Il lungo cappuccino dell'impiegato di Donata Gianeri
Il lungo cappuccino dell'impiegato INCHIESTA CENSIS: COME NON SI LAVORA NEGLI UFFICI MINISTERIALI Il lungo cappuccino dell'impiegato «A Roma basta avere gli agganci appropriane ti l'esti con niente. Per esempio, i più bei foulards di Valentino, firmati, li compri a metà prezzo al ministero dei Beni Culturali, in Piazza del Popolo-, mi spiega l'amica che sa. C'è da crederle: da anni lei si procura la pasta di grano duro e i liquori duty-free a Città del Vaticano, mentre il vino de' Castelli, ottimo, prezzo all'ingrosso, lo fa arrivare direttamente dal ministero della Marina Militare. L'arte di arrangiarsi, in cui siamo maestri, tocca vertici sublimi clie rasentano la genialità negli uffici statali romani, dove gl'impiegati, per ammazzare il tempo e la noia, nonché arrotondare lo stipendio, hanno allestito dei commerci à cotés e come le signore «vendono in casa», loro vendono in ufficio. E' il secondo lavoro dello statale, svolto però non dopo il primo lavoro, ma durante. Il traffico esiste da anni e da anni è oggetto di pettegolezzi e battute: ma solo di recente ha avuto un crisma di ufficialità a seguito di un'inchiesta seria e approfondita condotta dal Censis (Centro Studi Investimenti Sociali) nel 1980 tra duecentomila dipendenti pubblici che ogni giorno, o quasi (l'assenteismo ha punte altissime), si muovono con la tradizionale apatia burocratica in quel dedalo di stanze, stanzette, saloni di rappresentanza e uffici, che compongono i ministeri italiani. Grazie al Censis. il contri¬ buente italiano può oggi beneficiare d'una mappa dettagliata che gli permetterà di muoversi con una certa disinvoltura nei meandri degli uffici statali, non per sveltire pratiche insabbiate, ma per comprarsi mutande, pedalini, reggipetto, coperte e transistor a prezzi di assoluta convenienza e meglio sicuramente che a Porta Portese. Vediamo un po'. Vi occorrono prodotti di bellezza, articoli per la casa, bigiotterie, radio, piccoli elettrodomestici? Rivolgetevi al ministero dell'Agricoltura e Foreste. Cercate libri, oggetti preziosi, vestiti, sigarette (di contrabbando), orologi (di contrabbando), biglietti della lotteria? Potete andare a colpo sicuro al ministero dei Lavori Pubblici. Avete bisogno di borse, libri, quadri, francobolli, occhiali? Fa per voi il ministero delle Poste e Telecomunicazioni. Calze di nylon, calzini da uomo, bigiotteria firmata? Li troverete al ministero dei Trasporti. La chiacchierala Ma se non avete tempo da perdere, fate una capatina al ministero della Pubblica Istruzione dove avrete la più vasta gamma di prodotti a prezzi concorrenziali: orologi, radio e piccoli elettrodomestici, casalinghi, profumeria, abbigliamento, biancheria, quadri, libri, cosmetici, gioielli e. su ordinazione, qualunque cosa, dall'elefante al water-closet coi fiorelli¬ ni, proprio come da Harrod's. Stupisce forse che si sia potuto ignorare fino ad oggi un mercato cosi opulento, specie quando aveva per oggetto merce voluminosa e vistosa come quadri o enciclopedie? Nessuno lo ha mai ignorato, anzi era a conoscenza anche degli alti funzionari che lo hanno sempre giustificato come «attività culturale». Si chiude un occhio sugli abiti da boutique chiusi nei severi armadi ministeriali di tipo umbertino, sulla biancheria intima riposta nelle scrivanie delle segretarie, sulle creme di bellezza contenute dai cassetti dell'archivio, così come si chiude un occhio sulla mezz'ora di ritardo all'entrata e la mezz'ora di anticipo all'uscita (l'85.5% degli impiegati statali ammette una diminuzione effettiva dell'orario di lavoro sino a 2 ore quotidiane). Il nostro è un Paese nel quale la tolleranza è infinita, come la Provvidenza Divina. A questo proposito, circola a Roma una storiella: un ministro chiese a un suo direttore generale quale fosse l'ora migliore per convocare tutti i dipendenti del dicastero: «Alle undici — fu la risposta —. E' il momento in cui chi sta arrhiando s'incrocia con chi sta uscendo-. Ma la cosa più sorprendente, in un'Italia cosiffatta, dove i defunti continuano a percepire la pensione, i pensionati risultano defunti, e dove su un milione di pratiche per i risarcimenti di guerra ne sono state evase a tutfoggi 300.000 e in modo abbastanza sospetto, è che a qualcuno sia venuta l'idea peregrina di rimestare nell'allegro calderone dei dicasteri, per tirar le somme d'un malcostume talmente acquisito, da divenire pratica quotidiana. La scintilla è scaturita, pare, da un'insana curiosità del ministro Filippo Maria Pandolfi. che ha voluto accertarsi su come e quanto lavorino gli statali, scoprendo cosi che dal '70 al '78 la produttività del settore pubblico è scesa di ben cinque punti. E pare che il ministro sia rimasto sgradevolmente impressionato: cosa fanno dunque, si è chiesto, gli statali durante l'orario d'ufficio? Anche biancheria La risposta, corredata di cifre precise, gli è venuta sempre dal Censis: l'occupazione più diffusa è la lettura del giornale (52.6%) e la chiacchierata coi colleglli (66.7%) anche se i modi d'impiegare il tempo dipendono logicamente dalle strutture messe a disposizione in ciascun ministero. Perciò si legge molto il giornale alla Pubblica Istruzione (64.7%). mentre si telefona moltissimo alle Poste e Telecomunicazioni (56%). Le statistiche non precisano come venga occupato il tempo al Ministero del Tesoro: peccato. E' certo, comunque, che tra la lettura del giornale, il cappuccino al bar. le telefonate personali, la spesa allo spaccio interno e gli acquisti o le vendite nei «suk» clandestini, gl'impiegati ministeriali riescono a occupare proficuamente la loro mattinata lavorativa. Dobbiamo quindi pensare che la pubblica amministrazione sia se non altro un'isola felice in cui ciascuno piglia lo stipendio e si fa i fatti propri? Per carità, sarebbe veramente semplicistico. Dove mettiamo le frustrazioni brucianti 'che derivano dall'assoluta «spersonalizzazione» delle mansioni? Non esiste categoria più scontenta degli statali, tutta un lamento per gli stipendi troppo bassi e per la mancanza di soddisfazioni legate a responsabilità specifiche: l'eterno alibi al malcostume è quello dello StatoPadrone che ti sfrutta e ti tratta male e a cui bisogna perciò dare il meno possibile. In realtà questi ministeri, arrivati alla negazione totale del valore-lavoro. sono ormai congegnati in modo tale per cui chi fosse intenzionato a lavorare sul serio si troverebbe a farlo nelle condizioni peggiori e con gran fastidio di tutti. Esiste qualche speranza di miglioramento? Ma certo, non bisogna mai disperare. Un istituto di organizzazione aziendale interpellato al riguardo ha previsto che per arrivare ad una riforma organizzativa dell'amministrazione pubblica occorra un minimo di 25-30 anni. Il che d'altronde, paragonato ai tempi della nostra burocrazia, è un attimo. Donata Gianeri
Persone citate: Castelli, Maria Pandolfi
Luoghi citati: Città Del Vaticano, Italia, Roma
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