E' di un industriale rapito il corpo trovato incatenato nel Tevere a Roma

E' di un industriale rapito il corpo trovato incatenato nel Tevere a Roma Era stato sequestrato nel suo ufficio nel dicembre dell'80 E' di un industriale rapito il corpo trovato incatenato nel Tevere a Roma Per il rilascio di Valerio Ciocchetti, 55 anni, i familiari avrebbero già versato 450 milioni L'uomo è stato ucciso con una rivoltellata alla nuca: la morte pare risalga ad alcune settimane fa - Unici testimoni del rapimento, due clienti, imbavagliati da tre banditi ROMA — E' dell'industriale Valerio Ciocchetti. 55 anni, il cadavere «ripescato» l'altro ieri nel Tevere, all'altezza di Ponte Galeria. L'uomo era stato rapito il 3 dicembre scorso nella sua azienda di marmi: per il suo rilascio, i familiari avrebbero gì" pagato 450 milioni. A effettuare il riconoscimento sono stati la moglie (separata) e il fratello della vittima. Secondo i primi riscontri necroscopici, Valerio Ciocchetti è stato ucciso con una revolverata alla nuca. TI suo corpo sarebbe stato gettato nel fiume incatenato con due blocchi di cemento per «zavorrarlo», allo scopo di far sparire le tracce dell'omicidio. Ma a tradire gli assassini è stata proprio la «magra» del Tevere, che ha permesso alla salma di affiorare e di essere notata, venerd' mattina, da due operai. TI decesso pare risalire ad alcune settimane fa: si avanza quindi l'ipotesi che l'imprenditore possa essere stato ucciso nell'impossibilit* di trovare una prigione sufficientemente «sicura». Valerio Ciocchetti fu sequestrato nel suo ufficio, in via Grotte di Gregna. La notizia giunse agli inquirenti con varie ore di ritardo. Nella sede dell'azienda si trovavano in fatti, oltre all'industriale, solo una coppia di clienti, Mario Quinti e Loreta Di Marzio, che non erano riusciti ad avvisare subito la polizia. T due raccontarono di esser si recati nello stabilimento per un'ordinazione. Stavano contrattando la commessa con il titolare, quando irrup pero nello studio tre uomini armati e mascherati. Mentre un bandito teneva Ciocchetti sotto la minaccia di una pistola, gli altri legarono i coniugi e, per impedire che dessero l'allarme, cercarono di stordirli. Mario Quinti, costretto a sdraiarsi per terra, venne ripetutamente colpito alla testa dai malviventi, finché svenne. La moglie testimoniò che i banditi, a questo punto, imbavagliarono Ciocchetti con dei cerotti e lo portarono via. L'imprenditore, sin dall'irruzione, non aveva opposto resistenza. Loreta Di Marzio e il marito impiegarono alcune ore per li¬ berarsi e solo dopo il ricovero in ospedale raccontarono l'avvenuto sequestro. T familiari non avevano ancora avuto notizia del rapimento. Dopo qualche tempo iniziarono le trattative, che gli inquirenti non avevano ostacolato, nella speranza di saivare la vita di Valerio Ciocchetti. Sembra che al centro dei contatti non sia stata la moglie (da tempo l'industriale, separato dalla consorte, viveva con un'altra donna), quanto i! fratello dell'ucciso. Sergio, contitolare dell'azienda. Proprio questi ultimi avrebbero gi* versato come «acconto» 450 milioni: questo dato, tuttavia, manca di riscontri ufficiali. La ditta Ciocchetti lavora marmo, granito e travertino. Venne fondata dal nonno dell'ucciso nel 1870: quindi, la gestione passò al figlio, ora ottantasettenne, che qualche anno fa si ritirò per motivi di salute, passando l'incarico a Sergio e Valerio. Secondo quanto riferirono i familiari del rapito alla polizia, l'azienda, ultimamente, non navigava in buone acque. Pur avendo mantenuto tre stabilimenti (oltre che in via Grotte di Gregna, sulla Tiburtina e sulla Collatina), i dipendenti erano infatti scesi da una cinquantina a venti, nell'arco di pochi anni. La salma dell'industriale, soggetta a un processo di «saponificazione» per la lunga permanenza in acqua, dovrebbe venire tumulata nei. primi giorni della settimana. Sotterrati in un terreno di sua proprietà alla periferia di Bolzano, nel dicembre scorso erano stati scoperti 5i chilogrammi di eroina. In seguito occultati sullo stesso terreno, erano venuti alla luce altri 51 chilogrammi di stupefacente. Oberhofer. già arrestato il 22 dicembre scorso, aveva collaborato con la Guardia di finanza fornendo indicazioni per il ritrovamento della droga. Il suo uomo di fiducia, Karl Meraner. custode di una lussuosa villa, si era assunto tutte le responsabilità tentando di scagionare il commerciante.

Luoghi citati: Bolzano, Ponte Galeria, Roma