Una mossa in grande stile di Paolo Garimberti

Una mossa in grande stile Una mossa in grande stile Gli ambasciatori di Leonid Breznev in Europa hanno sferrato ieri l'«offensiva di pace» che il presidente sovietico e segretario generale del pcus aveva preannunciato meno di due settimane fa dal palazzo dei congressi del Cremlino, aprendo il 26° congresso del partito. E' stato un piano diplomatico meticolosamente preparato da un lancio propagandistico in grande stile e accuratamente calibrato nella sua esecuzione. La signora Thatcher, il «premier» britannico il cui atteggiamento viene giudicato dal Cremlino poco amichevole, ha avuto il messaggio dopo il presidente francese Giscard d'Estaing e il cancelliere federale Helmut Schmidt, considerati dall'Urss interlocutori privilegiati e massimi fautori della continuazione del dialogo Est-Ovest. Al presidente del Consiglio Forlani la lettera di Breznev è stata consegnata nel tardo pomeriggio di ieri dall'ambasciatore Lunkov. Mentre i messi del presidente sovietico portavano i loro plichi (il messaggio sarebbe di sei pagine, nella traduzione italiana, secondo indiscrezioni di buona fonte) nei palazzi dei governi europei, Georgìj Arbatov. massimo americanologo sovietico e consigliere personale di Breznev, ne indicava il significato recondito in un articolo sulla «Pravda», dal quale appare chiaro che, con questa iniziativa, l'Urss tenta di rovesciare sugli Stati Uniti la responsabilità dell'attuale «guerra fredda» strisciante e, al tempo stesso, di contrapporre gli europei agli americani. Sebbene le fonti ufficiali osservino un riserbo ferreo sul contenuto, nelle pagine della lettera brezneviana sono elencate quattro proposte distensive, tre delle quali sono rivolte soprattutto all'Europa e sono destinate a creare qualche inevitabile imbarazzo tra le capitali europee e Washington. La prima, e la più generica, di queste proposte riguarda una conferenza europea per il disarmo. E' un vecchio sogno sovietico, che mira a realizzare quella «distensione militare» che, secondo Mosca, dovrebbe essere l'inevitabile corollario della «distensione politica» sancita dalla Conferenza di Helsinki. Ma, a giudicare da come vanno le cose a Madrid (che di Helsinki è la continuazione, via Belgrado), il piano sovietico ha poche probabilità di concretizzarsi, specie a breve termine. La seconda proposta brezneviana, anch'essa emanazione degli accordi di Helsinki, è di estendere le cosiddette «misure destinate ad accrescere la fiducia» a tutta la parte europea dell'TJrss, a condizione che esse siano ampliate «in misura corrispondente- anche dagli Stati occidentali. Queste misure riguardano essenzialmente la notifica preventiva di manovre militari di una certa entità. Breznev suggerisce anche che tali misure (CBM nel codice diplomatico internazionale) possano essere applicate in un secondo tempo anche in Estremo Oriente. . Terzo punto della lettera brezneviana: bloccare l'installazione di nuovi sistemi missilistici in Europa a Ovest come a Est. La «moratoria» degli euromissili dovrebbe entrare in vigore nel momento in cui dovessero aprirsi negoziati su questo tema e restare valida fino alla conclusione di un eventuale «trattato permanente» sulla limitazione di tali sistemi di armamenti in Europa. Infine, nel quarto puntochiave della sua lettera Breznev si dice disposto a discutere un .regolamento della situazione creatasi attorno all'Afghanistan, congiuntamente ad un esame del problema della sicurezza nel Golfo Persico. Ma pone a questa proposta un limite preciso, che ne svuota di fatto il contenuto: della questione afghana potranno essere discussi soltanto .gli aspetti internazionali.. non quelli «interni». Paolo Garimberti

Persone citate: Arbatov, Breznev, Giscard D'estaing, Helmut Schmidt, Leonid Breznev, Lunkov, Thatcher