Sembrava uno scherzo di carnevale dice il padre del ragazzo rapito
Sembrava uno scherzo di carnevale dice il padre del ragazzo rapito Nuoro: il giovane rapito domenica sul Gennargentu Sembrava uno scherzo di carnevale dice il padre del ragazzo rapito NUORO — Ora i malviventi sono andati fin sulla cima del Gennargentu per fare un sequestro. Nelle loro mani si trova, da domenica pomeriggio un ragazzo di 16 anni, Silvio Dal Maso. figlio di un commerciante di articoli musicali con negozio in Cagliari. Il commerciante. Ferdinando Dal Maso. 53 anni, e i suoi due figli maschi. Daniele di 19 anni e Silvio, frequentavano le piste del Monte Spada, la parte più alta del Gennargentu. con l'assiduità propria degli sportivi. Erano fra gli animatori dello sport sciistico in Sardegna e domenica erano andati a Fonni per organizzare il campionato regionale al quale hanno anch'essi partecipato. I malviventi sapevano, dunque, di poterli trovare. Ma erano loro le vittime designate? «Non abbiamo nulla, non abbiamo nulla.'-, gridava Dal Maso padre ai banditi che lo allontanavano dalla sua auto. Il suo negozio dà un red¬ dito sufficiente a far vivere dignitosamente una famiglia abbastanza numerosa, padre, madre e quattro figli. Niente che possa allettare i sequestratori . Quando costoro hanno bloccato la vettura di Dal Maso. il commerciante e i due figli li hanno scambiati per maschere di carnevale. -E' una rapina?-, ha chiesto con finta ironia Ferdinando Dal Maso abbassando i vetri del finestrino. «Scendete, scendete!-. intimano i banditi. I tre scendono credendo ancora allo scherzo, ma si ricredono quando gli altri fanno per trascinarli via a forza. -Se avessimo pensato ad un sequestro — ha detto ieri mattina Daniele — mio padre avrebbe certamente accelerato e avrebbe tentato di andar via-. I tre reagiscono, ne nasce una colluttazione. Vi assistono alcuni amici che insieme con loro erano andati sul Monte Spada e che rientrava¬ no anch'essi a Cagliari. Racconta il signor Giovanni Fauni, giudice sportivo: «Con Nando e i figli abbiamo organizzato le gare, eravamo partiti assieme da Cagliari e assieme stavamo rientrando. Prima di noi era partito un pullman del Cai con una quarantina di gitanti, poi l'auto dei Dal Maso, poi la mia con altri amici, poi altre auto ancora, ad una distanza ciascuna di cento-centocinquanta metri-. •Dopo una curva — continua Fanni — ho visto Dal Maso e figli accapigliati con delle persone mascherate, cinque o sei. Abbiamo creduto che fosse una baruffa amichevole, forse in conseguenza di un lancio di palle di neve. Poi ho visto delle armi. Nando e figli venivano portati verso il ciglio della strada, resistevano con tutte le loro forze. Nando è riuscito a far cadere di mano la pistola a uno dei banditi, ma questi l'ha raccolta puntandogliela contro. Tutto è accaduto in una frazione di secondo. Noi ci siamo avvicinati, ma ci hanno sparato contro. Ne hanno approfittato Nando e Daniele per scappare, nelle mani dei malviventi è rimasto Silvio che essi si trascinavano dietro in modo da farsene quasi uno scudo e da impedire che qualcuno di noi, eventualmente armato, sparasse-. I banditi scompaiono nella fitta vegetazione che copre un canalone. Contemporaneamente dalla scena del sequestro si allontana un'auto di grossa cilindrata: è andata a rilevare il ragazzo in un luogo prestabilito e a portarlo lontano, prima che i carabinieri si mettessero alla caccia dei malviventi? L'allarme viene dato appena dieci minuti dopo, scattano le operazioni di ricerca, ma il tempo trascorso è sufficiente ai sequestratori per far perdere le loro tracce. Antonio Pinna
Persone citate: Antonio Pinna, Fanni, Giovanni Fauni, Silvio Dal Maso
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