo Fossi

Persone citate: Cimo, De Giuseppe, Favelli, Forlani

Luoghi citati: Cile, Italia, Roma