Salgono da 45 a 88 i miliardi ai partiti Anagrafe patrimoniale di parlamentari di Alberto Rapisarda

Salgono da 45 a 88 i miliardi ai partiti Anagrafe patrimoniale di parlamentari Il Senato vota mercoledì la nuova legge sul finanziamento pubblico Salgono da 45 a 88 i miliardi ai partiti Anagrafe patrimoniale di parlamentari La cifra sarà ritoccata ogni anno perché verrà collegata alla scala mobile - Pei, pri e pr contro la proposta di aumentare di mezzo milione lo stipendio a deputati e senatori ROMA — Il Senato ha concluso ieri la discussione del disegno di legge che dovrà quasi raddoppiare il finanziamento pubblico ai partiti, stabilendo anche l'anagrafe patrimoniale per i parlamentari e gli amministratori pubblici. Il voto finale è fissato per mercoledì prossimo. L'esame del provvedimento è casualmente coinciso con la polemica che si sta sviluppando in queste ore sugli aumenti di stipendio a deputati e senatori, creando serio imbarazzo alle forze politiche. Cosi le 500 mila lire in più ai parlamentari ora sono in forse per le reazioni negative di comunisti, repubblicani e radicali. A quanto pare, anche il presidente del Senato Fanfani avrebbe invitato i capi dei gruppi parlamentari a valutare attentamente se sia il caso o meno di approvare l'au¬ mento -tenendo conto della rilevanza politica della questione, e delle ripercussioni sociali che essa comporta». Un invito che potrebbe finire coll'influire anche sulla legge che aumenta il finanziamento ai partiti a spese del contribuente. Da molto tempo i partiti si lamentavano perché la cifra globale versata loro ogni anno dallo Stato era ferma ai 45 miliardi fissata dalla legge del 1974. Con la legge ora in discussione, lo stanziamento dovrebbe salire complessivamente a 88 miliardi e 886 milioni per il 1981. In seguito, la cifra scatterà automaticamente ogni anno, perché è collegata al 75 per cento dell'aumento del costo della vita: in altre parole, si applicherà la «scala mobile» anche al finanziamento dei partiti. Lo scatto di contingenza, agli at- tuali tassi di inflazione, supera gli 11 miliardi l'anno. Nell'anno in corso i partiti incasseranno in totale (proporzionalmente alle loro forze) 111 miliardi e 516 milioni, mettendo nel conto anche 32 miliardi e 630 milioni di contingenza arretrata per il 1980. Per ridurre l'impatto sfavorevole di questo provvedimento nell'opinione pubblica, i gruppi parlamentari del Senato hanno elaborato all'unanimità una serie di misure che dovranno rendere più trasparente la vita interna dei partiti e le tasche di parlamentari, politici e amministratori pubblici. Tutti si sono impegnati ad approvare queste norme contemporaneamente all'aumento del finanziamento pubblico. La legge «é un frammento di una complessa strategia — ha spiegato il relatore sen. Bonifacio — volta a restituire credibilità alle istituzioni democratiche» e a mettere rimedio alla -evidente corrosione della fiducia del Paese nella classe poliiica». -E' indispensabile instaurare un clima nuovo, superare la crisi di diffidenza che si è manifestata nei riguardi della classe politica», ha detto ieri a nome del governo il sottosegretario Luciano Radi. Insomma il Parlamento sta cercando di garantire ai cittadini che gli eletti del popolo a tutti i livelli, fino ai comuni con più di 100.000 abitanti, non si arricchiscono indebitamente abusando della loro carica pubblica. La legge mette sotto controllo anche i dirigenti di enti pubblici e parapubblici. Tutti costoro dovranno presentare una dichiarazione (che sarà a disposizione di ogni elettore) nella quale si elencano beni mobili e immobili, azioni, titoli ecc. compresi quelli dei familiari, se questi non si oppongono. Al termine del mandato dovranno presentare una nuova dichiarazione che attesta le variazioni patrimoniali. Nel dibattito conclusosi ieri sera al Senato si sono però udite voci in parte perplesse, tutte di fonte democristiana. Il sen. Bausi. in particolare, ha chiesto di escludere dalla legge i consiglieri provinciali e comunali che si vedrebbero altrimenti privati «di una pur sacrosanta privatizzazione che è rispettata in tutti gli altri cittadini». La parte che riguarda il finanziamento pubblico ai partiti prevede controlli molto più severi che in passato. I bilanci dei partiti dovranno es- sere più analitici (occorrerà anche una dichiarazione di -conformità al vero» di un collegio di revisori dei conti). I contributi alle correnti e ai singoli uomini politici dovranno essere dichiarati. La legge obbliga i partiti, tra l'altro, a ripartire i contributi anche con gli organi periferici. Infine, c'è uno stanziamento di 15 miliardi per le spese elettorali dei partiti (che abbiano almeno un eletto) per le elezioni del Parlamento europeo e di 20 miliardi per le elezioni regionali. Alberto Rapisarda

Persone citate: Bausi, Fanfani, Luciano Radi

Luoghi citati: Roma