Governo e sindacati scontro sulle tasse di Emilio Pucci

Governo e sindacati scontro sulle tasse Crisi economica e scioperi mettono in difficoltà Forlani Governo e sindacati scontro sulle tasse Oggi vertice sull'addizionale 5% - Cgil, Cisl, Uil respingono la linea Andreatta: «Si rischiano migliaia di licenziamenti» - Puntano sul piano a medio termine di La Malfa ROMA — Il governo affronta un nuovo difficile esame, ricevendo stamane a Palazzo Chigi una delegazione sindacale guidata da Lama, Camiti e Benvenuto. Un confronto tutto dedicato ai problemi economici del momento (stretta creditizia, addizionale del S per cento e licenziamenti Montedison), che Forlani, dopo le beghe sempre più frequenti tra i suoi ministri, avrebbe volentieri evitato, ma che in tutta fretta si è visto costretto a convocare, pur consapevole di trovarsi di fronte a un arduo ostacolo. Sabato scorso era, infatti, in programma un Consiglio dei ministri per il varo della legge-quadro sul terremoto e l'una tantum del 5 per cento su tutti i redditi prodotti nel 1981. Avuta notizia della seduta, i sindacati avrebbero seccamente ricordato a Palazzo Chigi che una mancata consultazione preventiva sui meccanismi e sulle finalità della supertassa, come in precedenza assicurato, avrebbe potuto avere come conseguenza anche uno sciopero generale. Conclusione: il Consiglio è stato spostato a dopo l'esito del confronto odierno, allargato anche alle altre questioni. Forlani dovrà oggi giocare in contropiede sotto le accuse incalzanti di •incerta e contraddittoria politica economica: Al centro delle ire del sindacato è la stretta creditizia. < Una linea di politica economica come quella decisa da Andreatta — dice polemicamente Lama — è uno stimolo oggettivo ad affrontare le crisi delle grandi imprese e le eventuali eccedenze di personale in modo ragionieristico: ho tanto deficit e per ridurlo licenzio un po' di dipendenti. E' una soluzione illusoria, valida solo sulla carta perché in realtà finisce con il restringere le potenzialità produttive dell'impresa». Da parte sindacale, quindi, partirà precisa la richiesta di attenuare la stretta e di puntare piuttosto al piano a medio termine elaborato dal ministro del Bilancio. Lama, Camiti e Benvenuto vorranno avere garanzie in proposito, anche perché «il consueto balletto» dell'ultimo vertice di maggioranza non 11 ha convinti. « Vogliamo fare chiarezza sulla politica economica», osserva Benvenuto. 'Non accettiamo manovre restrittive che rischiano di provocare centinaia di migliaia di licenziamenti», aggiunge Camiti. Ci vorrà dunque tutta l'abilità di Forlani per replicare a cosi severe contestazioni e far rientrare il pericolo di una frattura con i sindacati. Altrettanto complicato sarà il discorso sull'addizionale. La misura, nonostante sia stata annunciata da tempo, è ancora avvolta nel mistero. Il sindacato si è detto disponibile a discutere la soprattassa, ma a tre condizioni: 1) la contemporanea riduzione delle tasse per i lavoratori dipendenti, attualmente «gonfiate» oltre misura dall'inflazione; 2) la verifica delle effettive necessità di finanziamento per la ricostruzione delle zone terremotate; 3) la presentazione di un dettagliato piano di spesa, tale da togliere ogni sospetto che i soldi rastrellati con l'una tantum vadano a coprire esigenze di spese del bilancio pubblico. Sul tavolo della discussione, il governo potrà rilanciare, da parte sua, poche carte. Forlani e i ministri solleciteranno probabilmente l'autoregolamentazione degli scioperi nei servizi pubblici, al fine di evitare il caos di questi giorni (ma il problema riguarda più gli autonomi che i confederali) e riapriranno il discorso sulla modifica della scala mobile, un argomento sul quale c'è ancora una distanza astronomica tra le parti. Emilio Pucci

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