Una misura difficile che divide il governo
Una misura difficile che divide il governo Andreatta difende il suo provvedimento Una misura difficile che divide il governo H ministro del Bilancio La Malfa rifiuta ogni commento TORINO — Ministro La Malfa, che cosa pensa della stretta creditizia voluta da Andreatta? «Non ho nulla da dire». Ma si tratta di un provvedimento che inciderà sul bilancio dello Stato, materia di sua competenza... «Ripeto che non ho nulla da dire». E sui contrasti tra lei e il ministro del Tesoro in merito all'ipotesi di una svalutazione della lira? «Su tutta questa materia non ho nulla da rispondere». Perché? L'atteggiamento del responsabile della Programmazione, interpellato ieri sera a Torino, lascia intravedere aspri contrasti all'interno del governo sulla politica economica di Forlani. Una conferma a questa sensazione si può trovare anche in una frase di Andreatta, raggiunto per telefono a Bologna. Alla domanda sul ventilato disaccordo con Giorgio La Malfa circa la decisione di un riallineamento della lira con le altre monete dello Sme, il ministro del Tesoro ha risposto: «Non esistono problemi di questo genere. La materia è di assoluta competenza del Tesoro. La decisione è individuale, me ne assumo le responsabilità». Andreatta ha poi precisato che la discussione sulla svalutazione della lira non riguarda soltanto l'Italia. «Comporta un negoziato europeo — ha detto —; noi abbiamo degli obblighi con lo Sme». E' vero: i francesi hanno già fatto sapere che loro sono contrari a qualsiasi ritocco. Ancora sulla svalutazione, Andreatta ha detto: «Se continuiamo a svalutare non avremo alcuna tendenza correttiva. Se vogliamo mantenere un sistema economico stracciato e di poltronerie non resta altro da fare che svalutare. La svalu¬ tazione non è una risposta alla crisi dell'industria. E', tra l'altro, ridurre i salari reali degli operai. La strada da seguire è l'aumento della produttività, come hanno mostrato anche la Fiat e l'Olivetti. Non ci sono altre possibilità». «Una svalutazione aggraverebbe ulteriormente la situazione — ha continuato il ministro del Tesoro —. L'inflazione aumenterebbe di un altro 5-10 per cento». Per quanto riguarda la stretta creditizia, Andreatta ha risposto che «con questa misura abbiamo voluto stabilire la linea che il governo italiano intende seguire nel 1981». Più tardi, in un intervento al Tgl, ha aggiunto che «non è una stretta selvaggia: i limiti di accrescimento del credito sono stati stabiliti nel 12 per cento rispetto ai valori del 31 dicembre scorso. In Usa e in Germania non può crescere più del 5-6 per cento, in Francia dell'11. L'anno scorso in Italia, invece, era cresciuto del 20 per cento». «Abbiamo stretto il corsetto entro cui potrà svilupparsi l'economia italiana» ha commentato Andreatta. Non sarà troppo stretto? Non c'è il rischio di aumentare il numero dei disoccupati e di aggravare la crisi dell'industria? Per aiutare le imprese messe in difficoltà non servirà poi un aiuto dello Stato che provocherebbe un ulteriore aggravio del bilancio e l'ennesima 'Stangata» sui contribuenti? Interrogativi che preoccupano. «E' certo che se le fabbriche non produrranno, se il lavoro improduttivo crescerà, se non vi sarà un salto di produttività e di efficienza nel nostro sistema — ha dichiarato Andreatta — i costi in termini di occupazione saranno rilevanti». Rodolfo Bosio
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