L'acqua è razionata a Lanzo (e scarseggia nel Canavese)

L'acqua è razionata a Lanzo (e scarseggia nel Canavese) I guai provocati da questo eccezionale inverno senza neve L'acqua è razionata a Lanzo (e scarseggia nel Canavese) Le fonti si inaridiscono e gli acquedotti sono inadeguati - A Ivrea situazione di «attenta vigilanza»; il Comune prepara un piano di emergenza - Molte polemiche Il sole che radioso continua a splendere durante questo incredibile inverno è certamente più piacevole delle gelide quotidiane piogge degli anni scorsi, ma i guai provocati dal lungo periodo di siccità — non piove più da novembre, se si esclude la mezza giornata di neve di 15 giorni or sono — si fanno di giorno in giorno più seri. Né riguardano più solo le stazioni di sport invernali costrette a fare salti mortali per tenere aperta qualche spelacchiata pista di discesa. Incomincia a mancare l'acqua per bere e lavarsi. Difficoltà di approvvigionamento idrico vengono segnalate da molte zone della provincia e, non a caso, da molte di quelle stesse località che nelle scorse settimane sono state devastate dagli incendi. L'impoverirsi di sorgenti e falde acquifere, inoltre, mette in luce vecchie carenze degli acquedotti e degli impianti di rifornimento che, in condizioni normali, continuavano a passare inosservate. In alcune località si è già addirittura arrivati al razionamento. A Lanzo, in via precauzionale, è stato deciso sin dal 20 gennaio di dividere la città in due zone con diverse fasce orarie di utilizzo dell'acqua: una dalle 6,30 alle 13,30 e l'altra dalle 13,30 alle 21,30. Di notte, rubinetti asciutti per tutti. La pressione è diminuita di quasi la metà, il sindaco ha fatto appello al senso di responsabilità dei cittadini perché evitino sprechi. L'acquedotto è vecchio e insufficiente: la parte alta del comune è allacciata a quello del Sud Canavese, l'altra a un pozzo situato presso Balangero. Fin dal '72 è stato approvato il progetto per la creazione di un acquedotto generale della valle che utilizzi la sorgente Grandi Boschi della Valle Grande, ma i lavori sono ancora lontani dalla conclusione. Le cose vanno meglio in Val di Viù, Val d'Ala e Valle Grande che sono più in quota, quindi più vicine alle grosse sorgenti alpine. A Coassolo, nella Valle di Tesso, non si è ancora arrivati al razionamento, ma la pressione dell'acqua è nettamente diminuita. A Germagnano si è già dovuto ricorrere ad un allacciamento supplementare con l'acquedotto di Pian della Mussa (anche in questo caso l'impianto locale è vecchio e insufficiente e si attendono i finanziamenti regionali per rinnovarlo). Da tutta la zona di Ivrea e comuni limitrofi viene segnalata una situazione di «attenta vigilanza». Le due principali falde acquifere che giforniscono la città (a Vistrorio in Val Chiusetta e in regione Fiorano) si sono pericolosamente abbassate di alcuni metri e si attende con ansia che arrivi la piog* già. Se questo non accadesse, si dovrebbe ricorrere a un piano d'emergenza che è attualmente allo studio del¬ l'assessorato competente. Situazione analoga (falde nettamente più basse che destano preoccupazione) in alcuni comuni della zona di Rivarolo, in particolare a Favria dove il livello di pe¬ scaggio è sceso a 35 metri sui 40 di profondità del pozzo. Il fabbisogno della popolazione è comunque per ora assicurato. La situazione è nettamente migliore a Rivarolo capoluogo che è dotato di un acquedotto modello con possibilità di erogazione di 75 litri al secondo: il pescaggio, attualmente, avviene a 65 metri, ma le pompe possono raggiungere i 100. Acqua addirittura con il contagocce per i 350 abitanti di Cintano, un piccolo comune della Valle Sacra: è già mancata, a volte, per parecchi giorni consecutivi, ora ne è stata diminuita la pressione e dai rubinetti non ne scende che un filo. L'opposizione comunale attribuisce il fenomeno a carenze della giunta che non ha ancora provveduto a potenziare il vecchio acquedotto. Il sindaco (indipendente dell'area socialista) afferma di aver affrontato da tempo il problema. «Il fatto è che ci dobbiamo ancora servire dell'acquedotto costruito nel 1938», dice. «Quello nuovo, fatto nel '58, è inutilizzato perché la sorgente è quasi scomparsa-. Alla parsimonia nell'uso dell'acqua sono anche stati invitati i cittadini di Castellamonte. Nella zona bassa, soprattutto ai piani più alti, riempire, in certe ore del giorno, una vasca o una bottiglia è diventato un vero problema. Passeggiata quasi primaverile nel parco del Valentino

Persone citate: Coassolo, Fiorano