E stata strappata dall'auto la donna rapita a Milano
E stata strappata dall'auto la donna rapita a Milano E stata strappata dall'auto la donna rapita a Milano Sul pavimento della vettura un bottone del cappotto della commerciante - Il bassotto ha dato l'allarme, ma i banditi erano già lontani MILANO — Anche il secondo sequestro di persona del 1981 a Milano ha come vittima una donna. Dopo Giorgina Susini Ligresti, rapita il 5 febbraio nella zona di San Siro, è toccato avant'ieri sera a Tullia Kauten, 43 anni, abitante nella stessa zona, contitolare di una ditta di importazioni e vendita all'ingrosso di abbigliamento, che ha sede in corso Manusardi 10. In questa strada è avvenuto il sequestro che non ha avuto testimoni; anche le ricerche compiute dalla polizia non hanno dato esito. Evidentemente i rapitori avevano studiato le abitudini e gli orari di Tullia Kauten, che lasciava abitualmente l'ufficio verso le 19,30. Mercoledì Tullia Kauten è uscita proprio a quell'ora dall'ufficio con il bassotto nero — «Ticonderoga» — che sempre portava con sè. E' stato proprio il cane che tornando solo ha fatto sorgere i primi sospetti. Due impiegati, richiamati dai guaiti, sono usciti in strada e, intuendo che fosse successo qualcosa alla donna, si sono avvicinati alla sua automobile, parcheggiata a pochi metri di distanza, in via Bettinelli. La vettura, azzurra metallizzata, aveva le portiere chiuse e sulla carrozzeria c'erano alcuni graffi; al posto di guida le chiavi dell'auto, due pacchetti che ia donna aveva con sè al momento dell'uscita dalla ditta e un bottone del suo cappotto di renna. Immediatamente i due dipendenti hanno dato l'allarme ed hanno avvertito i familiari. Sul posto sono arrivati polizia e carabinieri che hanno passato al setaccio l'intera zona. Nessuna traccia dei rapitori, che evidentemente hanno agito con estrema rapidità e hanno avuto la possibilità di allontanarsi indisturbati. Solo nel pomeriggio di ieri la polizia ha rintracciato l'auto che i banditi hanno usato. La vettura, una 132 blu, è stata trovata alla Barona, un quartiere periferico di Milano. All'interno gli agenti hanno trovato la borsa nera di Tullia Kauten, il passaporto e altri documenti. La macchina, targata Varese, era stata rubata al centro di Milano qualche giorno fa. Sempre nel pomeriggio di ieri il padre e il fratello della rapita hanno voluto incontrare i cronisti per chiedere il silenzio stampa sugli sviluppi del sequestro. L'incontro si è svolto alla questura di Milano. Il padre della rapita ha chiesto la solidarietà della stampa, affinché nulla intral¬ ci la positiva conclusione della vicenda. Interrogato sulla consistenza del patrimonio familiare. Giorgio Kauten, fratello di Tullia, ha detto che evidentemente i rapitori hanno assunto sul loro conto «informazioni poco accurate». L'uomo, visibilmente provato, ha cosi proseguito: «Vogriio chiarire che noi lavoriamo nel settore dell'abbigliamento da ben 11 anni, ma che fino a due anni fa la nostra attività era praticamente sconosciuta. Poi abbiamo avuto successo, ma solo perché abbiamo reinvestito nella ditta tutti i nostri guadagni. Importiamo infatti dall'India abbigliamento casual per donna e a Nuova Delhi abbiamo una rappresentanza che si occupa degli acquisti. Qui a Milano abbiamo un ufficio con trenta dipendenti di cui era responsabile mia sorella. Io sono di frequente in viaggio». Tullia Kauten, secondo quanto riferito dai suoi familiari, conduceva una vita molto regolata. Dopo il lavoro tornava a casa, nell'appartamento di San Siro dove abitava con il bassotto. •Crediamo — ha detto il padre — che non abbia mai avuto il sospetto di essere pedinata. Almeno non ne ha inai parlato in casa». Qualche anno fa la famiglia aveva ricevuto delle richieste di denaro e minacce. Ma l'estorsione non andò in porto. Sull'ipotesi di un collegamento tra le due vicende, Giorgio Kauten ha dichiarato di non ritenere si tratti delle stesse persone. «E' un episodio da tempo chiuso che è inutile rivangare — ha detto —; adesso speriamo che questo infelice caso si chiuda al più presto. Ai rapitori chiediamo solo un po' di umanità». Tullia Kauten
Persone citate: Giorgio Kauten, Ligresti, Tullia Kauten
Luoghi citati: India, Milano, Nuova Delhi, Varese
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