Bonn, il nemico è l'inflazione

Bonn, il nemico è l'inflazione Bonn, il nemico è l'inflazione Pur di bloccarla la Germania sembra disposta a rischiare la recessione economica - La stretta del credito potrà aiutare il marco, ma soltanto a partire dalla seconda metà dell'anno Come da tempo si andava dicendo, la Germania ha atteso il messaggio sullo stato dell'Unione per adottare provvedimenti a favore del marco. Dal messaggio è emersa senza equivoci una politica americana restrittiva e Bonn ha dovuto agire. Innanzitutto è stato riaperto ai non-residenti il mercato delle obbligazioni domestiche con durata inferiore all'anno nella speranza di attirare capitali stranieri; in secondo luogo il tasso sulle anticipazioni in denaro effettuato dalla Banca Centrale alle banche, contro garanzia di titoli (Tasso Lombard), è stato modificato: da tasso fisso (attualmente al 9%) è diventato tasso variabile, assimilandosi in pratica nel suo funzionamento ai Federai Funds americani che rappresentano la miglior arma della Federai Reserve, unitamente ai Treasury Bills, per dirigere la politica monetaria. Le misure hanno rafforzato marco contro dollaro e serviranno a rendere più caro il denaro — e quindi a restringere la massa monetaria — nei momenti più tesi. Ricordano tuttavia molto le prime misure americane del 1978 per sostenere il dollaro, ossia hanno l'aria dei pannicelli caldi. Il coltello dalla parte del manico ce l'ha ancora Washington, o meglio ce l'hanno le xenovalute che andranno o rimarranno laddove i rendimenti saranno più allettanti in presenza di altri fattori «di sicurezza». Per tutto il 1980 la Bundesbank aveva attuato una politica di moderata restrizione mantenendo relativamente elevati i tassi interni ma fornendo credito al sistema. Negli ultimi mesi del 1980 il quadro economico era peggiora¬ to e si prospettava un periodo di crescita zero, con inflazione crescente, una bilancia commerciale in forte passivo e il marco debole. Data l'apertura all'estero dell'economia le scelte erano molto difficili in quanto la politica da adottare per risolvere i problemi interni era diametralmente opposta a quella atta a risolvere i problemi del marco. La scelta presa dimostra comunque che ancora una volta è la lotta all'inflazione che domina la politica tedesca e non il timore di una recessione. Sembra dunque che la Germania sia pronta a subire un periodo recessivo più lungo pur di scongiurare il pericolo dell'inflazione importata con la debolezza del marco. Gli ultimi dati sono infatti molto preoccupanti. Il costo della vita aumenta ad un tasso annuale a gennaio del 12% (+6% sull'anno). Il rialzo dei prezzi è dovuto in gran parte a cause esterne in quanto l'economia interna già dal secondo trimestre è in recessio- ne (PNL del 2° trimestre —ì%. 3" trimestre —0,5%, 4" trimestre —0,5%). La produzione industriale è calata e la crisi edilizia si fa più profonda. Molte società pertanto rinunceranno ad ambiziosi programmi d'investimento per le difficili condizioni del mercato e i minori «cash flows». Nel contempo, al deficit corrente della bilancia dei pagamenti di 3,5 miliardi di marchi nel 4" trimestre si aggiunge un deflusso di capitali di ben 6 miliardi. L'attrazione dei tassi più alti su altre valute ha aggravato la debolezza del marco indotta dal deficit delle partite correnti. Quali le prospettive per la Germania nel 1981? Probabilmente l'economia subirà un'altro anno di decrescita con un lento miglioramento della bilancia con l'estero dovuto alla rinnovata competitività dei beni tedeschi dopo la svalutazione del 25% nell'arco di dodici mesi. Ciò non toglie che il deficit corrente rimarrà elevato. Di converso le riserve tedesche coprono ancora in divise convertibili quattro mesi di importazioni (che è poco) e garantiscono eventuali indebitamenti per un controvalore di oro detenuto a riserva di circa 100 miliardi di marchi. Le misure prese dalla Bundesbank sono state accolte molto favorevolmente dal mercato dei cambi, ma dato che esse non possono nel breve periodo risolvere i problemi che hanno causato la debolezza del marco, non si può per ora ipotizzare che siano sufficienti a far svanire la sfiducia nella divisa. Almeno fino a metà anno è improbabile che si invertano gli umori sul mercato dei cambi. Antonello Zunino

Persone citate: Antonello Zunino, Lombard

Luoghi citati: Germania, Washington