Computer pazzo manda in guerra la Svezia mobilita i cittadini, dimentica i generali
Computer pazzo manda in guerra la Svezia mobilita i cittadini, dimentica i generali Emergenza, automobili requisite, incetta di generi alimentari Computer pazzo manda in guerra la Svezia mobilita i cittadini, dimentica i generali STOCCOLMA — Nessuno lo sa, ma due settimane fa la Svezia era in guerra. Tanto che i militari hanno cominciato a requisire le vetture private. Molta gente, presa dal panico, ha iniziato ad accaparrare generi alimentari e mentre si stavano approntando i centri di raccolta per militari e civili, c'era chi invocava la Costituzione basata sulla neutralità e la pace più assoluta (anche se in effetti è prevista la possibilità di difendersi in caso di invasione). Tutto per colpa del solito computer che ha messo in moto un meccanismo predisposto con molta pedanteria e che ha impedito al buon senso di prevalere, anche se alla fine è stato necessario anteporre il ragionamento del cervello umano a quello del cervello elettronico. La guerra svedese del 1981 (che in effetti sarebbe stata la prima dal 1816) è cominciata alla Prefettura di Stoccolma ove è installato un elaboratore di piccola dimensione ma di enorme capacità. Sistemato in un locale protetto dagli allarmi più sofisticati e guardato a vista da agenti della polizia segreta con l'ordine di sparare prima e di chiedere spiegazioni poi, accompagnati da cani addestrati ad azzanna¬ re chiunque apra la porta, raccoglie nella sua 'memoria' i dati di 8 milioni di svedesi ed è programmato per far fronte a qualsiasi eventualità, dalle inondazioni ai terremoti, dalla rivolta contro le tasse alla guerra stellare. Ora, non si è saputo bene perché, il computer ha ritenuto che la Svezia fosse in stato di guerra e che per prima cosa fosse necessario requisire le vetture private sia per risparmiare carburante prezioso, sia per trasportare al fronte i soldati che dovevano difendere il sacro suolo della patria. Il computer ha quindi di- ramato l'ingiunzione di requisizione, inviando ai possessori di auto un ordine perentorio racchiuso in una busta marrone con precedenza assoluta. Secondo il paragrafo 5 dello stato di guerra, ripetutamente citato, al ricevimento della lettera t proprietari delle auto dovevano immediatamente abbandonare ogni altra occupazione e portare la vettura, perfettamente funzionante, nei luoghi di raccolta accuratamente specificati, ove i veicoli dovevano venire consegnati alle autorità militari dietro scambio di regolare ricevuta alla quale sarebbe seguito per posta un compenso adeguato. Ed è appunto quando sono arrivate queste buste che gli svedesi sono stati presi dal panico. Come mai era iniziata una guerra e nessuno ne sapeva niente? E con chi si stava facendo la guerra? Ma il computer non aveva pensato di avvertire nel contempo i comandi militari e cosi in breve si creò un caos colossale con gente pronta ad offrire alla patria l'automobile (il suo bene più caro) alle prese con sentinelle e corpi di guardia innervositi e mobilitati per respingere l'invasione dei cittadini volenterosi. Consideratasi in stato di emergenza, la gente cercava di prevenire il razionamento dando l'assalto ai negozi di generi alimentari e accaparrando soprattutto farina, fichi secchi, caffè, riso e pasta. Il tutto con grande soddisfazione dei negozianti che hanno visto moltiplicarsi il giro d'affari proprio in gennaio, in genere il mese più scarso dell'anno. Finalmente un funzionario di particolare intelligenza è riuscito a risalire alla fonte del problema e ha potuto comunicare che la guerra poteva considerarsi finita, anche se in effetti non era mai iniziata. Walter Rosboch
Persone citate: Walter Rosboch
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