Portovenere, la bella dimenticata di Bruno Marchiaro
Portovenere, la bella dimenticata Ricca di duemila anni di storia e di un paesaggio incomparabile Portovenere, la bella dimenticata Secondo il ministero dei Beni culturali, la celebre località non costituisce un patrimonio monumentale, meritevole di essere segnalato all'Unesco - La notizia ha suscitato stupore NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE PORTOVENERE — Secondo il Ministero dei Beni Culturali Portovenere non costituisce un patrimonio monumentale, storico e paesaggistico meritevole di essere raccomandato all'attenzione del mondo e cosi il nome della celebre località sulla costa occidentale del golfo della Spezia non figurerà nell'elenco da inviare all'Unesco. La notizia, non ufficiale ma certa, non ha mancato di provocare reazioni di stupore. Il promontorio dove sorge la millenaria chiesetta di S. Pietro, le mura, la Grotta Byron, le case fortezza originariamente costruite a picco sul mare, il castello dei Doria, la Calata, i resti della villa romana del 200 a.C. scoperti nella zona del Varignano non sono dunque valide testimonianze di un lontano passato da far conoscere a tutti; oltre duemila anni di storia non bastano a classificare come antico un paese sorto in uno degli angoli più belli del Tirreno, uno dei pochi che per la sua struttura ha conservato, almeno nel centro storico, le caratteristiche del vero borgo marinaro. Ma all'Unesco invece del nome di Portovenere troveranno — si dice — quello di Portofino e si è anche detto in una riunione del Consiglio comunale che Portovenere è stata sacrificata per favorire il progetto di ampliamento della Snam: è probabile che sia vero e comunque è certo che con l'installazione della raffineria, complice l'arrendevolezza delle passate amministrazioni, è cominciato il degrado der territorio La notizia dell'esclusione di Portovenere dall'elenco da inviare all'Unesco è stata resa nota dal professor Augusto Ambrosi presidente della sezione Lunense dell'Istituto internazionale di studi liguri che non ha mancato di protestare presso il Comitato regionale per ì beni culturali con una lettera in cui si chiede che -Portovenere torni ad essere inserita tra quelle località che devono essere considerate non patrimonio di una sola provincia ma un bene universale di tutti i cittadini e di tutta la cultura». -Non so spiegarmi come sia venuta l'esclusione — dice il prof. Ambrosi —. La segnalazione era partita dalla stessa Commissione regionale per i beni culturali, poi la sconcertante novità. Cosa si potrà fare ora? Augurarci che al Ministero cambino idea. Portovenere è conosciuta in tutto il mondo, è amata forse più all'estero che in casa nostra. Speriamo che la reazione sia efficace». La reazione c'è stata e unanime da parte dei partiti, dei parlamentari della provincia, delle associazioni per la difesa del paesaggio; un gruppo di deputati comunisti in una interrogazione al ministro per i Beni Culturali vuole sapere se la notizia risponde a verità e sottolinea la necessità che l'antico borgo per il suo valore storico, ambientale e monumentale venga maggiormente valorizzato e salvaguardato. Il Consiglio comunale di Portovenere infine ha nominato una Commissione che dovrà sostenere a Roma i diritti del paese rivierasco. L'opinione pubblica si era già dimostrata sensibile circa tre anni fa a proposito della chiesetta di S. Pietro che minacciava di crollare in mare a causa di una fenditura nello sperone dì roccia che la sorregge. Da tutta Italia, dai Paesi europei e dall'America privati e associazioni culturali avevano risposto all'appello partito da Portovenere. Ora i lavori di Punta S. Pietro sono finiti, la chiesa è stata riaperta al culto, ma rimane ancora chiusa ai visitatori la Grotta di Byron perché pericolante. «Se non ci aiutano — dice il sindaco — non so quando potremo nuovamente spalancare quella stupenda balconata sul mare». Bruno Marchiaro
Persone citate: Augusto Ambrosi, Doria
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