Arafat: «Non c'entro con le Br» «Israele attaccherà il Libano»

Arafat: «Non c'entro con le Br» «Israele attaccherà il Libano» Lungo colloquio a Beirut con i parlamentari italiani Arafat: «Non c'entro con le Br» «Israele attaccherà il Libano» Secondo il leader Olp, Begin «attenterà alla pace» con una grande operazione militare - «Sica non mi ha interrogato: non si interroga un capo di Stato» - «Anche Pertini per i nazisti era un terrorista» - «Amarezza» per l'udienza del Papa a Shamir per DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE BEIRUT — Su di giri, elegante con un pullover nuovo di secca e al collo la fascia di gesso (soffre di ernia del disco), Yassir Arafat la notte scorsa ha avuto una sorta di conferensa stampa-dibattito coi parlamentari italiani e coi giornalisti, al termine di una lunghissima seduta a porte chiuse con i rappresentantij del nostro Parlamento. Sono stati affrontati temi diversi, dal terrorismo alla possibilità di un governo palestinese in esilio. Arafat è stato, come al solito, abilissimo nel rispondere, da quel consumato animale politico che è, ora giocando di fioretto, ora mollando fendenti. La conferenza è durata due ore; cercheremo di riassumerla. Terrorismo. «E' un'infamia scrivere, come certa stampa italiana ha fatto, che l'Olp ha avuto contatti con le. come si chiamano? Ah si,... le Brigate rosse. Fors'anche in buona fede, qualche giornale è stato plagiato da una campagna orchestrata dai sionisti per screditarci. Ricorderò soltanto come e quanto ci siamo adoperati, indagando, per la salvezza dell'onorevole Moro. La moglie e la figlia mi hanno telegrafato ringraziandomi. E la collaborazione offerta al vostro giudice Sica, venuto a Beirut per investigare sulla scomparsa dell'imam Mussa Sadr? L'ho ricevuto, gli ho detto tutto quanto ritenevo potesse tornargli utile nel quadro della lotta al terrorismo che assilla il vostro Paese. Sia ben chiaro: non mi ha sottoposto a interrogatorio. Non si interroga un politico che gode prerogative di capo distato!». Arafat ha continuato: «Che poi Reagan definisca tutti i movimenti di liberazione, i combattenti della libertà come terroristi, più che indignarci ci induce a rifarci alla storia: anche George Washington per gli inglesi era un terrorista. E il vostro Pertini era un terrorista per i nazisti, lo stesso dicasi di De Gaulle. Pino a poco tempo fa il presidente dello Zimbabwe era definito terrorista... Noi combattiamo contro il nemico che ci opprime secondo i canoni della carta dell'Onu. la quale afferma il pieno diritto di ogni popolo di difendersi "con qualsiasi mezzo" contro l'occupante. Confesso tuttavia come dia fastidio sentirsi chiamare terroristi.. Rapporti con l'Urss. «E' rozzo definire l'Olp un satellite di Mosca. Siamo nazionalisti, vogliamo uno Stato indipendente. Certo è che mentre Reagan ci definisce terroristi Breznev propone vertici e conferenze per risolvere il problema palestinese. E non possiamo non considerare l'Urss una potenza amica. Di qui a diventar satelliti ce ne corre, ma stia attenta l'America: alla lunga una politica sorda ai diritti dell'uomo e contro la distensione rischia di stravolgere gli attuali equilibri in Medio Oriente. Noi siamo per la distensione perché è il canale giusto per risolvere anche i nostri problemi, ma sapremmo trarre le conseguenze di fronte a una politica estera americana poco illuminata; dico noi intendendo anche il mondo arabo». Referendum nei territori occupati e governo in esilio. «Un referendum potrà tenersi dopo la costituzione dello Stato e per decidere il sistema di governo o altro. Solo allora. Per il governo in esilio i tempi non sono maturi. Nel 1948 ne creammo uno: che fine ha fatto? Del resto. l'Olp è riconosciuto da 117 Stati, più del doppio di quelli che riconoscono Israele. Ed è proprio nell'ambito dell'Onu che noi pensiamo si possa risolvere il problema palestinese. Tanto per cominciare, facendo si che secondo la risoluzione del Consiglio di sicurezza. Israele sgomberi tutti i territori occupati. Il resto verrà da sé. Ma voi potreste chiedermi, visto il trend dell'amministrazione Reagan, che avverrebbe se durante quattro anni nulla si muoverà? Ebbene: aspettere¬ mo. Israele è costretto ad esportare i suoi problemi per non esplodere. Dove sarà fra qualche tempo Begin? E Carter? Sparito. E Camp David? Un capitolo chiuso. La storia cammina e premia i giusti, e i giusti sanno pazientare. Beninteso, non oltre certi limiti». Arafat ha poi denunciato una «verosimilmente prossima grande operazione militaIgor Man (Continua a pagina 2 in quarta colonna)