Sarà Forlani a decidere se Pescatore deve lasciare il Consiglio di Stato di Sandra Bonsanti
Sarà Forlani a decidere se Pescatore deve lasciare il Consiglio di Stato L'ex presidente della Cassa per il Mezzogiorno è «a disposizione» Sarà Forlani a decidere se Pescatore deve lasciare il Consiglio di Stato Ricopre la carica solo da pochi mesi - Ora è accusato di peculato aggravato insieme con tutto il consiglio di amministrazione della Casmez, per aver pagato «troppo» i terreni espropriati per la costruzione della diga di Garcia, in Sicilia - I fatti risalgono al 1976 ROMA — -Ormai la situazione va al di là della mia persona», dice il professor Gabriele Pescatore, presidente forse dimissionario del Consiglio di Stato, e dopo aver definito -inopportuno e indiscreto» un suo qualsiasi intervento in questo momento, prende cortesemente commiato. Da due giorni una sua lettera è sul tavolo di Porlani: Pescatore dice che, siccome il giudice istruttore di Palermo Giovanni Barrile ha ritenuto di rinviarlo a giudizio (il reato contestato è il peculato aggravato) allora mette a disposizione del presidente del Consiglio la sua carica. Le prime indicazioni raccolte in ambienti del Consiglio di Stato dicono che il governo non sembra affatto orientato ad accettare le dimissioni di Pescatore. E chi conosce bene l'uomo che per 25 anni regnò sulla Cassa del Mezzogiorno sa con quanto poco entusiasmo egli se ne andrebbe da un posto che ha desiderato per tutta la vita. Lo scrivevano i giornali già nel '75. quando qualcuno cominciava a mormorare che forse era l'ora che il professore lasciasse la Cassa: -Da tempo si dice che egli aspiri a concludere la carriera come presidente del Consiglio di Stato». Quel sogno è stato coronato a metà novembre del 1980. quando Pescatore fu chiamato a sostituire Lionello Levi Sandri. andato in pensione. Cosi, il 10 febbraio scorso, davanti a Sandro Pertini. a Forlani, al governo quasi al completo e a un centinaio di alte autorità dello Stato, il neo presidente pronunciò il suo discorso inaugurale nella sede di Palazzo Spada. Spiegò l'importanza del Consiglio di Stato -presidio della libertà» e tutela dei cittadini, si fece ammirare per certe sue argomentazioni. Non è passato nemmeno un mese da quel giorno ed ecco, da Palermo, il rinvio a giudizio per una storia abbastanza vecchia e molto inquietante: la vicenda dei terreni espropriati nel '75 per la costruzione della diga di Garcia. Pescatore, allora, era presidente della Cassa del Mezzogiorno. Lo stanziamento prevedeva una spesa totale di 324 miliardi, due dei quali destinati all'esproprio di circa 800 ettari appartenenti a 236 proprietari. -Nel giugno del '76 partì da Palermo per Roma una perizia suppletiva», spiega il giudice istruttore Barrile, -che prevedeva un aumento note¬ vcsdnpnctbgctzdsrcr vole della spesa per l'esproprio. Il 22 ottobre successivo la Cassa approvò la spesa, giustificandola in quanto i terreni erano a coltura di vigneti». Lo Stato fini cosi per pagare la somma di 30 milioni per ettaro, e i soldi andarono nelle tasche di potenti cosche mafiose. Il pubblico ministero che aveva condotto l'inchiesta, pur concordando col giudice istruttore sull'applicazione illegittima della legge da parte della Cassa, aveva ritenuto di non dover procedere contro il vertice, ma solo contro quei funzionari responsabili della perizia suppletiva. Il giudice Barrile invece ha accusato anche Pescatore e tutto il consiglio d'amministrazione. -Prevedevo che la mia decisione avrebbe destato scalpore», dice ancora, -ma io ritengo inconcepibile che il consiglio possa aver deliberato senza sapere come stavano realmente le cose». Per Pescatore, che nella sue rarissime interviste quando era presidente della Cassa si era sempre vantato di averla tenuta -lontana dal banco del giudice penale», è stata dunque un'amara sorpresa. Lo spettro della vicenda però aveva fatto il giro del Consiglio di Stato sin dalla vigilia della sua nomina: chi per invidia (Pescatore ha solo 62 anni e può restare presidente fino a 70), chi. per ragioni «morali», sosteneva che forse il professore di diritto della navigazione non era il più adatto a quell'incarico. Qualcuno accennava addirittura a un volume da lui pubblicato insieme a Antonio Lefebvre, quello dello scandalo Lockheed. Adesso tutto è nelle mani di Forlani, il quale per qualche giorno ancora però non potrà occuparsi della questione. Ma le voci che si levano in sostegno di Pescatore, ritenuto ancora un uomo di grande potere, sono molte e autorevoli. -Aspettiamo il processo», dicono a Roma. E a Palermo avvertono: chissà quando si farà... Sandra Bonsanti
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