Ma non era un golpe di Omero Marraccini
Ma non era un golpe Ma non era un golpe Quasi uno scontro tra «para» e poliziotti nel Grossetano DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LIVORNO — Per poco ci scappava il morto, l'altra notte, fra un reparto di paracadutisti della «Folgore' ed un contingente di polizia, accorso per arrestarli. Per poco le paure del terrorismo, i fantasmi del colpo di Stato, non tramutavano in tragedia una innocua esercitazione militare, nelle campagne del Grossetano. Tutto è successo anche perché nessuno aveva avvertito delle manovre né la questura, né la popolazione. Lo sapevano i carabinieri, ritualmente informati dal comando della Folgore, ma il loro intervento, tardivo, è servito soltanto a chiarire l'equivoco quando già poteva essere successo il peggio. La polizia infatti, che aveva ricevuto la segnalazione di uomini armati presso un casolare in mezzo ai boschi del comune di Gavorrano, aveva circondato la zona. Dopo i tradizionali: «Arrendetevi, siete circondati» e «non avete scampo», per convincere i presunti terroristi o golpisti ad arrendersi, ha dovuto sgranare alcune raffiche di mitra (in aria) finché l'ufficiale comandante la pattuglia di diciotto «para», è uscito fuori con le mani in alto. Le «teste di cuoio» non hanno risposto al fuoco «soltanto perché avevamo munizionamento da esercitazione, cioè a salve» (ha spiegato uno che ha vissuto lo scontro) «altrimenti (come ha detto un sergente! veniva fuori un macello». Sull'episodio le autorità hanno cercato di stendere un velo di riserbo. Le fonti ufficiali, se interpellate, ne parlano con disagio. Resta, tra l'altro, inspiegato perché la polizia abbia insistito con la «linea dura« nei confronti dei paracadutisti, quando una semplice telefonata ai carabinieri avrebbe potuto chiarire subito l'equivoco. I militari invece, una volta disarmati, sono stati «accompagnati» alla caserma dell'Arma e soltanto dopo accertamenti rimessi in libertà. C'è polemica in giro. Per legge sia la polizia sia la popolazione dovrebbero essere informate. Invece, proprio qui in Toscana è la seconda volta, in pochi giorni, che si ripetono situazioni, all'indomani definite «incresciose»: alcune notti fa avvenne ad Asciano, un Comune in provincia di Pisa. Ci fu un lancio sbagliato e i paracadutisti finirono, nel cuore della notte, sui tetti delle case e negli orti. La gente scappò terrorizzata. Anche quella volta pare che il maresciallo avesse tenuto per sé la notizia delle manovre. «Le norme sono precise — spiega un ufficiale — le autorità della zona interessata alle manovre devono essere informate e si deve avvertire anche la popolazione. Non è più come una volta, quando un reparto speciale piombò proprio qui, a Grosseto, e dopo avere disarmato le sentinelle dell'aeroporto, minato gli F.104, fece persino prigioniero il colonnello comandante della Quarta Aerobrigata che stava facendosi la barba prima di andare in ufficio... I tempi sono cambiati». Di queste cose, evidentemente, qualcuno si dimentica con facilità. Omero Marraccini
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