Roma: oggi sentenza per i quattro redattori de L'ape e il comunista
Roma: oggi sentenza per i quattro redattori de L'ape e il comunista Roma: oggi sentenza per i quattro redattori de L'ape e il comunista ROMA — La società italiana è abbastanza matura per vagliare crìticamente qualunque tipo di idea, o dev'essere messa sotto tutela, «protetta» dalla circolazione di idee da cui deve difendersi? Secondo la difesa dei quattro redattori de -L'ape e il comunista», è questa la vera alternativa dinanzi alla quale oggi la corte d'assise si troverà. Ieri le arringhe degli avvocati sono proseguite: questa mattina, dopo quella di Oreste Fammini Minuto, difensore del collega Eduardo Di Giovanni, i giudici si ritireranno in camera di consiglio per una decisione che si prevede potrà essere formulata nel tardo pomerìggio. In concreto, gli interventi difensivi di ieri hanno posto l'accento su altri aspetti molto discutibili di questo processo. Anzitutto, l'esistenza di una volontà precisa di istigare, cioè del «dolo», nell'attività dei quattro che hanno collaborato alla pubblicazione del volume. E' quanto ha nuovamente contestato l'avvocato Orefice, difensore di Giovanna Lombardi. Non c'è prova, non esiste indizio in grado di dimosti are che la Lombardi, Di Giovanni, Fiorillo e Padello abbiano inteso fare altro che non fornire al lettore materiale di documentazione per una conoscenza più approfondita dell ' arcipelago-B r. La mancanza di «dolo», l'assurdità giuridica dell'incriminazione per reati di stampa di persone diverse (con l'esclusione di Fiorillo) dal direttore responsabile, o dagli autori degli scritti incriminati, è stata sostenuta subito dopo dall'avvocato Le Pera. Quest'ultimo ha insistito particolarmente anche sul clima nel quale questo processo si è voluto a tutti i costi inquadrare. Un clima di profonda emozione, quasi di «rabbia»: bisogna invece, ha detto Le Pera, guardare la vicenda nella sua essenzialità. Rendersi conto, per esempio, che al reato di «apologia» manca un requisito essenziale, quello della «novità» delle tesi prospettate con la pubblicazione de «L'ape e il comunista». L'avvocato Mattina, altro difensore di Giovanna Lom¬ bardi, ha puntato invece il suo intervento sulle distorsioni che, a suo avviso, la requisitoria del pubblico ministero ha compiuto. A ricostruzioni che hanno fatto leva tutte sul fattore emozionale, ha detto Mattina, il pubblico ministero ha fatto seguire anche richieste sconcertanti. Fra le altre, quella di considerare l'aggravante (quella di aver agito a fini di terrorismo) equivalente alle attenuanti. E' una richiesta che condurrebbe, in caso di condanna, a una pena mite, ma che la corte non potrà egualmente accogliere. Quell'aggravante, nella «legge Cossiga», è infatti specificamente prevista come autonoma, cioè non comparabile con attenuanti di alcun tipo. Un errore grossolano, o un modo — come la difesa sospetta — per proporre una pena che poi la corte sarebbe costretta, in caso di condanna, a rendere più dura? g. z.
Persone citate: Cossiga, Eduardo Di Giovanni, Fiorillo, Giovanna Lom, Giovanna Lombardi, Le Pera, Orefice, Oreste Fammini Minuto
Luoghi citati: Roma
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