Un parco sul «tetto» di La Spezia di Bruno Marchiaro
Un parco sul «tetto» di La Spezia L'alta Val di Vara presto trasformata in riserva naturale Un parco sul «tetto» di La Spezia Con i suoi 1.640 metri, monte Gottero fa da balcone anche alle province di Massa Carrara e Parma -1 contadini del luogo sono in maggioranza contrari al progetto: «Vogliamo luce, acqua, strade, per non abbandonare la terra. A che ci serve una tenuta protetta?» LA SPEZIA — Nell'alta Val di Vara c'è una specie di rivoluzione per il progetto di trasformare in parco naturale il monte Gottero: la maggioranza degli abitanti dei paesi interessati è contraria al parco, e lo ha dimostrato nel corso di un'assemblea organizzata giorni fa dall'amministrazione provinciale. Qualcuno naturalmente approffitta di questo stato d'animo per rendere vanì tutti gli sforzi di chi vuole conservare l'ambiente naturale; in realtà, la gente sembra non tanto ostile all'idea del parco, quanto piuttosto stanca e sfiduciata per tutte le promesse non mantenute, per l'abbandono in cui sono lasciate le frazioni di montagna, alcune addirittura senza luce elettrica, senza rifornimenti idrici, senza strade di collegamento. E' il risultato di scelte sociali ed economiche sbagliate, di incuria, di comportamenti ambigui. A questo punto non può stupire che la gente non si fidi più. che veda un pericolo in ogni progetto, che tema di perdere quel po' di terra che le permette di vivacchiare senza avere nulla in cambio. Il monte Gottero. 1640 m. di quota, nell'alta Valle del Vara, è il «tetto» della provincia della Spezia: una natura selvaggia e quasi incontaminata, ricca di vegetazione e di fauna (si incontrano cinghiali, volpi e scoiattoli); dalla vetta, dove si arriva percorrendo sentieri da capra, si domina uno dei panorami più imponenti della Liguria. Nel giorni limpidi, lo sguardo spazia dal¬ le Alpi Marittime, a Capo Mele, all'arcipelago toscano, al verde della Pianura Padana. La montagna è ai confini di tre province: Massa Carrara, La Spezia e Parma, e il progetto del parco naturale dovrebbe interessare solo il territorio spezzino, in quanto le altre due province stanno già destinando a scopo turistico i loro rispettivi versanti. Anche l'alta Valle del Vara ha subito in questi ultimi decenni 11 fenomeno dell'abbandono, comune a tante altre zone di montagna del nostro Paese. I giovani sono scesi in pianura in cerca di un lavoro più sicuro e redditizio nelle industrie, lassù nei villaggi quasi isolati sono rimasti solo i vecchi a strappare un po' di pane da una terra arida, dai boschi inselvatichiti, dai pascoli che ospitano piccoli armenti. Una povera economia agricola, una vita dura, per chi non ha voluto abbandonare il proprio borgo natio. Ora i contadini sospettano che il vincolo sui terreni del progettato parco sia il primo passo verso una graduale espropriazione, temono che non sarà loro più permesso di ristrutturare le case, non credono negli interventi finanziari previsti dalla Regione. negli impegni mai rispettati, sanno per lunga esperienza che in questi ultimi anni i boschi sono stati trascurati, non si sono fatte strade, non si è provveduto ai più elementari servizi sociali. •A noi non serve un parco — dicono — vogliamo la luce, l'acqua, le strade». Un sacerdote, parroco in due paesetti. denuncia che in alcune borgate gli abitanti adoperano ancora il lume a petrolio: -Quindi — dice — pensino piuttosto a portare lassù la corrente elettrica». C'è poi il pericolo che con il parco sia vietata la caccia, la pesca, la raccolta dei funghi. «Abbiamo già poco — sostengono i contadini — se ci tolgono anche la possibilità di servirci dei nostri boschi, come viviamo?». Un altro esempio di poca chiarezza, di atteggiamenti contraddittori, di incapacità di conciliare interessi contrastanti. Lo stesso avviene per il parco del Magra, legato alla complessa vicenda del ponte girevole. In questo caso c'è una volontà dei gruppi ecologici di mantenere protetto l'ambiente naturale che contrasta con gli interessi di chi invece vuole uno sviluppo industriale della zona; partiti, sindacati, amministratori si dibattono tra le due diverse prospettive, senza però assu mere una posizione precìsa o cercare una soluzione che accontenti tutti. Intanto il tempo passa, e il problema rimane sempre in aria. Bruno Marchiaro
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