Deputali: discorsi contenuti in un'ora? di Alberto Rapisarda

Deputali: discorsi contenuti in un'ora? Deputali: discorsi contenuti in un'ora? /Guerra alla Camera contro l'ostruzionismo D'accordo sulla riforma: de, psi, psdi, pri, pei, indipendenti di sinistra - Anche altre cause bloccano i lavori del Parlamento ROMA — / deputati in rivolta contro l'ostruzionismo radicale hanno deciso di farla finita al più presto. Domani la giunta per il regolamento della Camera si riunirà per votare una drastica limitazione alla possibilità di prolungare gli interventi in aula. Poiché è molto improbabile che nella giunta venga trovato un accordo unanime (si oppongono naturalmente i radicali e. in parte, anche i missini), il problema sarà trasmesso all'aula il giorno dopo perché si fissi la data per il dibattito sull'argomento. Dopo oltre un anno di proposte, di polemiche e di insabbiamenti, prende cosi il via, anche se parzialmente, la riforma del regolamento della Camera dei deputati. C'è voluto il più lungo ostruzionismo mai praticato nel Parlamento repubblicano (più di 160 ore) per spingere i partiti di governo, sino ad oggi in disaccordo, a studiare almeno qualche riforma minima. In pratica, si tratta di modificare l'articolo 39, che fissa un limite di 45 minuti per ogni intervento nella discussione sulle linee generali di ogni provvedimento e 20 minuti per ogni articolo o emendamento. Ottimo articolo, se non prevedesse anche una deroga che permette agli oratori di parlare senza più freno su richiesta di un capogruppo. Ora si vuole escludere la deroga, obbligando i deputati a dire ciò che pensano su una legge entro un'ora al massimo. Non ci sarebbero invece limiti per gli interventi pronunziati nel corso di dibattiti sulla fiducia o sfiducia al governo. La proposta è di democristiani, socialisti, socialdemocratici e repubblicani: viene condivisa anche dai comunisti («gli abusi della libertà costringono alle leggi che la regolamentano»;, dagli indipendenti di sinistra e, probabilmente, dai liberali. Di fronte ad una maggioranza cosi ampia, ai radicali non rimarrà che migliorare ancora il loro record ostruzionistico per l'ultima volta, per ritardare l'approvazione di questa modifica, senza però poterla impedire. E difatti il partito di Pannella ha già annunciato che ha pronti tremila emendamenti alla modifica dell 'art. 39 del regolamento. Questa volta, visto che il governo non potrà ricorrere allo stratagemma di chiedere la fiducia per eliminare il voto sugli emendamenti, la discussione sarà sicuramente lunghissima. Questa prospettiva potrebbe far nascere qualche dubbio nella maggioranza. Se si affronta subito la riforma del regolamento, si rischia di non approvare entro i termini (già prorogati) la legge finanziaria. Non si discuterà neanche la fantomatica riforma dell'editoria di cui tutti dicono di essere paladini, ma che molti insabbiano, e neppure la riforma dei patti agrari che attende da venti anni. Ma i socialisti sembrano decisi: «Ne discuteremo con carattere prioritario, rispetto ad ogni altro pure importante impegno d'aula», dice Von. Servadei. Tanta fretta rende perplessi i deputati del pdup. «La maggioranza vuole arrivare ad una resa dei conti — dice Von. Gianni — estrapolando le misure antiostruzionismo da tutte le altre, altrettanto urgenti e importanti. Cosi, mira ad acuire i contrasti esterni e a coprire quelli al suo interno». E' indubbio, infatti, che non è solamente il troppo frequente ostruzionismo dei radicali a bloccare i lavori del Parlamento. Tanta paralisi (l'anno scorso furono approvate solo due o tre leggi di rilievo) è dovuta ad almeno altre due cause: i troppi decreti che il governo getta tra gli ingranaggi parlamentari, costringendo deputati e senatori a discuterli con priorità rispetto ai disegni di legge. E la scarsa concordia all'interno dei partiti che formano il governo. Alberto Rapisarda

Persone citate: Pannella, Servadei

Luoghi citati: Roma