Montedison: se non c'è l'accordo oggi partono i licenziamenti

Montedison: se non c'è l'accordo oggi partono i licenziamenti Foschi tenta di salvare la difficile trattativa Montedison: se non c'è l'accordo oggi partono i licenziamenti ROMA — Ore difficili per la vicenda Montedison: il ministro del Lavoro Foschi doterà riprendere oggi le fila di una trattativa arenatasi bruscamente nel pomeriggio di sabato, proprio quando già si parlava di vertenza risolta. I sindacati ed i dirigenti di Foro Bonaparte non hanno dichiarato la rottura soltanto perché le divergenze sono esplose quando Foschi non era presente ai colloqui. L'azienda non ha così spedito le 1200 lettere di licenziamento destinate all'area milanese, ma non è escluso che lo faccia oggi, in caso fallisca il nuovo tentativo di mediazione. Il «nodo» Montedison rischia dunque di diventare più complesso del caso Fiat. E i margini di tempo sono ormai assai ristretti. Oltre che all'intervento di Foschi, le residue speranze per sbloccare una situazione sempre più incandescente (in totale, i licenziamenti annunciati dalla azienda milanese sono oltre ottomila, compresi quelli negli stabilimenti meridionali) sono affidate alla presentazione del piano per la chimica, prevista per domani. I ministri De Michelis. La Malfa e Pandolfi illustreranno ai vertici di Foro Bonaparte gli interventi finanziari per il settore. Ma si con¬ tinuerà a trattare sotto l'incubo dei licenziamenti. I sindacati, intanto, ieri hanno apertamente accusato la Montedison di aver voluto inasprire la vertenza. Il segretario nazionale della Fulc, Sandro Degni, sostiene, in particolare che «l'azienda ha cercato sabato sera di rompere a tutti i costi le trattative, rimettendo in discussione un'ipotesi di accordo realizzata a fatica». Questo accordo prevedeva, in sostituzione delle lettere di licenziamento, ipotesi di cassa integrazione a rotazione, prepensionamento, mobilità esterna. «La speciosità dei motivi addotti dalla delegazione aziendale — prosegue Degni — evidenzia come la Montedison sia a corto di argomentazioni a fronte di un orientamento che non é il solo sindacato a volere ma anche il governo, che prevede una soluzione della vertenza strettamente collegata alle prospettive del Mezzogiorno». L'eventuale invio delle lettere costituirebbe, ammoniscono i sindacati «un fatto gravissimo» che aprirebbe la strada allo «sfascio totale della chimica». Da parte Montedison si è irremovibili nel chiedere che la cassa non scatti gradualmente bensì per tutti gli stabilimenti a partire dal 23 febbraio. I dirigenti di Foro Bonaparte sembrano pronti ad abbandonare il tavolo del negoziato. Stamane toccherà a Foschi parlare per primo. Attentato ad Udine

Persone citate: Bonaparte, De Michelis, Foschi, La Malfa, Pandolfi, Sandro Degni

Luoghi citati: Roma, Udine