La vacanza delle ambasciate Usa di Ennio Caretto

La vacanza delle ambasciate Usa OSSERVATORIO La vacanza delle ambasciate Usa Nella misteriosa rosa dei candidati all'ambasciata americana a Roma, due nomi nuovi sono emersi negli ultimi giorni accanto a quello di Don Scali, l'ex delegato all'Onu. oggi giornalista: quelli del generale in pensione Vernon Walters e dell'industriale Cyrus Eaton. Walters è noto ai militari e ai politici italiani: ex addetto all'ambasciata di Roma, ex vicedirettore della Cia. svolge importanti missioni diplomatiche per il presidente Reagan. Eaton è un finanziatore del partito repubblicano: il padre, morto un paio d'anni fa ad oltre 90 anni, fu uno dei pochi occidentali in costanti rapporti con la leadership sovietica, da Lenin a Breznev. Mentre Walters è salito alla ribalta con una visita nel Centro America, destinata a raccogliere consensi per la strategia nel Salvador. Eaton si è tenuto in disparte, a Cleveland, centro degli affari, seguendo però le vicende europee. Per ragioni diverse, tutte e tre le candidature sono rispettabili, anche se quella del generale Walters. che sotto Nixon partecipò alle battaglie del Watergate, potrebbe dare adito a qualche controversia. Ma la scelta sembra ancora lontana. A quasi due mesi dall'insediamento alla Casa Bianca, e a oltre un mese da quello di Haig alla segreteria di Stato, si registrano del resto due sole nomine di ambasciatori, a Londra e in Vaticano. E il protocollo vuole che prima dell'ambasciata a Roma, la cui gestione è affidata a un eccellente incaricato d'affari, Paganelli, vengano coperte sedi come Mosca. Pechino, Parigi e Bonn. La prospettiva è dunque di qualche settimana di vacanza al vertice dell'ambasci;".:! Usa a Roma. Stridente è il contrasto con quanto accadde nel '77. dopo l'insediamento del presidente Carter. Il 7 gennaio di quell'anno l'ambasciatore Walters rassegnò le dimissioni, prima ancora che Vance entrasi ; alla segreteria di Stato. E prima che il mese si chiudesse. Gardner subentrò al suo posto. Nei giorni scorsi Gardner era a Washington, al cosiddetto Italian Desk. per dare le consegne. I suoi interlocutori non hanno saputo fornirgli nessuna indicazione sul successore. Il ritardo della nomina del nuovo ambasciatore a Roma non va però attribuito a una considerazione dell'Italia da parte del governo Reagan diversa da quella del governo Carter. E' infondato il sospetto che all'inizio del '77 la situazione politico-economica italiana sembrasse a Washington più pericolosa di quella odierna, come è infondato il timore che la superpotenza voglia adesso relegare il nostro Paese a un ruolo secondario nella comunità occidentale. Il ritardo è dovuto sostanzialmente a due fattori: la cautela dei repubblicani nel ricostituire i quadri della diplomazia Usa dopo la perdita di forza e di prestigio subita con Carter, e la necessità di conciliare le istanze della Casa Bianca con quelle della segreteria di Stato. Reagan e Haig stanno procedendo a una sorta di ristrutturazione con criteri talora divergenti. Il presidente preme soprattutto per la lealtà personale e al partito e per l'intelligenza politica: il segretario di Stato privilegia invece la specializzazione e l'esperienza. Ciò provoca ritardi. E finché il Dipartimento di Stato non avrà raggiunto il suo assetto definitivo, molte sedi estere restaranno scoperte. La tradizione americana vuole inoltre che le nomine degli ambasciatori siano di competenza del Capo dello Stato, che se ne serve per saldare debiti politici, per esempio l'appoggio finanziario alla campagna elettorale. A Haig, che cerca gente di carriera, ciò non fa piacere. La soluzione di queste divergenze è quasi sempre positiva. Sfocia di solito in scelte ponderate, dove chi prevale è costretto a tener conto delle esigenze altrui. Ai leader,1, italiani che si sono susseguiti a Washington nelle scorse settimane, la Casa Bianca e la Segreteria di Stato hanno fornito garanzie in questo senso. Le nomine per le capitali europee avverranno in un contesto organico, in cui si terrà conto delle caratteristiche di ogni Paese della Nato. „ „ Ennio Caretto Haig: favorevole a specializzazione ed esperienza