I magistrati: «Donat-Cattin non ha fatto nomi di talpe» di Claudio Giacchino

I magistrati: «Donat-Cattin non ha fatto nomi di talpe» Un improvvisa conferenza-stampa a Torino I magistrati: «Donat-Cattin non ha fatto nomi di talpe» TORINO — 'Smentiamo che Donat-Cattin abbia fatto i nomi di talpe di Prima linea infiltrate nel palazzo di giustizia di Milano. L'ipotesi della talpa, allo stato delle cose, è sempre e soltanto un'ipotesi e quindi non la escludiamo a priori». Cosi hanno detto ieri nel corso di una conferenza stampa, organizzata all'improvviso i tre giudici istruttori torinesi (Laudi. Caselli e Giordana) che da oltre una settimana interrogano l'ex capo di Prima linea. I magistrati hanno giustificato rincontro con i giornalisti con l'esigenza di fare certe precisazioni in merito ad alcuni articoli e alcune presupposte «indiscrezioni» riguardanti l'interrogatorio-fiume (circa 11 ore) al quale il terrorista è stato sottoposto sabato scorso nella caserma di via Valfrè. 'Confermiamo — hanno affermato i giudici istruttori — che abbiamo sentito a lungo Marco Donat-Cattin sull'omicidio di Emilio Alessandrini: gli abbiamo chiesto perché Prima linea aveva deciso di uccidere proprio quel magistrato e come era giunta a raccogliere le informazioni sulla vittima designata. L'inquisito ha dato una spiegazione articolata della scelta dell'obiettivo Alessandrini: adesso dovremo controllare le sue parole, vedere se è stato sincero, impossibile fare previsioni». Hanno aggiunto: «Ribadiamo che DonatCattin ha risposto a tutte le domande sull'assassinio Alessandrini, senza però mai derogare da quello che fin dal primo momento è stato il suo atteggiamento: parlare solo di sé e delle pro¬ prie esperienze in seno al partito armato». Laudi, Caselli e Giordana hanno definito «una forzatura» l'ipotesi che Alessandrini sarebbe stato eliminato dai terroristi per evitare che il giudice con la sua inchiesta sull'eversione ottenesse gli stessi risultati che il suo collega Calogero di Padova avrebbe ottenuto col blitz del 7 aprile '79. 'Donat-Cattin — hanno detto i tre magistrati —, parlando di come la sua organizzazione era giunta a scegliere di ammazzare Alessandrini, ha raccontato che le informazioni erano state raccolte in ambienti vicini alla magistratura e da giornali e riviste. Non è corretto quindi privilegiare certe ipotesi fatte in questi giorni». Questo il succo della conferenza. L'urgenza con la quale essa è stata messa in piedi, però, e il desiderio degli inquirenti di sgonfiare il caso Donat-Cattin della ridda di voci e congetture saltate fuori da più parti hanno dello strano. Laudi. Caselli e Giordana volevano davvero sgomberare il campo dalle notizie false? Già la montagna di ore trascorse da Donat-Cattin e il suo difensore avvocato Chiusano davanti ai magistrati (siamo già a quota 80 e l'inquisito è atteso da altre lunghe tornate di domande e risposte) appare eccezionale. Cosi come è strano tutto questo continuo accavallarsi progressivo di notizie contradditorie sull'atteggiamento dell'ex capo di Prima linea. Lo stesso sostituto procuratore Bernardi, che si occupa del terrorista. ha dichiarato sconcertato: 'Sono stupito del chiasso e di come si cerchi di pilotare un interrogatorio. Perché questo clamore, sproporzionato alla realtà dei fatti?». Il legale ha confermato che il suo cliente non ha mutato atteggiamento. Ma, intanto, questo atteggiamento, è raccontato in tre modi differenti. Modo numero 1: » Marco non fa nomi». Modo numero 2: -Marco ha cominciato a parlare ma bisogna che non si sappia». Modo numero 3: »Marco addirittura ha fatto i nomi delle talpe». I magistrati, ripetiamo, ieri hanno specificato che il giovane Donat-Cattin non fa nomi. Claudio Giacchino

Luoghi citati: Milano, Torino