Una cascata di diamanti

Una cascata di diamanti Il mercato non riesce ad assorbire l'offerta e i prezzi calano Una cascata di diamanti La congiuntura mondiale negativa e la preferenza per altre l'orme d'investimento cause principali del fenomeno - Le grandi compagnie cercano di collere ai ripari PARIGI — I prezzi mondiali dei diamanti hanno subito una caduta simile a quella dei metalli preziosi, I prezzi sono scesi soprattutto per i diamanti di 1-1,5 carati di alte qualità (Top Wesselton. Wesselton inclusi), cioè quelli che nel marzo dell'anno scorso, erano saliti alle stelle. Per gli altri diamanti della gamma inferiore e superiore, i prezzi erano saliti molto meno e quindi erano meno vulnerabili al ribasso. In realtà, la scalata dei tassi d'interesse americani, la preferenza degli investitori per altri veicoli finanziari e soprattutto la congiuntura mondiale negativa, hanno influenzato pesantemente le quotazioni dei diamanti. I dealers di New York hanno buttato molti diamanti sul mercato: avevano delle partite troppo importanti nei loro forzieri, mentre hanno ricevuto degli ordini di vendita da parte dei loro clien ti. Sembra inoltre che altre vendite siano giunte sul mercato di Anversa da compagnie d'investimento localizzate soprattutto a Parigi e a Ginevra: queste Case hanno cercato di concretizzare i loro guadagni potenziali, ma con un successo molto modesto. Il mercato non è riuscito ad assorbire la valanga di vendite ed i prezzi sono scesi in una drammatica spirale. D'altra parte, anche le misure prese dal governo israeliano hanno penalizzato molto pesantemente i tagliatori e i dealers del mercato di Tel Aviv: la Banca Centrale d'Israele ha ridotto del 25 per cento i crediti al settore e ha eliminato i tassi d'interesse preferenziali con l'obiettivo di limitare l'ammontare dei debiti accumulato negli ultimi anni dall'intero settore: si tratta di un miliardo di dollari. Ancora nelle settimane scorse, si è verificato un grosso scandalo sulla Borsa di Tel Aviv: un noto dealer, Leo Zigman, è fuggito all'estero lasciando debiti per 50 milioni di dollari. Inoltre l'Unione Sovietica ho. praticato nei mesi scorsi degli sconti importanti (dal 15 al 20 per cento, fino al 5 per cento offerti ai non professionisti) per vendere i suoi diamanti: Mosca ha compreso che l'o/ferta di diamanti è largamente superiore alla domanda e che i prezzi sono artificiali: ha preferito, quindi, rompere l'equilibrio dei prezzi del mercato per procurarsi delle divise pesanti. L'offerta dei diamanti è quindi salita in misura sensibile, mentre la domanda per investimento si è ridotta drasticamente: ed anche quella dei piccoli diamanti per gioielleria (d'origine soprattutto indiana) che sta vivendo una crisi preoccupante. La De Beers, il più importante produttore mondiale (80-85 per cento del mercato dei diamanti), ha subito pesantemente la crisi del settore. I dati parlano chiaro: le vendite della C.S.O. di Londra (organizzazione di vendita della De Beers) hanno registrato 1,57 miliardi di dollari nel primo semestre 1980 e 1,16 (—26 per cento) nel secondo punto. Gli sforzi commerciali della De Beers hanno però limitato in parte gli effetti della crisi: ancora recentemente era possibile acquistare dalle gioiellerie con prezzi speciali (promozionali) per i diamanti. La De Beers ha deciso inoltre di aumentare gli investimenti per pubblicizzare la gioielleria con diamanti: il programma prevede degl'investimenti per venti milioni di dollari nel 1981, contro i quattordici milioni di dollari nel 1980. Ma l'azione più decisiva della compagnia sudafricana è sul mercato: l'offerta dei diamanti per il mese di febbraio, rispetto a quella di gennaio, è stata ridotta del 60 per cento a Neiv York, del 50 per cento ad Ani'ersa e dell'80 per cento a Tel Aviv. La C.~: O. vende diamanti dieci volte all'anno: invita i dealers a prendere visione delle partite di diamanti non tagliati esposti in scatole di cartone in un clima vellutato di fiducia reciproca, tipico del mercato dei diamanti. Alessandro Giraudo

Persone citate: Alessandro Giraudo, Beers, Leo Zigman