Così ti condenso una compagnia in un solo attore

Così ti condenso una compagnia in un solo attore Fregoli lasciò un libro di memorie che, pubblicato da Rizzoli nel '36, non fu più ristampato. In quel volume, Intitolato ■Fregoli raccontato da Fregoli», il mago del trasformismo ripercorra la sua straordinaria avventura teatrale, I suoi successi, I suoi enormi guadagni e le sue enormi spese. 01 episodio in episodio, tirando in «cena grandissimi attori e comparse, sovrani e donno di mondo, Fregoli ricostruisce la sua storia, descrivo il suo modo di lavorar* e ricorda come nascevano le maschera e gli spettacoli che lo resero celebre dappertutto. Pubblichiamo II brano nel quale Fregoli, caporale di sussistenza a Adua nel 1890, racconta come, quasi per caso, diventò un fregoli. IO stavo lavorando a tutt'uomo a preparare un nuovo grande spettacolo, e la prova generale era riuscita benissimo, quando,' d'improvviso, arrivarono a Massaua preoccupanti notizie dall'Asinara. C'era, laggiù, puzzo di polvere. Ras Mangascià e Ras Maconnen, fatto ritorno in' mezzo alle loro selvagge tribù, davano segni di una ci^rtd irrequietezza: iti tutta fretta;' furono fatti partire reparti italiani alla volta dell'altopiano, e i miei colleghi d'arte dovettero riprendere il fucile e mettersi anch'essi in cammino. Ero disperato. Il generale Baldissera mi fece chiamare e mi disse il suo rincrescimento di dover mandare a monte lo spettacolo già annunciato. Non c'era proprio altro da fare. — Se non è che questo, — azzardai, con un filo di voce, — la rappresentazione potrebbe aver luogo egualmente... Il comandante in capo del corpo d'occupazione dell'Eritrea mi guardò incuriosito, e poi chiese: — Ma come? Esitai un attimo, e quindi, d'un fiato, risposi: —Eccellenza, eseguendo io tutte le parti. Sorrise e, soltanto a metà fiducioso, esclamò: — Allora vedremo! A mente più calma mi convinsi che nella mia risposta c'era stata almeno della precipitazione. Formare una compagnia con un solo attore era già una bella audacia: ma il repertorio, dove l'avrei trovato? Mi arrovellavo il cervello. Ne parlai a Sambo, che l'indomani doveva partire pure lui per l'altopiano. Ad un tratto, mi balenò un'idea. — Di' un po' — chiesi al mio collega e subalterno — conosci il famoso monologo di Novelli Condensiamo? — Come no?... Novelli è magnifico, quando imita Eleonora Duse, Cesare Rossi e Flavio Andò... M i$ Ni Da un manifesto'per uno spettacolo di Fregoli Così nacque il mio primo spettacolo trasformistico: Camaleonte. Pochi giorni dopo Camaleonte ebbe accoglienze entusiastiche: soltanto, non tutti gli spettatori vollero credere che prima donna e soprano, primo attore e baritono, attor giovane e tenore, caratterista e basso fossero sempre lo stesso artista. — Potessi moltiplicare anch'io, allo stesso modo, i miei uomini!... — esclamò, quella sera, il generale Baldissera. Il successo di Camaleonte fu tale che, alla fine dello spettacolo, tutto il pubblico si mise a gridare: — Fuori l'autore! Fuori .l'autore! Io, allora, sotto le spoglie del cameriere, le cui battute terminavano la commedia, cominciai a fare verso le quinte dei grandi cenni all'autore, perché venisse a ringraziare. Ma l'autore non pareva volerne sapere. Ricorsi ai rimedi estremi: entrai fra le quinte e dopo un secondo feci apparire, spinto con una certa violenza... me stesso, vestito coll'inappuntabile abito nero dell'autore. Così, da quattro che dovevano essere, le trasformazioni divennero cinque per generosità, e finirono per salire a sei per la gioia di riscuotere quegli applausi che, ve l'assicuro, mi ero proprio guadagnato col sudore del- la fronte Leopoldo Fregoli Così ti condenso una compagnia in un solo attore — Già... il triangolo del marito, la moglie, l'amante... Se scrivessi io una commediola, una specie di scherzo comico, seguendo l'intreccio di Condensiamo, ma, invece di limitare la parodia alla imita/ione dei movimenti e delle diverse inflessioni.di vóce, itiuscLs,si.a date al pubblico una maggiore illusione, uscendo.e-.rientrando ràpidamente trasformato, sia nel trucco, sia nell'abito, sia nella voce, dei tre personaggi?... Che ne dici? Non ti pare una buona idea? — Io dico che devi esser matto... Vuoi diventare anche un camaleonte? — Bravo!... Camaleonte! — esclamai, colpito dalla parola —. Appunto, come l'animale dalla proverbiale caratteristica di cambiar di colore e d'aspetto... E quella notte, sdraiato sopra un'amaca da campo, non sognai che una ridda di vestiti e di parrucche, mentre una parola mi martellava dentro il cervello, sul ritmo monotono delle onde del mare che si infrangevano a poche centinaia di metri sulla riva: Ca...ma...le...onte... E poi, vedevo, come in un'apparizione miracolosa, me stesso nella veste ampia di una moglie alla maniera della Duse, trasformato in una romantica Eva che leggeva i romanzi d'appendice di Gaboriau; e vedevo, in un marito che rassomigliava stranamente a Cesare Rossi, il Sor Achille, dagli irsuti scopettoni, integro e terribile funzionario di pubblica sicurezza; e nelle seducenti sembianze di un amante alla maniera di Flavio Andò, uno Zeffirino, l'innamorato dalla voce tenorile; e dietro a questi tre personaggi, un quarto, un vecchio servo di casa, sordo come una talpa... Trovati, in sogno, i personaggi, intravidi la commedia e il dramma; m'apparvero la protasi. Io sviluppo, la catastrofe; tutta la vicenda, nella sua concezione lineare, precisa, sicura negli intricati meandri delle trasformazioni fulminee.

Luoghi citati: Eritrea, Massaua