La giornata delle donne

La giornata delle donne La giornata delle donne Due cortei (con momenti di tensione) in difesa della legge 194 - Riflessione del Centro femminile sui problemi economici e del lavoro «Anticoncezionali per non abortire: aborto libero per non morire», «Abortire non è un piacere, ma un diritto da mantenere», «Con il referendum radicale non si abortisce più in ospedale; con il relerendum clericale si finisce in tribunale», «Lavoro, amore, tigli quando vuoi; il movimento per la vita siamo noi». Questi alcuni degli slogan che hanno caratterizzato la manifestazione di ieri pomeriggio, indetta dal Movimento delle donne con l'adesione di quei partiti e associazioni che aderiscono al comitato di difesa della legge 194. Un corteo vivace di qualche migliaio di donne, che ha portato per la città (dal Sant'Anna a via Verdi) i temi scelti quest'anno da una parte del movimento femminile e femminista per la festa dell'8 marzo: la difesa della legge sull'aborto e la sua più diffusa applicazione da parte delle strutture ospedaliere. In margine alla manifestazione due lievi incidenti. Il primo, in piazza Carlo Felice, quando un gruppo di aderenti al Mit, movimento italiano transessuali ha chiesto di entrare nel corteo e le organizzatrici hanno risposto che non era possibile poiché il Mit non si riconosce negli obiettivi della manifestazione. Su questo episodio Mit e Fuori donna hanno emesso un comunicato di protesta, ravvisando nel rifiuto •un grave fatto di discriminazione e di emarginazione». Secondo momento di tensione in piazza S. Carlo, angolo via Roma, dove era allestito un banchetto del msi per la raccolta di firme alla petizione per la pena di morte. Scambi di battute, il corteo fermo per qualche minuto a gridare slogan antifascisti, intervento di polizia e carabinieri. In mattinata, circa 1500 studentesse avevano anche loro sfilato in difesa della legge 194 e per chiedere che, attraverso l'iter legislativo, «si consenta alla minorenne di scegliere da sola se e quando abortire». «Più spazio alla donna per una famiglia nuova e una società più umana» questo il tema sul quale ha parlato nel pomeriggio l'on. Maria Eletta Martini, vicepresidente della Camera, su invito del Centro italiano femminile di ispirazione cattolica. L'on. Martini, tra l'altro, ha auspicato che «questo 8 marzo non sia solo un momento occasionale per mettere in evidenza la difesa di una legge sulla quale le donne sono divise pur non sottovalutando l'importanza di una più approfondita riflessione su tutti i problemi ancora irrisolti che investono la condizione della coppia e della famiglia». Ha aggiunto che è necessario considerare tutti i problemi della donna, soprattutto quelli economici, sforzandosi di aprire «nuovi orizzonti alla società traslromando la famiglia da nucleo chiuso a luogo di apertura, specialmente verso ipiù deboli». Sono stati questi i momenti più rilevanti di un «8 marzo» che ha assunto poco i caratteri della festa (anche se spettacoli e festeggiamenti non sono mancati, soprattutto in cintura) e molto di più quelli dell'impegno sui problemi della vita quotidiana delle donne. Per domani sera il pei ha organizzato alle 20,30, al Teatro Carignano un dibattito sul tema «Le donne comuniste nella battaglia di emancipazione e liberazione femminile». Intervengono Nella Marcellino, segretario nazionale della federazione unitaria dei lavoratori tessili, e Giglia Tedesco.

Persone citate: Giglia Tedesco, Maria Eletta Martini, Nella Marcellino