Volano insulti tra Maletti e la Bruna a confronto sul caso Sid-Pecorelli

Volano insulti tra Maletti e la Bruna a confronto sul caso Sid-Pecorelli Si avvia a conclusione l'inchiesta condotta dal giudice Sica Volano insulti tra Maletti e la Bruna a confronto sul caso Sid-Pecorelli Il sostituto procuratore ha pregato il cancelliere di ometterli dal verbale - Le versioni dei due ufficiali dei servizi segreti sono opposte - Presto sarà sentito l'ammiraglio Casardi ROMA — La conclusione dell'inchiesta sulla vicenda Sid-Pecorelli non è più tanto lontana. Il sostituto procuratore Sica, dopo il confronto fra i due protagonisti — Maletti e La Bruna — ha cominciato un nuovo giro di interrogatori: saranno sentiti, come testimoni, l'ammiraglio Casardi e altri che lavorarono al Sid tra il '74 e il '75, quando era in pieno svolgimento l'indagine «M.Fo.Biali», i cui risultati, raccolti in un voluminoso dossier, scomparvero dagli archivi dei servizi segreti e ricomparvero sulla rivista di Pecorelli. Sarà una conclusione che farà rumore, si dice a Palazzo di Giustizia. Infatti sia il generale Maletti che il capitano La Bruna ripetono le loro verità, che sono diverse e antitetiche, e si accusano l'un l'altro a suon di parole cosi grosse che il p.m. Sica, arrossito, ha pregato il cancelliere di ometterle dal verbale. Qualcuno, alla fine, dovrà esser sospettato di mentire per non rivelare chi consegnò a Pecorelli il dossier «M.Fo.Biali» e dove fini l'originale custodito dal Sid. Intando si è cominciato a riparlare della morte del generale Mino, precipitato col suo elicottero il 31 ottobre del '77 sui monti intorno a Catanzaro: e il ricordo di quell'incidente, che non fu mai chiarito fino in fondo, è spuntato sullo sfondo della vicenda Maletti-La Bruna, per una ragione precisa. Maletti infatti ha dichiarato che fu proprio l'ex comandante generale dei carabinieri a fargli incontrare Pecorelli durante un pranzo a casa sua. Fino ad allora Pecorelli aveva sempre attaccato il generale Maletti, dopo di allora (si era nel '76), evitò di farlo. Si è inoltre saputo che Mino si riteneva l'artefice dell'accordo esistente fra Maletti e La Bruna anche nel periodo in cui i due erano stati travolti dall'Inchiesta su piazza Fontana. La sera stessa in cui uscirono dal carcere. Maletti e La Bruna furono invitati da Mino il quale si congratulò con loro per il fatto che avessero mantenuto una linea unitaria e si raccomandò di non cambiarla. E' stato cosi fino al novembre scorso: allora La Bruna fece sapere al giudici di Catanzaro che aveva deciso di «parlare». Non disse molto di nuovo, ma prese le distanze dal suo superiore sostenendo che lui aveva sempre e solo obbedito ai suoi ordini. Adesso sulla sorte del dossier «M.Fo.Biali» la spaccatura fra i due ex ufficiali del Sid è totale. Dice Maletti: nell'ottobre del '75, quando fui mandato a comandare i granatieri di Sardegna, chiamai La Bruna nel mio ufficio e gli consegnai le carte da dare al mio successore, il colonnello Ro- meo. Nella cassaforte, di cui esisteva una chiave soltanto (ma nei precedenti interrogatori Maletti aveva detto che forse ce ne era più d'una) c'era il dossier su Mario Foligni. Perché non passai quel dossier direttamente a Romeo ma lo detti a La Bruna, allora mio braccio destro? Questo l'ho riferito soltanto al magistrato. Dice La Bruna: io non ho mai collaborato all'inchiesta, né ho mai ricevuto in consegna quel dossier, né mai l'ho visto. Non ne so assolutamente nulla, e sono stufo di pagare sempre io di persona al posto degli altri. Inoltre: se lei,, generale, mi avesse veramente consegnato quelle carte nel '75, perché non disse niente, non mi accusò, non protestò, quando Pecorelli cominciò a pubblicarle nel '78? Infine : se fossi stato proprio io a consegnarle a Pecorelli, non ne avrei forse fatto una fotocopia, rimettendo al loro posto gli originali? Tra queste due verità, ci so¬ no le mezze bugie dette anche da Casardi quando, ucciso Pecorelli. Sica chiese agli uomini del Sid cosa mai fossero quel-1 le carte trovate nello studio del giornalista. In quell'occasione sia Maletti, che La Bruna, che Casardi affermarono che non era roba del Sid, pur ammettendo che i servizi segreti si erano occupati di indagare su Foligni e sullo strano giro che (si seppe più tardi) portava direttamente al generale Giudice e al suo traffico di petrolio. s^

Luoghi citati: Catanzaro, Roma, Sardegna