Come l'Italia si specchia alla tv di Ugo BuzzolanOreste Del Buono
Come l'Italia si specchia alla tv I divi del piccolo schermo Come l'Italia si specchia alla tv E9 un libro, questo Al, bum di famiglia della tv, che non dovrebbe mancare in nessuna casa di nessuno dei tredici milioni (e mezzo) di abbonati alla Rai. E' una storia della televisione italiana raccontata nel modo più semplice e attraente possibile, con centocinquanta pagine fitte di fotografie molte delle quali sono ormai diventate dei cimeli. In questo album c'è di tutto, c'è quasi tutto: le facce composte, modeste e caste delle prime annunciatrici, Mike Bongiorno del '56 con aria da sbarbatello, il controfagotto Degoli, le poppe della Garoppo, l'elefantesco amico degli animali Lombardi, il mago Zurli dalle chiome spruzzate d'oro, Gianni Granzotto con la matita, Zatterin con davanti il cartello 'moderatore'. Paolo Carlini divo degli sceneggiati in costume, la ballerina Alba Amova fulminata dalla censura perché aveva mostrato le mutandine, la cagnara di -Campanile sera; Sanremo con Cinico Angelini e la Pizzi, il povero Gary Cooper trascinato al Musichiere, in balia di Mario Riva... E poi gli insinuanti e imperativi messaggi pubblicitari di Carosello, Sceiba che sentenzia a Tribuna politica, il calcio che recluta folle di sedentari, il Papa in processione, le gambe delle Kessler, la cagnara di Canzonissima, Fo e la Rame licenziati. Alighiero Noschese truccato da Dayan con la benda sull'occhio, la scena in diretta in cui Oswald accusato (ingiustamente) dell'assassinio di Kennedy viene ucciso a revolverate da Jack Ruby davanti ad un poliziotto che guarda perplesso, e visioni di discese sulla Luna, di terremoti, sommosse, Costanzo e Bontà loro. Benigni e Televacca, Tortora e il pappagallo, e le orrende inquadrature della strage di Bologna... E' un album che non si può sfogliare in fretta. Ogni foto è una tappa, e scatena ricordi. Raccomandabilissimo per i telespettatori giovani e meno giovani, e assolutamente sconsigliabile per i critici televisivi che rivedono come in un incubo da delirio tutta la loro vita consumata e sprecata davanti al video. La scelta, fatta con puntualità, astuzia e sarcasmo, è di Lietta Tornabuoni e di Oreste Del Buono che pizzicano a sandwich le pagine fotografiche con una introduzione (della Tornabuoni) e una postilla (di Del Buono). In meno di venti pagine, con spiritosa lucidità, la Tornabuoni ci racconta la tv dalla nascita ad oggi: il conformismo terribile dell'inizio con «tocco democristiano» in tutto (direi con •cappa democristiana- su tutto, dai telegiornali alle scollatura; i primi tentativi di apertura durante gli Anni Sessanta dominati — riflesso del boom — da spettacoli fastosi e spensierati, e chiusi dalla tragica cronaca di piazza Fontana; la riforma, la lottizzazione selvaggia, alcune maggiori •libertà' negli Anni Settanta, la produzione di ottimi film, il varo tempestoso e contrastato della terza rete, l'assalto delle private con le loro tonnellate di pellicole, e la fine, sul piano pratico, del monopolio della Rai, la crisi dell'azienda, l'incertissimo futuro. Nella sua nota Del Buono analizza l'esplosione e la diffusione del fenomeno televisivo in Italia. Non risparmia scudisciate a dritta e a manca, ma poi conclude che non è giusto addossare alla tv tutte le nostre colpe, le nostre debolezze, i nostri compromessi; la tv non può migliorare se non migliora la società che l'ha generata. Ugo Buzzolan Oreste Del Buono e Lietta Tornabuoni: Album di famiglia della tv, Mondadori, 192 pagine, 14.000 lire. Alba Amova nella danza-scandalo Tito Stagno mentre commenta l'approdo sulla Luna
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