Se Tokyo non potrà vendere in Usa le sue auto invaderanno l'Europa

Se Tokyo non potrà vendere in Usa le sue auto invaderanno l'Europa Pressioni su Reagan perché limiti le importazioni Se Tokyo non potrà vendere in Usa le sue auto invaderanno l'Europa DAL NOSTRO CORRISPONDENTE NEW YORK — Venerdì un gruppo di sette governatori repubblicani guidato da William Milliken. dell'Illinois. lo Stato dell'automobile, ha chiesto ufficialmente al presidente Reagan di limitare le importazioni di vetture giapponesi. Si è trattato del terzo tentativo, in due settimane, di ottenere dal nuovo governo misure protezionistiche che, se adottate, dirotterebbero buona parte delle macchine nipponiche verso l'Europa. Reagan esaminerà il problema in una riunione di 'gabinetto» questa- settimana. Il ministro del Bilancio. David Stockman, è contrario a qualsiasi limite alle importazioni, perché teme che i prezzi delle auto Usa salgano eccessivamente. Ma Reagan potrebbe decidere salo-_ monicamente: potrebbe rinvia-' re misure unilaterali se i giapponesi accettasero di contingentare da soli le loro esportazioni. In febbraio le macchine straniere hanno conquistato quasi il 29% del mercato americano, un primato storico. Ogni 5 di esse, 4 sono nipponiche. Alla proposta di autolimitazione, Tokyo è rabbrividita: se vi aderisse, subirebbe un danno enorme. Il ministro giapponese del Commercio. Rokusuke Tanaka, progetta di recarsi il mese prossimo aWashington per convincere il Presidente »o tenere le frontiere aperte' Ma il massimo che riuscirà a fare sarà probabilmente di contenere le perdite: l'obiettivo Usa è di diminuire l'import automobilistico nipponico dal milione 900 mila unità dell'80 al milione 400 mila unità. Ciò costringerebbe il Giappone a tentare di esportare in Europa la maggior parte delle 500 mila auto che rischierebbero di restare invendute. Nel braccio di ferro Tokyo Washington, la vera perdente rischia quindi di diventare l'Europa. Il suo danno non sarebbe immediato, ma si farebbe insostenibile dopo il biennio che il ministro dei Trasporti, Lewis, ritiene indispensabile per il rilancio delle vetture americane. Essa infatti verrebbe attaccata su due fronti: uno orientale, del Giappone, l'altro occidentale, degli Stati Uniti. Anche Detroit, infatti, mira al mercato europeo; la sua conversione al modelli di piccola e media cilindrata non è solo in funzione interna. Su tali obiettivi, la General Motors, la più grande industria del mondo, è molto esplicita: nel '79 aveva registrato in Europa un attivo di 338 milioni di dollari. nell'80 ha subito un passivo di 559 milioni, più dei due terzi del suo passivo totale. -Se ci lasciamo sottrarre il mercato europeo dai giapponesi — ci ha detto un portavoce — in prosieguo di tempo faremo la (ine della Chrysler.. e. C. Le giapponesi in Europa (Le importazioni nel 1980) Numero vett. Percent. Perc. sulle in migliaia sulle import, immatric. Belgio e Lussemb. 112 25,2 25,2 Olanda 121 27,8 26,6 Germania 249 37,5 10,3 Danlmarca 26 31,3 31,3 GranBretagna 190 21,2 12,3 Irlanda 28 30,5 30,5 Francia 55 12,8 2,9 Italia 1 0,1 0,1

Persone citate: David Stockman, Reagan, Tanaka, Tokyo Washington, William Milliken