Prepara la quarta laurea studente della classe 1905

Prepara la quarta laurea studente della classe 1905 Sono molti gli universitari coi capelli bianchi Prepara la quarta laurea studente della classe 1905 Un siciliano trapiantato a Torino: dopo Giurisprudenza (73), Scienze politiche (74) e Lingue (76) affronta Lettere Perché, giunti alla terza età, scoppia la voglia d'apprendere Laurearsi nella terza età: per appagare un sogno irrealizzato, ma anche per riempire, con studi severi, il vuoto di interessi in un mondo che si preoccupa poco degli anziani. Quanti e chi sono i laureati o gli studenti «senili»? Concordano i rettori, Cavallo per l'Università e Rigamonti per il Politecnico: •Pochi». Non esistono statistiche, occorre andare alla ricerca dei casi «a memoria di docente». Tentiamo, comunque, un viaggio nel presente e nel passato per scrutare questo sconosciuto settore della popolazione accademica. Il più recente tra i casi curiosi è rappresentato dalla dott. Maria Nevina Calzia, 76 anni, laureatasi in lingue a Magistero martedì scorso. Lo studente più anziano è Guido Grasso, classe 1905, di Agrigento. «Un vero personaggio», spiega il prof. Pietro Rossi di Lettere. «Già laureato in Giurisprudenza nel 73 con SS esami invece dei "soli" 24 richiesti, in Scienze politiche nel 74, in Lingue nel 76, si è ripresentato quest'anno a Lettere. Dopo una vita di lavoro spesa in Argentina, ha ritrovato la gioia dello studio nell'età matura. Ci sono state anche lunghe polemiche». Il prof. Rossi ricorda: 'Iscritto al corso di laurea in lingue aveva combinato un complicato pasticcio con il piano di studi. Noi gli avevamo riconosciuto gli esami secondo le norme imposte dalla legge. Insoddisfatto, si era rivolto al Tar che gli aveva dato ragione. Ma poi il Consiglio di Stato gli aveva dato torto. Finita la disputa. Grasso si laureò. Adesso l'ho rivisto nuovamente sul piede di guerra iscritto all'indirisso storico di Lettere». Un paio d'anni fa si è laureato in filosofia l'ultrasettantenne prof. Ghio, ex preside in pensione.-Aveva trovato — commenta Rossi — il modo di restare ancora in messo ai giovani, lui che a loro aveva dedicato l'esistenza. Ma le curiosità finiscono qui. Certo, capita di avera a lesione allievi "fuori età", ma il fenomeno è limitato». Si tratta di «pensionati relativamente giovani che credono di riscattare la noia del lavoro di anni fatto per necessità più che per aspirazione». Pietro Rossi li giudica «assidui, simpatici, anche se un po'originali». Studenti con i capelli bianchi, anche a Giurisprudenza. Dice Silvio Romano: -Abbiamo persone intorno ai 50 anni, militari, statali, insegnanti. Nella prospettiva di abbandonare presto il lavoro abituale, si preparano a un'altra attività più appagante. Sono pochi comunque». A Medicina il prof. Cavallo ricorda un dott. Ottoleghi, studente già laureato in chimica e professionista: «Ha sostenuto una brillante tesi con me, diventando medico a pieni voti. Credo che il nuovo titolo accademico gli servisse per migliorare la qualità del suo lavoro». Hanno voluto essere medici in età avanzata anche una «nonnina», ex preside di scuola media; e un canadese bilaureato di 54 anni che aveva come aspirazione: « Una laurea in ogni continente». A Farmacia nel '77 si laurearono padre e figlia. Scopo: ricomporre il nucleo con la moglie-madre nella farmacia di famiglia. «Nella nostra facoltà — afferma il prof. Alberto Gasco — si presentano chimici, biologi, che cercano nella professione del farmacista una nuova dimensione». Il prof. Rigamonti ricorda un ferroviere a fine carriera che 15 anni fa diventò ingegnere. In Università si è «anziani» oltre i trent'anni. Tuttavia anche il fenomeno degli iscritti oltre questa «fascia» non esce dall'eccezione. L'unica facoltà toccata in modo consistente è Scienze politiche. Spiega il preside prof. Gian Mario Bravo: «Abbiamo molti lavoratori studenti, soprattutto dopo la liberalizzazione degli accessi universitari nel '69. Il serbatoio potenziale oggi si sta esaurendo, ma l'età media dei nostri iscritti resta intorno alla trentina. Ci sono impiegati ed operai che vogliono migliorare la posizione, sindacalisti e insegnanti che desiderano approfondire le scienze sociali, ufficiali. Anche noi abbiamo avuto un "campione" senile. Si laureò con il prof. Firpo così brillantemente da meritare un premio dalla Deputazione Subalpina di Storia patria». Nelle altre facoltà secondo i docenti, «si contano sulle dita i casi di studenti non più giovani». Anche in quei settori che farebbero supporre il contrario. Dice Onorato Castellino di Economia e Commercio: «Da noi ci sono alcuni iscritti che sviluppano una carriera di studio molto lenta, ma sono tutti lavoratori». Pochi i casi a Magistero, «anche se — sostiene il prof. Viano — gli studi consentirebbero ai maestri di acquisire una migliore professionalità». Infine Scienze. Il preside Borello dichiara: «I nostri rugassi si iscrivono per convulsione e vocazione. Entrano ed escono normalmente nei tempi giusti. Certo qualche caso di seconda laurea si è verificato anche da noi, ma non cosi importante da ricordarlo». Maria Valabrega

Luoghi citati: Agrigento, Argentina, Torino