Colloquio con Arafat di Igor Man
Colloquio con Arafat Colloquio con Arafat (Segue dalla l'pagina) re israeliana contro palestinesi e libanesi» come un attentato alla pace e un disperato diversivo elettorale di Begin. Ed ha espresso amarezza per il fatto che «il Santo Padre abbia deciso di ricevere il ministro degli Esteri israeliano Shamir, lui si un vero terrorista, complice dell'assassinio del conte Bernadotte. Uno Stato come il Vaticano, uno Stato diverso dagli altri, dovrebbe evitare certe amarezze a un popolo oppresso come il nostro, un popolo di profughi, un popolo palestinese come palestinese fu Cristo. Ma se Israele manda un terrorista a Roma, ebbene noi, a suo tempo, abbiamo mandato un palestinese a Roma: San Pietro!». Riconoscimento di Israele. «Quando lo Stato palestinese sarà una realtà, solo allora potrà porsi il problema». Per finire, si è affrontato il problema delle famose iniziative europee. Qui Arafat ha storto il naso e. tanto per cominciare, ha detto al riguardo come sia «sconcertante e sbagliato» che il ministro degli Esteri olandese Chris Van Der Klaauw, in giro da giorni nella regione, si sia recato prima «altrove» e non subito a Beirut per incontrare i dirigenti palestinesi. Ben vengano le iniziative europee, ma siamo stanchi, ha detto in sostanza Arafat, di aria fritta. Vogliamo fatti concreti, proposte ispirate alla realtà socio-politica della regione. «Ci attendiamo un soprassalto di orgoglio da parte vostra: l'Europa è una grande potenza che può e deve agire autonomamente esercitando pressioni efficaci su chi non vuol capire che il cuore della pace è la Palestina». Ma la Palestina, ha concluso Arafat, potrebbe purtroppo diventare il cuore della guerra. «Una guerra che non risparmierebbe nessuno, questa volta, che travolgerebbe soprattutto l'Europa». Igor Man
Persone citate: Arafat, Begin, Bernadotte, Shamir
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