In patria 3 ostaggi inglesi di Teheran «I carcerieri si erano quasi affezionati» di Mario Ciriello

In patria 3 ostaggi inglesi di Teheran «I carcerieri si erano quasi affezionati» Un cittadino britannico ancora rinchiuso nelle carceri iraniane In patria 3 ostaggi inglesi di Teheran «I carcerieri si erano quasi affezionati» DAL NOSTRO CORRISPONDENTE LONDRA — Con il tono più sommesso e pacato che distingue il carattere di questa nazione dal carattere americano. l'Inghilterra ha accolto tre dei suoi quattro ostaggi prigionieri in Iran. Dopo snervanti trattative e una suspense prolungatasi per due giorni nei corridoi dell'aeroporto di Teheran, le autorità e i -radicali- iraniani hanno finalmente concesso la libertà ai missionari della Chiesa d'Inghilterra, al dottor Coleman, a sua moglie e alla signorina Jean Waddell. Dopo aver pernottato ad Atene, i tre sono sbarcati ieri mattina a Londra. E' finita così un'ingiusta prigionia prolungatasi per oltre sei mesi. Nelle carceri di Teheran resta invece rinchiuso Andrew Pyke, che prima del suo arresto era tra i dirigenti di una società iraniano-olandese per il montaggio e la vendita di elicotteri. Mentre la magistratura iraniana ha riconosciuto la totale infondatezza delle accuse di spionaggio contro i tre missionari, un'eguale accusa continua a essere lanciata contro Andrew Pyke, quarantenne, imputato anche di appropriazione indebita John Coleman. 57 anni, sacerdote e medico, dirigeva con la moglie Audrey, pure missionaria, una clinica della Church of England a Yazd, seicento chilometri a Sud di Teheran. La signorina Jean Waddell, 58 anni, lavorava a Isfahan, dove era segretaria del leader della Comunità anglicana, un vescovo di nazionalità iraniana. Sia per il suo impeto religioso sia per la sua ostilità contro tutto ciò che sapeva di -anglosassone», la rivoluzione si è avventata anche contro le missioni della Church of England e ha sottoposto a una prolungata persecuzione non soltanto i pochi sacerdoti inglesi ma anche i loro fedeli iraniani. In questa fase violenta, è stato ucciso il figlio del vescovo (il padre è ora esule in Inghilterra! e miss Waddell si è salvata per miracolo. La Chiesa d'Inghilterra non ha mai descritto nei particolari questi episodi: ma, al suo arrivo ieri a Londra, Jean Waddell. trattenendo a stento le lacri¬ me, ha confermato di aver temuto per la sua vita; dei giovani, tre-quattro, una volta l'hanno aggredita nel suo appartamento e uno quasi l'ha strangolata. Poi, mentre giaceva esanime a terra, uno dei -rivoluzionari» le ha scaricato contro un fucile. -Forse volevano veramente uccidermi». Durante l'estate, sia Jean Waddell, ancora convalescente, sia i Coleman, sono stati arrestati e accusati di spionaggio. Durante questi seisette mesi di prigionia, a Teheran, il trattamento è stato buono, umano. Nella loro prima conferenza stampa, all'aeroporto di Londra, il dottor Coleman e la moglie hanno dichiarato: «Nessuno ci ha mai torturato. Le guardie erano cortesi, facevano del loro meglio per rendere meno penoso il nostro isolamento». La signora Coleman ha aggiunto: «Alla fine, le guardie rivoluzionarie si erano quasi affezionate. Io rammendavo le loro uniformi, i loro abiti. Cosi mi distraevo». / tre missionari hanno espresso il loro amore per il popolo iraniano e la speranza di poter tornare un giorno in quella tormentata terra. Erano scortati dall'uomo cui devono la libertà, Terry Waite, un eccezionale diplomatico della Chiesa d'Inghilterra. Mario Ciriello