I quattro presi nel covo dei catanesi hanno rapinato 130 milioni alle poste?

I quattro presi nel covo dei catanesi hanno rapinato 130 milioni alle poste? Ad una svolta le indagini della polizia per i delitti nei due bar I quattro presi nel covo dei catanesi hanno rapinato 130 milioni alle poste? Molte descrizioni dei testimoni concordano -1 fermati negano e sostengono di aver vinto 50 milioni col gioco d'azzardo - Secondo il capo della mobile l'arresto dei killer dovrebbe essere imminente Si cercano i responsabili degli ultimi due delitti, quelli avvenuti nei bar di largo Montebello e di via Caraglio. Squadra mobile e carabinieri setacciano gli ambienti della malavita organizzata. Chi sono i mandanti? Persone che vivono al di fuori della legge? O gente al di sopra di ogni sospetto che controlla lo spaccio della droga, la prostituzione, il racket dei negozi, le bische? Negli uffici della questura in questi giorni passano individui di ogni genere, per lo più dalla vita •facile e dispendiosa», senza una particolare attività. In mancanza di indizi dopo gli interrogatori, tutelati dalla presenza di attenti e validi legali, debbono poi essere subito rilasciati. Il lavoro, l'impegno di funzionari e sottufficiali di polizia ha portato, per ora, all'arresto di 5 persone e al fermo di un individuo che però deve essere ancora convalidato dal magistrato. I più compromessi sono per ora i quattro catanesi trovati nella «base logisticaài via Cristoforo Colombo. I quattro ai restati devono per ora rispondere di detenzione d'armi e associazione per delinquere. Nient'altro. I cinquata milioni di cui sono stati trovati in possesso, secondo le loro affermazioni, sono soldi guadagnati con il gioco d'azzardo. Ma la versione naturalmente non convince; le notizie raccolte dagli inquirenti dicono che erano il frutto di recenti rapine, ma finché non verranno raccolte prove non si possono formulare accuse precise. Non è sufficiente che le descrizioni dei banditi, che recentemente hanno rapinato 130 milioni alle Poste, corrispondano, secondo alcuni testimoni, in alcuni particolari. Al momento dell'assalto i rapinatori erano mascherati, come d'altronde lo erano i killer che hanno sparato a Rosalia nella sala biliardi di largo Montebello e a Mario Siani nel bar Snoopy di via Caraglio, e ogni identificazione è per lo meno difficile. Rimane il passato «burrascoso» dei quattro, di cui la polizia è a conoscenza. Più «delineato» quello di Orazio Giuffrida, incriminato dal giudice istruttore Cuva nell'inchiesta sul traffico di hashish, dopo la scoperta del contrabbando dalla Tunisia. Sarebbe stato in compagnia di «Franchino il Moro» sullo yack.t dal quale si stavano scaricando 750 chilogrammi dell'erba davanti al portic- ciolo di Andora all'inizio dell'estate scorsa. Il traffico di stupefacenti pare, infatti, all'origine dei tre più feroci delitti avvenuti nel primo mese di quest'anno. Questa recrudescenza dell'attività criminale in città non è vista con particolare preoccupazione dal capo della mobile Alessandro Fersini: «Un rigurgito di omicidi in un breve periodo di tempo, simile ad altri già avvenuti in passato. E' la caratteristica di una grande città come Torino. Certa- mente non paragonabile a quello culminato con l'uccisione del collega Rosane Fra la fine del '76 e i primi del '77 vennero uccisi Cosano, Guazzo, Ardissone, Pistrorio, Mustafà, Inperio, tutti elementi in qualche modo legati a quell'ambiente che voi giornalisti avete definito il clan dei catanesi». Per il responsabile della polizia criminale le rapine sono in fase calante; le estorsioni sono contenute nella media delle grandi città italiane; unico fenomeno che si sta estendendo il traffico e il consumo della droga: «/ successi nostri, e quelli ottenuti recentemente dai carabinieri, possono chiarire quale sia il nostro impegno per .fronteggiare questa tragica situazione». Per il dottor Fersini le indagini si muovono, pur tenendo conto delle molte difficoltà dovute all'omertà che protegge gli ambienti di certa malavita, con successo e nel rispetto delle disposizioni di legge. «Il tempo lavora a nostro favore — sottolinea —. Possono anche credere di essere sufficientemente protetti e quindi al sicuro. Noi continuiamo nell'opera dei controlli, dei collegamenti con tecnica. Il metodo scientifico che usiamo non sempre dà risultati eclatanti ma, come in passato, alla fine saremo noi a vincere. La legge che tutela i cittadini prevarrà anche contro la Torino nera».

Persone citate: Alessandro Fersini, Ardissone, Cuva, Fersini, Franchino, Guazzo, Mario Siani, Moro, Mustafà, Orazio Giuffrida

Luoghi citati: Andora, Torino, Tunisia