L'unità sindacale si gioca sul salario e i contratti di Giancarlo Fossi

L'unità sindacale si gioca sul salario e i contratti Da domani 1500 delegati riuniti a Montecatini L'unità sindacale si gioca sul salario e i contratti ROMA — I «nodi» della politica contrattuale e salariale, resi ancor più difficili dalle tensioni esplose in questi giorni nel direttivo unitario e nell'ambito di particolari categorie, saranno affrontati da domani a venerdì in un convegno di 1500 delegati Sindacali a Montecatini, promosso dalla Federazione Cgil-Cisl-Uil dopo la decisione di far slittare 1' «EUR 2». Sulla base di una relazione illustrata ieri sera dal segretario confederale della Cisl, Cesare Delpiano, alla segreteria della Federazione, si svilupperà un dibattito serrato sulle linee che dovrebbero guidare i rinnovi 1981-82 ed i prossimi confronti con il governo e la Confindustria; e si tenterà di portare chiarezza ed unità nelle diverse posizioni che negli ultimi tempi, forse come non mai, hanno riflesso uno stato di profondo malcontento, di inquietudine, talvolta di aperta contestazione. In un quadro che non ignora l'esigenza di alcune compatibilità, il tema di fondo sarà costituito dal «come» difendere il potere di acquisto dei salari dall'inflazione e dal diminuito potere di copertura della scala mobile, senza però produrre un appiattimento delle retribuzioni e una ulteriore mortificazione della professionalità. Quale ruolo è possibile ancora riservare alla scala mobile? Quanta parte degli incrementi salariali va destinata alla sollecitazione della professionalità, e quanta invece al sostegno della tendenza egualitaria? Quale il ruolo futuro della contrattazione nazionale, e quale quello della contrattazione integrativa? Come disciplinare gli automatismi, e soprattutto, come risolvere la questione scottante delle liquidazioni congelate? Ed ancora, come definire eventualmente a livello interconfederale i problemi delle informazioni, del decentramento, della mobilità, della produttività anche connessa all'assenteismo? La discussione sarà contenuta dai risultati di interessanti indagini compiute da centri studi confederali e da istituti di ricerca economica. Il centro studi della Cgil (Ires) sottolinea, nell'imminenza del convegno, come la quota di reddito del lavoro dipendente sia andata progressivamente riducendosi (—3,2% solo nel 1979) a fronte di aumenti di produttività che sono stati del 6,5% nel 1979 e del 3,1% nel 1980.1 lavoratori avrebbero visto incrementare le proprie retribuzioni reali lorde soltanto dell'1,39% nel 1979 e dello 0,85% nel 1980, mentre le previsioni per i prossimi anni sarebbero tutt'altro che confortanti. Ai tassi d'inflazione («piuttosto ottimistici') previsti dal piano triennale di La Malfa, lo studio dell'irescalcola, nel periodo 1981-84,172nuovi scatti di scala mobile, corrispondenti a fine 1984 a 397 mila lire mensili in più per ogni retribuzione. Con tale cifra, i lavoratori dovranno difendersi dall'inflazione, i cui tassi di crescita saranno tuttavia progressivamente maggiori rispetto alla copertura assicurata dal meccanismo di contingenza che, ad esempio, nel 1983 non dovrebe superare il 75-80% dell'intera retribuzione. Di qui, secondo l'Ires, la necessità che i contratti del prossimo anno recuperino almeno le cifre che i lavoratori perderanno in reale potere di acquisto delle proprie retribuzioni. Ma già solo questa operazione farebbe lievitare in misura notevolissima gli oneri per le aziende, sollevando seri problemi d'investimenti, di tutela dei livelli occupazionali, talvolta di sopravvivenza, tanto più che contemporaneamente dovrebbero essere avviati a soluzione altri aspetti del rapporto di lavoro con non trascurabile incidenza economica, come ad esempio quello dell'indennità di anzianità o di liquidazione. Non solo sulle cifre si concentrerà il confronto tra i delegati e i vertici della federazione unitaria. C'è anche chi pensa di proporre una vera e propria riforma della politica contrattuale. 'Bisogna allungare i tempi di durata del contratto nazionale — sostiene Raffaele Morese, segretario nazionale della federazione dei metalmeccanici — per dare più spazio alla contrattasione in fabbrica. Il contratto nazionale ha perso il suo carattere carismatico e la linea di tendenza per il futuro non può che essere quella della contrattazione aziendale. Si dovebbe realizzare una reale contrattazione aziendale, non una che scimmiotta quella nazionale e che non accontenta nessuno.. „. „ . _ Giancarlo Fossi

Persone citate: Cesare Delpiano, La Malfa, Raffaele Morese

Luoghi citati: Montecatini, Roma