Negli ospedali è sempre peggio

Negli ospedali è sempre peggio Si sono fermati gli anestesisti Negli ospedali è sempre peggio Ieri sciopero nello sciopero; inattive le camere operatorie, tranne che per le urgenze Altro sussulto dell'assistenza sanitaria. Teri fermata di 24 ore degli anestesisti. Uno sciopero nello sciopero bianco, che ha ridotto al minimo l'attiviti"' delle camere operatorie. Le urgenze sono state smaltite ma il resto è rimasto fermo; nessun intervento ordinario. Solo il pronto soccorso ha funzionato normalmente. Anestesisti e rianimatori, a Torino come in tutto il Piemonte, hanno risposto compatti alle disposizioni dell'«Aaroi» (Associazione anestesisti rianimatori ospedalieri italiani). Solo alle Molinette, dove gli specialisti sono una cinquantina in 4 divisioni, un esiguo numero (reparto prof. Zaffiri) non ha aderito. Tn un manifestino affisso in tutti gli ospedali gli anestesisti annunciano altri scioperi totali per 1*11, 18 e 25 marzo, elencando rivendicazioni che oltrepassano quelle avanzate dalla categoria dei colleghi ospedalieri. Chiedono cioè altre normative e un diverso trattamento retributivo per gli addetti a questa specialità «che ha problemi particolari perché il lavoro si svolge esclusivamente negli ospedali con pochissimi sbocchi per la libera professione». Dice un anestesista del Tips (Terapia intensiva pronto soccorso) delle Molinette: «Gli amministratori devono tenere conto della nostra condizione perché pochissimi di noi hanno la possibilità di rinforzare il già magro stipendio con interventi esterni. Noi non siamo come gli altri specialisti che vengono scelti dal paziente, è il chirurgo che ci chiama e da lui dipende il nostro impiego». Ma il vero motivo che li spinge a scioperare al di fuori delle rivendicazioni generali della categoria ospedaliera è un altro. Hanno il problema degli organici che si collega con quello del rischio professionale. Ancora l'anestesista: «Siamo pochi in tutt'Italia e dobbiamo svolgereuna mole di lavoro che aumenta giorno per giorno. Se poi aggiungiamo la perenne disorganizzazione degli ospedali diventa per noi impossibile lavorare con serenità». Un rianimatore delle Molinette: «Facciamo l'esempio di questo ospedale. Dobbiamo intervenire contemporaneamente in tre posti diversi. Il pronto soccorso al piano terra, il Tips al primo e le camere operatorie in un'altra ala. Quando siamo di guardia diventa impossibile controllare contemporaneamente i pazienti disposti in tre distinti reparti. Ecco,perché chiediamo l'adeguamento degli organici». Sui rischi professionali aggiunge: «Per molte ore al giorno respiriamo in gran quantità gas che alla lunga provocano degenerazioni epatiche e nelle donne aumentano i rischi di aborto. Problemi che nessuno vuole affrontare' e. mon.

Persone citate: Zaffiri

Luoghi citati: Italia, Piemonte, Torino