Anche il Buon Paese ha una pecora nera di Enzo Biagi

Anche il Buon Paese ha una pecora nera BIAGI CI PARLA DELLE PAGINE DEDICATE ALL'INDUSTRIALE «ESEMPLARE» FINITO IN CARCERE Anche il Buon Paese ha una pecora nera «Il caso Campagnolo? Mi sono consolato pensando che su 12 apostoli Gesù ne ha sballati un paio» - Polemica con ('«Avanti!» DAL NOSTRO INVIATO MILANO — L'appuntamento è per le 10,30 alla libreria Rizzoli : un piccolo ufficio al primo piano con moquette, due poltrone, tanti libri, una finestra a forma di semicerchio che si apre sulla galleria Vittorio Emanuele. Dall'alto si vede passare la gente. Biagl risponde al telefono e corregge le bozze di un libro; vicino a una parete, sulla pila di volumi della sua Storia d'Italia a fumetti c'è l'ultima fatica: il Buon Paese (7800 lire, editrice Longanesi), una serie di ritratti di uomini e vicende che in questi giorni incerti possano incoraggiare la speranza. Ha raccontato la gente comune, chi lavora, chi soffre, artigiani che sanno fare il loro mestiere, maestri che insegnano, la madre di due giovani drogati che ha già perso un figlio e vede spegnersi lentamente l'altro. Ventinove capitoli per dimostrare che c'è ancora qualcuno che fa la sua parte. Ma è proprio il Buon Paese, l'Italia? I giornali annunciano nuovi scioperi nei trasporti, per tre giorni le agitazioni dei medici hanno gettato gli ospedali nel caos, prendere il treno è sempre un'incognita: l'appuntamento delle 10,30 con Biagl va a farsi benedire perché 11 rapido delle 7,30 da Torino arriva a Milano con un'ora e mezzo di ritardo. Ma il Buon Paese ha dato un dispiacere anche all'autore. Nella galleria dei buoni c'è il cavaliere del lavoro Tullio Campagnolo, il «galantuomo della bici», Inventore del famoso cambio, due fabbriche con più di mille operai a Vicenza e Bologna. Biagi lo ha descritto da par suo come un lavoratore rude e patetico, ma leggendo I giornali del 4 novembre una notizia lo ha fatto impallidire: «Arrestato per frode fiscale Campagnolo, quello del cambio per le bici da corsa». E il Buon Paese è entrato nel mirino delle polemiche. 1 quotidiano socialista YAvanti! ha sferrato il primo attacco, parole dure. Ma che giornalista è mai questo che ntervista per ore un soggetto da codice penale e lo scambia per un signore? Il moralista Biagi ha dato il premio della bontà a un evasore fiscale? E11 giornalista Biagi ha risposto. Lui, interprete misurato e efficace dell'Italia che sta in piedi senza padrini politici, cronista di vicende impastate di doveri e fatiche, ha usato per difendersi la stessa filosofia del Buon Paese: un nuovo capitolo «dettato» a voce che forse domani si aggiungerà alle altre storie di speranza. «/I caso Campagnolo? Mi è dispiaciuto soprattutto per lui — dice Biagl — perché è un vecchio di 80 anni che ha molto lavorato, ha fatto le sue battaglie, dal niente ha creato una cosa viva che dà da mangiare a migliaia di persone». E come giornalista? «ATt sono consolato pensando che se nella scelta dei 12 apostoli Gesù ne ha sballati un paio, io su 29 personaggi sono più che in media». Una pecora nera in un gregge candido? «Magari ci fosse una percentuale così bassa di uomini che sbagliano in rapporto a tanti altri che fanno la loro parte». Ha intervistato Pertini e 11 giudice Calogero, ha raccontato la storia di Mario Tornassini di Parma, quinta elementare, il primo che ha riscattato i matti, ha aperto le porte dell'ospedale psichiatrico di Colorno e ha fatto vivere i malati tra la gente. C'è l'intervista all'amico Giorgio Amendola prima della morte, gli occhi piccoli, il volto scavato dal male; sembra di sentire quella voce roca, l'accento napoletano. «Non fu un'intervista, ma un congedo. Dopo la sua morte ho ricevuto l'ultimo libro con una breve lettera dalla scrittura incerta e tanto affettuosa: l'ho data a una delle mie figlie perché la conservi». Se la notizia di Campagnolo fosse arrivata prima dell'uscita del libro avrebbe tolto quel capitolo? «ivo, aurei aggiunto altre cose: non sono un giudice ma un testimone». Ma qualcuno che non è suo amico non l'ha perdonato: il quotidiano socialista lo ha definito «industrialotto della macchina da scrivere». •Per me è una promozione — dice Biagi —. Io non ho nessun disprezzo per gli industrialotti: sono quelli che permettono agli italiani di mangiare tutti i giorni». Ed ecco la filosofia del Buon Paese: «Hanno messo su delle baracchette che funzionano, e fra le altre sta in piedi anche la mia: forse perché non ho mai avuto santi a proteggermi, non ho mai chiesto di partecipare a delle gare con una classifica già fatta». Perché proprio VAvantU? «Forse perché qualcuno di loro che si era comportato in una certa maniera ha avuto torto, forse perché nella redazione deZJ'Avanti! ci sono certi sciocchi che scrivono certe cose e poi si tirano dietro risposte sgradite». Sulla scrivania, in una cornice dorata c'è la foto a colori di una bimbetta, la nipotina alla quale è stato dedicato il libro: «A Lucia piccola perché non pensi di essere nata nel posto sbagliato». Ha un colore politico il Buon Paese? «Ha il colore non della politica ma della pulizia — risponde Biagi —. Forse è il bianco, ma senza detersivi». Rammenta la visita ai famigliari del giudice Galli ucciso dai terroristi, gli rimbombano nelle orecchie le parole della moglie: «I miei figli dicono: mamma andiamo avanti come se ci fosse lui. Mi manca lo sbattere della porta e quando entrava il suo "ciao"». Ricordando quell'incontro ha scritto: «Viene il momento in cui il mestiere ti pesa e ti vergogni di provocare certi discorsi specialmente quando hai davanti facce pallide che sanno ancora sorridere e conoscere il pudore delle parole». Senta, Biagl, il Buon Paese è destinato a durare o ha i giorni contati? «Durerà sempre». Fino a quando sarn ancora disposto a sopportare, Incassare colpi? •Non lo so; i popoli sono sempre molto rassegnati». Lei parla di fatica, dovere, visione rigorosa della vita: non ha paura di passare per reazionario? •Delle etichette non mi importa niente: noi siamo quello che facciamo, non quello che gli altri immaginano». A fine marzo otto storie del Buon Paese andranno in onda in tv. MauroAnselmo Enzo Biagi: «Il Buon Paese ha il colore della pulizia»

Luoghi citati: Bologna, Colorno, Italia, Milano, Torino, Vicenza