Il bimbo morì di fame in un tugurio dove abitavano in 12 in due camere

Il bimbo morì di fame in un tugurio dove abitavano in 12 in due camereInchiesta della procura dopo la penosa tragedia in Calabria Il bimbo morì di fame in un tugurio dove abitavano in 12 in due camere DAL NOSTRO CORRISPONDENTE REGGIO CALABRIA — Dopo la penosa tragedia del piccolo Remo Alessandria, di quattro mesi, morto per denutrizione, la Procura della Repubblica di Vibo Valentia ha aperto una inchiesta amministrativa: il magistrato, sostituto procuratore dott. Elio Costa, vuole accertare come mai non sia stata completata la graduatoria per l'assegnazione dei cinque alloggi popolari realizzati da ben sette anni ed alla quale concorreva anche la famiglia. Sembra infatti che i genitori del piccino, nonostante le obiettive e documentate condizioni, risultassero appena al quarto posto e per di più a pari merito con altre quattro famiglie pretendenti. Ma la cosa più sconcertante sarebbe costituita dalla dichiarazione di abitabilità riscontrata al tugurio dove alloggiava il bimbo, due stanzette in cui dormivano dodici persone, una cucina di due metri quadrati con accanto un incredibile locale igienico: il tutto coperto da tegole e senza vetri ed infissi. Un ambiente che definire antigienico o malsano sarebbe eufemismo e che ha avuto probabilmente un effetto devastante per l'ultimo nato della famiglia. C'è da aggiungere che. stando ad alcune testimonianze, anche il punteggio assegnato all'Alessandria sarebbe stato dimezzato. Se questi fatti sono veri ed hanno influito sulla morte del piccino, lo stabilirà l'inchiesta giudiziaria. Remo Alessandria viveva insieme con altri nove fratellini ed i genitori a Maierato, un piccolo Comune collinare distante una decina di chilometri da Vibo Valentia. Le condizioni economiche della numerosa famiglia (il padre è manovale) aggiunte a quelle igienico-sanitarie han no forse contribuito in maniera determinante a causare la morte del piccino, ridotto a pelle e ossa per denutrizione e disidratazione. Quando i genitori, Carmine. 49 anni, ed Antonia Cristallo. 44, hanno chiamato il medico, ormai non c'era più speranza e inutile è stato anche il ricovero all'ospedale di Vibo. I medici non hanno avuto dubbi. Probabilmente — com'è stato commentato l'accaduto negli ambienti politico-amministrativi della Regione — in parecchi centri calabresi si trovano realtà altrettanto tragiche e per questo si finisce, purtroppo, per non farci più caso; ma il problema esiste ed è grave. e- [_

Persone citate: Antonia Cristallo, Elio Costa

Luoghi citati: Alessandria, Calabria, Maierato, Reggio Calabria, Vibo Valentia