Da Cisl e Uil primo secco no alla proposta di Berlinguer di Marco Tosatti

Da Cisl e Uil primo secco no alla proposta di Berlinguer Contro una supremazia della Cgil nel sindacato unitario Da Cisl e Uil primo secco no alla proposta di Berlinguer ROMA — // problema della pariteticità delle rappresentanze nella Federazione unitaria Cgil. Cisl, Uil è tornato di scena, richiamatovi dal segretario del pei. Enrico Berlinguer. E' un tema non nuovo; periodicamente viene sollevato, soprattutto da alcune componenti della Cgil, che, in virtù del gran seguito della Confederazione, riterrebbero più equa una rappresentanza proporzionale nelle strutture della Federazione unitaria. E' un'aspirazione legittima? Abbiamo chiesto il parere di Aride Rossi, uno dei «padri fondatori' della Federazione unitaria, nel 72, e attuale responsabile dell'ufficio lavoro del partito repubblicano. «Quando nacque la Federazione unitaria la pariteticità fu uno dei punti fondamentali, dal momento che si dava vita a una struttura fra componenti autonome. E mi sembra difficile ora porre questo problema, senza porre quello del superamento della federazione: o ci si scioglie, e ognuno torna alla propria autonomia, in un rapporto di coordinamento; oppure si va avanti, realizzando un'unica organizzazione». Ma nella situazione attuale, fa notare Rossi, non pare che ci siano le condizioni per superare la federazione «in avanti'; e allora mettere sul tappeto la questione della non pariteticità significa, «in concreto, voler andare alla rottura». La reazione più dura viene dalla Uil. «Il problema della democrazia nel sindacato — ci ha detto Giorgio Benvenuto — non può essere risolto in una visione burocratica. Berlinguer chiede di avere l'egemonia del movimento sindacale. Ma laddove la pariteticità è stata superata, ha ucciso la democrazia». E fa l'esempio dei Consigli di fabbrica, dove è in vigore «un sistema che impedisce a chi non è maggioritario di essere presente. E 11 abbiamo i problemi». Benvenuto, alla proposta comunista di superamento della pariteticità, contrappone i referendum sul posto di lavoro. «Chiedo di votare, con voto segreto. Ma i comunisti sono allergici a questa proposta, e non capisco perché. Se portano duecentomila persone in piazza è democrazia, se le stesse duecentomila vanno a votare diventano maggioranza silenziosa». E conclude: «Io sono per un'unità sindacale che garantisca dalle forme di democrazia alla cecoslovacca o alla russa». «Berlinguer sbaglia — ci ha detto il segretario provinciale torinese della Uil. Corrado Ferro — quando crede che il sindacato, per essere efficente. debba essere egemonizzato dal pei». Il sindacato inoltre «non ha bisogno di essere tirato per le orecchie, come fa il pei, ogniqualvolta fa un'assemblea di carattere operaio. Non mi sono mai permesso di giudi¬ care se nel partito comunista esiste o non esiste democrazìa Negativa anche la risposta della Cisl. «Messo come l'ha detto Berlinguer, sembrerebbe che nella pariteticità stia uno dei nodi della democrazia sindacale. Ma questo è un errore» ha dichiarato Giovanni Avonto, della segreteria regionale. «Da una parte, richiamandosi a Di Vittorio, afferma che il sindacato deve essere unitario: dall'altra sostiene che bisogna togliere la cappa della pariteticità. E' una contraddizione in termini. A parte il fatto che va bene l'autonomia, va bene il rilancio dell'iniziativa sindacale, ma che non sia semplicemente il rilancio dell'iniziativa egemonica della grande Cgil». Marco Tosatti

Persone citate: Aride Rossi, Berlinguer, Corrado Ferro, Enrico Berlinguer, Giorgio Benvenuto, Giovanni Avonto, Rossi

Luoghi citati: Roma