Corte dei Conti rimprovera l'Eni

Corte dei Conti rimprovera l'Eni Mentre il gruppo si appresta a entrare in Borsa con tre società Corte dei Conti rimprovera l'Eni ROMA — L'Eni entrerà in Borsa con tre società: un'immobiliare cui sarà affidata la gestione degli immobili di proprietà del gruppo, una finanziaria che assumerà partecipazioni azionarie nella Saipem. nella Snamprogetti e nel Nuovo Pignone e la sua finanziaria lussemburghese. Lo scopo è quello di reperire 1500 miliardi di lire che dovranno servire a coprire parte del fabbisogno finanziario del gruppo, valutato in 21.670 miliardi di lire per il 1981-'85. E' questa una delle principali innovazioni che caratterizzeranno la strategia finanziaria dell'Eni nei prossimi anni, cosi come viene previsto in un documento della giunta esecutiva che risale alla fine dell'anno scorso e sul quale si sofferma, tra l'altro, la relazione sulla gestione dell'ente che la Corte dei Conti ha inviato al Parlamento, affinché «siano adottate le necessarie misure di rimedio* ad una serie di rilievi che l'organo di controllo ha mosso nei confronti dell'Eni. Ecco, in sintesi, le principali •osservazioni» della Corte dei Conti. La relazione si riferisce all'esercizio 1979 ma è aggiornata alle delibere assunte dalla giunta fino alla fine del 1980. l)giunta esecutiva: la Corte •prende atto delle soluzioni recentemente esaminate dalla giunta dell'Eni, che prospettano un modulo di operatività dell'organo collegiale in larga misura consonante con le indicazioni formulate* (tra l'altro, è prevista la creazione di un comitato di coordinamento per la definizione della politica industriale e finanziaria dell'ente); la Corte rileva pero come, nonostante le ripetute osservazioni della stessa Corte negli anni passati, queste «non siano ancora state recepite*. La relazione ribadisce quindi la sua «istanza di una sollecita attivazione dell'organo d'amministrazione dell'ente*. anche se afferma di comprendere «le obiettive difficoltà che gli amministratori dell'ente incon¬ trano a causa della progressiva e dispersiva espansione dell'attività del gruppo in settori estranei alla sua originaria vocazione*. 2) partecipazioni estere: «La Corte — afferma la relazione — deve rinnovare la segnalazione dell'esigenza di adeguati interventi degli organi di amministrazione dell'Eni per la congrua e definitiva sistemazione dell'organizzazione finanziaria del gruppo all'estero*, che appariva «urgente fin dal 1977*. 3) rapporti con la Montedison: «L'organo collegiale di amministrazione — rileva la Corte dei Conti — non ha mai effettivamente partecipato alla determinazione della condotta di gestione della Montedison*. della quale l'Eni controlla, attraverso la Sogam. le azioni in mano pubblica. La Corte ammette le difficoltà che si frappongono ad un'azione in questo senso ma «rinnova il rilievo sull'incongruenza della formula di collegamento tra Eni e Montedison e sul fatto che la formale imputazione all'Eni, sia pure tramite la Sogam, dei poteri e delle responsabilità inerenti alla gestione della Montedison si risolve, in sostanza, nel mancato esercizio dei poteri e nella vanificazione delle responsabilità*. 4) fabbisogni finanziari del gruppo: ammontano — secondo la relazione — a 21.670 miliardi per il 1981-85. Dei quali duemila miliardi per il finanziamento dei settori in crisi. Questi — secondo la Corte — riguardano l'Anica (che si prevede perda 200 miliardi l'anno), la Samin (cento miliardi l'anno), la Lanerossi (60 miliardi) e la Savio (40 miliardi). Per coprire questo fabbisogno, oltre all'accesso al mercato borsistico. l'Eni conta di ottenere, tra l'altro, un aumento del fondo di dotazione di 2500 miliardi nel periodo considerato e di ricorrere al credito internazionale per 2500 miliardi e a quello interno per mille miliardi. 5) Divario tra previsioni e consuntivo: la corte rileva un gros¬ so divario tra le previsioni ed i consuntivi di bilancio. Nel 1979 — anno a cui si riferisce la relazione — ad esempio, sono stati effettuati investimenti per 1545 miliardi di lire contro i previsti 2108 miliardi mentre i ricavi (che si prevedevano in 15.925 miliardi) hanno raggiunto i 18.404 miliardi. 6) Esercizio 1980: il bilancio consolidato sarà in attivo di 250 miliardi (contro una perdita di 162 miliardi nel 1979). L'indebitamento ammonterà a 7.700 miliardi, con un incremento di 1.100 miliardi rispetto al 1979. 7) Conclusioni: «Il risultato nel complesso positivo del conto consolidato del gruppo è essenzialmente determinato dagli utili prodotti nel settore energetico*, mentre gli altri settori. «permangono in perdita senza definite prospettive di recupero*, motivo per cui «la gestione finanziaria dell'Eni espone previsioni di fabbisogni crescenti ai quali fa riscontro l'aumento dell'indebitamento*.

Luoghi citati: Roma