I disoccupati in Cina forse ventisei milioni di Manuel Lucbert

I disoccupati in Cina forse ventisei milioni Pechino vara un piano di austerità I disoccupati in Cina forse ventisei milioni PECHTNO — T responsabili dell'economia cinese stanno somministrando una cura d'urto al Paese. Yao Yilin, viceprimoministro e presidente della commissione di pianificazione, ha rivelato in questi ultimi giorni al Comitato permanente dell'Assemblea nazionale qualche dettaglio di questo trattamento. La linea è severa e l'obiettivo chiaro: si tratta di arrivare, entro la fine dell'anno, a ristabilire i grandi equilibri (del budget, del commercio e monetario) turbati durante il 1979. Per arrivare a questo risultato sono annunciati decisi tagli agli investimenti di base, che saranno ridotti del 45% rispetto al piano di sviluppo economico per 1*81. gi* decurtato lo scorso settembre. Questo raffreddamento della macchina economica sar* ottenuto soprattutto con un minore impegno dello Stato: grazie ad una diminuzione delle spese di oltre il 13% sulla cifra fissata originariamente l'equilibrio del budget sar* ristabilito. Si tratta dunque di un programma di vera austerità. T sacrifici pi" duri saranno imposti all'industria pesante. TI volume degli investimenti è stato stabilito in 30 miliardi di yuan (circa 180.000 miliardi di lire) invece dei 55 fissati inizialmente. La produzione di acciaio, che nel 1980 era salita a 37 milioni di tonnellate, non dovr'1 oltrepassare quest'anno i 33 milioni di tonnellate: quella petrolifera, che arriva da tempo a 106 milioni di tonnellate, non sar* superiore ai 100 milioni. L'industria leggera resta prioritaria, ma il tasso di crescita del settore, fissato all'8%, è stato semplicemente mantenuto, mentre nell'80, secondo Yao Yilin, è stato del 17,4% ; non sono state fornite cifre sulle prospettive globali dello sviluppo industriale, ma questo non potr>> essere che inferiore a quello dell'anno scorso ( + 8,4%), di cui solamente l'l,6% nell'industria pesante). Non si può negare che misure di questo tipo, messe in opera l'anno passato, abbiano dato i loro frutti (in particolare nel commercio estero il cui deficit è stato portato a 500 milioni di dollari contro il miliardo e 800 milioni del '79). C'è da domandarsi, però, che cosa succedere quando il numero dei disoccupati arriverà, come prevedono le ultime valutazioni, a 26 milioni di persone. Manuel Lucbert Copyright «Le Monde» e per "Italia -il.a Stampa»

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